Ferrero ha comprato un’azienda (Ice Cream Factory) che vende principalmente gelati a marchio proprio alla grande distribuzione (ipermercati, supermercati ma anche discount).
I gelati Kinder, che ha lanciato anche recentemente in Italia, sono invece prodotti da Unilever che li ha inseriti, almeno all’estero , nel proprio circuito di vendita.
Qui sotto vedete parte della gamma francese , con il nome Miko, equivalente di Algida , distribuita nei bar di Francia.
Nei cartelloni manca solo Grom, che però è gia presente nella GD francese, ad esempio da Monoprix.
A parte Kinder tutti gli altri marchi – incluso Ben & Jerry’s – sono o di Unilever o licenze concesse al gigante Anglo- Olandese.

Peccato che i gelati di Ferrero non abbiano , a detta degli operatori di settore, la “qualità Kinder” e abbiano, invece, un prezzo abbastanza elevato (*).
Questi gelati hanno però finora il vantaggio di essere inseriti nei circuiti fortissimi di Unilever, che in Francia, ad esempio, ha 10’000 punti di vendita , tra grande distribuzione e bar- ristoranti.
Ferrero , avendo acquisito ICF, si trova adesso davanti ad un bivio e deve scegliere se:
- continuare con Unilever (poco plausibile perchè adesso detiene un’ azienda di produzione).
- sviluppare il marchio privato (pochissimo probabile, anche perchè Ferrero è invisa praticamente a tutti gli operatori della GD, almeno in Italia).
- produrre da sola (cercando magari di comprarsi Sammontana , azienda della famiglia Bagnoli di Empoli, che però ha una distribuzione limitata).
- sviluppare il marchio privato e produrre da sola
L’opzione 3. (= produrre da sola ) ci sembra la più verosimile.
Nei casi scegliesse le opzioni 2, 3 e 4 dovrebbe rinunciare ai circuiti di vendita del leader mondiale del gelato (Unilever), uscire dalla situazione “confusa” in cui si è cacciata e fare notevolissimi investimenti, sia negli impianti produttivi che in una nuove reti di vendita.
(*) d’altronde gli operatori che ci devono guadagnare sono due, non uno solo.



