Sopra un cartello apparso qualche tempo fà in molte città italiane. In questo contesto – leggi in proposito: la propaganda russa tra Bot, bitcoin e donazioni. E in Russia, come nell’ex URSS, rispunta il baratto alimentare – Le Monde – a dicembre 2024 – ha rivelato che migliaia di influencer, tra cui cittadini francesi, sono stati avvicinati da persone vicine al Cremlino per diffondere propaganda filo-russa
E l’uccisione del generale Kirillov ha fatto riaffiorare uno dei tanti episodi di disinformazione veicolati dai russi in questi anni.
Kirillov, l’uomo dei veleni di Putin. Con un ruolo anche in Italia
Dal Novichok contro i dissidenti alla cloropicrina in Ucraina. Kiev lo aveva appena condannato in contumacia. Il suo comando ha avuto pure un compito strategico nell’allestire le difese russe contro il Covid: gestì la discussa operazione “Dalla Russia con amore” a Bergamo
Il generale Igor Kirillov non è solo l’ufficiale di grado più alto assassinato dagli 007 ucraini nelle spedizioni punitive nel cuore della Russia: il suo ruolo era addirittura più importante della posizione gerarchica, perché comandava una delle strutture chiave del sistema di potere putiniano. Kirillov dal 2017 era al vertice dell’RKhBZ, acronimo che indica le unità destinate alla difesa contro gli attacchi nucleari, batteriologici e chimici. Un settore che nel resto del mondo è stato quasi dimenticato alla fine della Guerra Fredda mentre ha ricevuto dal Cremlino un impulso straordinario.
Seppur autonomi, fanno comunque capo a questa rete militare gli istituti di ricerca top secret che hanno messo a punto l’ultima generazione di veleni, come il famigerato Novichok usato per colpire dissidenti, fuggitivi e avversari in diversi paesi dell’Unione Europea. Sono stati sempre i suoi ufficiali a contribuire agli attacchi chimici condotti dal regime di Bashar Assad contro i quartieri ribelli, soffocando bambini, donne e anziani. Una missione affidata al vice di Kirillov: il generale Sergey Kikot.
Il comando di Kirillov ha avuto un ruolo strategico poi nell’allestire le difese russe contro il Covid. È lui a gestire l’operazione “Dalla Russia con amore” che aveva mandato a Bergamo, epicentro della pandemia, i migliori esperti del RKhBZ guidati da Kikot per studiare il virus e ottenere le informazioni necessarie a mettere a punto il vaccino Sputnik. In fondo l’attività di ricerca sui batteri trasformati in armi richiede una rete di intelligence scientifica e industriale che i russi hanno sfruttato al meglio durante la grande epidemia.

Kirillov era anche un esperto di “guerra informativa”, che si occupava di elaborare e diffondere una serie di notizie calibrate ad arte contro gli ucraini e la Nato. È stato lui a mettere la faccia nella campagna di disinformatsjia sui centri studi segreti sui virus impiantati dall’amministrazione Usa in più città ucraine, mostrando documenti recuperati dalle truppe di Mosca e foto degli scienziati coinvolti.
In quei laboratori – ha sostenuto Kirillov – si preparavano nuove malattie e guarda caso ad arricchirsi con il Covid erano state solo le compagnie farmaceutiche americane: una cascata di dietrologie che hanno preso facilmente piede nei circuiti complottisti, accreditando Kiev come fucina di epidemie per conto di Washington. Nelle sue periodiche conferenze stampa aveva anche accusato gli ucraini di importare materiali radioattivi per costruire una “bomba sporca”, di spargere zanzare con i droni per diffondere la malaria, di compiere attentati con gas asfissianti contro i politici insediati da Mosca nelle zone occupate.

Sopra : il quotidiano francese Liberation, nel 2022, attestava come la propaganda russa avesse attecchito nei media italiani (“L’oeil de Moscou. Comment la propagande du Kremlin a trouvé sa place dans le media italiens” = L’occhio di Mosca. Come la propaganda del Cremlino a trovato il suo posto nei media italiani).
Quello delle armi chimiche è uno dei capitoli più controversi del conflitto. Il governo britannico ha accusato i russi di utilizzarle e sottoposto Kirillov a sanzioni. Anche gli americani hanno formulato le stesse contestazioni. Ma hanno chiamato in causa gli uomini del RKhBZ per l’uso di lacrimogeni e asfissianti da “riot control”, ossia concepiti per disperdere le manifestazioni di piazza. Inoltre sarebbe stato rilevato l’impiego di cloropicrina: un gas asfissiante risalente alla prima guerra mondiale. Sostanze non letali e di efficacia discutibile nei campi di battaglia del Donbass o di Kursk. L’intelligence di Kiev invece ritiene che duemila militari ucraini siano stati intossicati dalle munizioni K-1, dotate di una testata con un misto di gas irritante CS e soffocante CN, sganciate sulle trincee dai droni.
L’intelligence di Kiev invece ritiene che duemila militari ucraini siano stati intossicati dalle munizioni K-1, dotate di una testata con un misto di gas irritante CS e soffocante CN, sganciate in almeno 4.800 episodi sulle trincee dai droni. E per questo ieri Kirillov è stato bollato come “criminale”: una sentenza eseguita nel giro di poche ore, andando a colpirlo direttamente nella capitale. Un’azione così temeraria da apparire come una provocazione alla nomenklatura russa, che adesso medita una vendetta devastante.
Grazie a Gianluca Di Feo – che avevo conosciuto più di 10 anni fà, quando lui lavorava per l’Espresso – per questo spunto.
Kirillov ha fatto un “ottimo lavoro” e infatti, oggi, gran parte dell’opinione pubblica italiana sarebbe favorevole alla resa dell’Ucraina alla Russia di Putin, senza guardare troppo alle condizioni imposte dalla Russia e alle possibili conseguenze dell’innalzamento della bandiera bianca.



