Questo pezzo, che segue il filo di un articolo del National Geographic Italia, spiega molto bene quanto affermato recentemente da Guido Barilla a margine del Cibus di Parma
l’agricoltura minaccia l’ambiente. Molto più dell’industria o delle auto
“L’agricoltura è tra i principali responsabili del riscaldamento globale, perchè emette più gas serra di tutti i camion, le automobili, i treni e gli aerei messi insieme.
I gas in questione sono soprattutto il metano prodotto dagli allevamenti intensivi e dalle risaie, il protossido di azoto dei campi fertilizzati e l’anidride carbonica che deriva dal disboscamento delle foreste pluviali per liberare terreni da coltivare o adibire a pascolo.
L’agricoltura è la maggiore fonte di consumo e inquinamento dell’acqua, visto che il deflusso di fertilizzanti e letame devasta i fragili equilibri di laghi, fiumi e ecosistemi costieri.
L’agricoltura accelera anche la perdita della biodiversità.
Disboscando i terreni per far posto alle coltivazioni abbiamo cancellato habitat importanti, accelerando l’estinzione della flora e della fauna selvatica”
l’allevamento di bestiame e le coltivazioni sono le attività con il maggiore impatto ambientale.
Coprono il 38% delle terre libere da ghiacci.
Non possiamo continuare a disboscare le foreste
E comunque gli occidentali potrebbero (e dovrebbero) mangiare meno proteine animali…
il cibo viene sprecato un pò ovunque: oltre che a casa, nei supermercati e nei ristoranti anche nelle mense, nell’industria (basta ad esempio che su una linea di produzione si sbagli una data di scadenza o il confezionamento di un lotto perchè intere partite di cibo, sano e mangiabile finiscano per essere invendibili…), nei trasporti , etc.
Ciò vale soprattutto in Occidente.
Per lo spreco di cibo v. anche
L’Onu, l’effetto serra e lo spreco del cibo
Gli ogm, la GD e l’ufficio stampa di Esselunga.
la lotta a gli sprechi sarebbe l’arma più incisiva, in assoluto.
Mangime e carburanti assorbono il 45% delle calorie prodotte nel mondo
I problemi legati all’utilizzo delle produzioni alimentari per carburanti sono di grandissima attualità, anche in Lombardia, come testimonia questo articolo del Corriere del 12 maggio 2014
In conclusione,nella GD italiana, qualche catena sta prendendo coscienza del fenomeno degli sprechi (v. il manifesto della campagna di Unes, sotto) ma molto rimane da fare, a tutti i livelli (materiale di confezionamento, energia, cibo in scadenza da recuperare, etc.).
Condividi questo articolo sui Social Network:

