Redatto il 6 dicembre, aggiornato il 17 dicembre 2022
Il Marketplace (vedi cosa sta facendo Amazon in proposito) servirà ai fornitori di Tesco per vendere o donare online il surplus delle loro merci ad altri fornitori, tagliando i costi di produzione e riducendo gli scarti.
La catena spera che, alla fine, questi risparmi beneficino anche ai propri clienti.
Vi potranno accedere 3’500 fornitori.
Il primo è G’s Group che ha in stock scarti di barbabietola che potrebbero nutrire animali da allevamento (per latte o carne).
Secondo Tesco ed il WWF la catena di supermercati potrebbe recuperare 3 milioni di tonnellate di prodotti/ anno.
Tesco ha come obiettivo di ridurre gli scarti del 50% entro il 2025 e arrivare ad emissioni zero entro il 2050.
Fonte : Retail Gazette
Da notare che oltre a Tesco in Europa ci sono altri esempi positivi : le catene della Gdo francese vendono prodotti usati (Leclerc, Auchan, Carrefour e altri) o, nel non food noleggiano prodotti ai propri clienti.
Leggi in proposito : Economia circolare: definizione, importanza e vantaggi.
In un momento come questo i metodi sopracitati dovrebbero essere imitati anche dalle catene italiane per offrire prodotti e servizi più convenienti ai propri fornitori ( sulla scorta dell’esempio inglese) o prodotti più convenienti ai propri clienti ( seguendo quanto si fa in Francia).
Ovviamente queste iniziative hanno anche un grande contenuto ambientale.
Ciò avviene mentre il governo Meloni fà passi indietro sui fitosanitari in agricoltura.
Si tratta dell’opposizione di 17 paesi all’adozione del “Green Deal” che riguarda la politica agricola comune, leggi in proposito Pesticidi, la UE decide : “no ai tagli” del 50% entro il 2030.
L’Italia, con altri 16 paesi, tra i quali Austria, Finlandia, Polonia, Bulgaria, etc., sta cercando di ritardare l’entrata in vigore del regolamento che limiterebbe l’ultilizzo di sostanze tossiche.




