Sopra: la bandiera delle Nazioni Unite (ONU)

Dello spreco del cibo ho parlato recentemente nella conclusione de Gli ogm, la GD e l’ufficio stampa di Esselunga.

Dell’effetto serra  ha parlato il Corriere della Sera il 14 aprile 2014




ma ne parlano spesso e volentieri anche sui giornali esteri, come questo articolo di Le Monde sugli oceani che stanno diventando acidi

se non verranno fermate velocemente le emissioni di CO2 la vita sulla terra potrebbe essere minacciata a breve”

Chi non credesse all’effetto serra si rechi incampagna alla fine dell’estate, per constatare la moria delle piante, dovuta al troppo sole e – molto spesso – alla siccità.




E’ bene sapere che chiunque di noi può influire sull’effetto serra, attraverso il consumo di cibo.

E vi do un esempio concreto




le cifre sopra sono tratte da

elaborate, in comparazione con alcuni dati italiani, danno questi risultati:

1) le emissioni di CO2 equivalenti allo spreco di cibo negli USA (famiglie, ristorazione e distribuzione al dettaglio) sono pari 73, 9 mio di tonnellate, equivalenti al 16% delle emissioni di un paese come l’Italia (che ha emissioni per 460 mio. di t. di CO2, dati ISPRA, aprile 2014)

2) la terra agricola sprecata per produrre questo cibo, che finisce DIRETTAMENTE NELLA SPAZZATURA, è pari a 8,6 mio di ha. pari al 67% della Superficie Agricola Utilizzata, o SAU, dell’Italia!

Riducendo drasticamente gli sprechi di cibo dei paesi occidentali potremmo salvare miliardi di persone dalla sotto alimentazione e/o dalla fame e  il pianeta dall’effetto serra.




Si può fare tanto per non sprecare, anche a casa o al ristorante.

Buona Pasqua!

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