Il mercato editoriale corre, un lettore su quattro acquista più volumi dell’anno scorso. Una conseguenza del Covid, ma anche del digitale che inizia a rendere. «Internet è il tessuto connettivo che mancava», dice il presidente di Gems, che ha appena investito nella società di Campo Dall’Orto (ex Rai) sugli audio d’autore
E propone al governo di proseguire con gli incentivi indiretti
di Alessandra Puato
L’ editoria non è morta, anzi. Il mercato dei libri sta correndo, a dispetto delle aspettative. Un motivo è la pandemia, ma il fenomeno è previsto continuare: sia per i libri di carta sia per i digitali e i podcast, l’ultima frontiera. «Anche sulla base di un confronto internazionale emerge che è aumentata la domanda di libri, vuoi perché c’è bisogno di capire vuoi per la necessità di evadere – dice Stefano Mauri, 60 anni, presidente e amministratore delegato di Gems, Gruppo editoriale Mauri Spagnol,editore di best seller come Harry Potter ieri e oggi “I leoni di Sicilia” di Stefania Auci o “Una terra promessa” bdi Barack Obama – . In Italia grazie al ministro per la Cultura, Dario Franceschini, che da metà aprile ha dichiarato i libri beni essenziali, il mercato va bene. Sono state tenute aperte le librerie anche nelle zone rosse e questo ha fatto moltissima differenza.
“Il ministro Franceschini ha voluto tenere aperte le librerie e questo ha fatto la differenza. La Federazione degli editori europei ha lodato la policy italiana”
Anche Peter Klaus Vom Cleff, presidente della Federazione degli editori europei, ha espresso ammirazione per la policy italiana». L’ideale, per Mauri – che è anche vicepresidente delle Messaggerie Italiane, azionista di controllo di Gems – è ora di continuare con un sostegno indiretto:
«Come il bonus Cultura, che sta funzionando». Perché «lo sviluppo dell’editoria è strettamente legato allo sviluppo del Paese. Siamo tra quelli che hanno meno laureati in Europa: investire in ricerca, istruzione e nel sistema scolastico è fondamentale». Secondo l’Associazione italiana degli editori 18App, l’applicazione del bonus Cultura, ha portato al settore nel primo semestre 2021 ricavi aggiuntivi per 75milioni dallo stesso periodo del 2020.
Con 20 marchi editoriali fra i quali Garzanti, Guanda, la Salani di Harry Potter,Corbaccio, Bollati Boringhieri e 2.500 novità all’anno Gems è la seconda casa editrice di varia in Italia dopo Mondadori. In base ai dati Nielsen ha l’11,4% del mercato a valore al luglio scorso: in crescita rispetto al 10,3% di un anno prima. Sempre secondo i dati Nielsen, che escludono la grande distribuzione e l’editoria religiosa, nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019 le vendite a valore del gruppo sono salite del 38,5%, più del mercato che ha raggiunto i 653 milioni con un+22%. Rispetto al 2020 gli incrementi sono stati del 55% per Gems, del 45% per il mercato. «Una crescita simile non c’è mai stata negli ultimi 30 anni», dice Mauri. Il mercato galoppa del resto anche secondo i dati Aie, che comprendono i libri a stampa nelle librerie fisiche, online e nella grande distribuzione: nel primo semestre le vendite sono salite in Italia a 698 milioni, +42% dal gennaio-giugno 2020 e +28% dal 2019.E un acquirente di libri su quattro ha dichiarato di avere comperato quest’anno più volumi.
Gli investimenti
Si comprendono così i nuovi investimenti. È del 27 luglio l’ingresso di Gems con il 30%, in aumento di capitale, in Storielibere, la società di podcast (con autori come Michela Murgia) che vede fra gli azionisti Antonio Campo Dall’Orto (18%), ex direttore generale della Raie presidente di Domani, l’imprenditore Fabrizio Zago (NatPower, energie rinnovabili, 48,6% attraverso Podfactory che controlla al 70%) e l’amministratrice delegata Rossana De Michele (24,2%). «Parteciperemo alla gestione con loro, anche i nostri autori produrranno i podcast- dice Mauri-. Siamo entrati in Storielibere perché i podcast sono più vicini ai libri di quanto possa essere la produzione audiovisiva e il digitale ci interessa enormemente. Porta accessibilità a un pubblico più giovane e siamo convinti che sarà una buona fonte di ricavi».Che cosa farà Gems con la società di Campo Dall’Orto? «Produciamo i podcast e li vendiamo a distributori come Apple, Spotify, Audible. Sta nascendo un mercato». Il16 giugno Storielibere ha contribuito a lanciare Apple Podcasts Subscription, per esempio: la piattaforma di podcast a pagamento di Cupertino, per 170 Paesi. «Il digitale darà un’impressione di effimero, ma è vero il contrario -dice Mauri-. Mai come ora ogni libro del passato è disponibile, attraverso gli ebook e l’ecommerce il titolo resta sul mercato molto più a lungo. La qualità tiene. “Danubio”e “Microcosmi” di Magris li pubblichiamo ancora dopo 20 anni. Internet è il tessuto connettivo che al libro mancava. Consente all’editore di vedere l’impatto di un libro sul pubblico attraverso i social, di relazionarsi con i lettori; all’autore di avere un rapporto diretto con librai e lettori. Poi i libri li può scrivere chiunque, vengono dalla società civile. Gli editori sono sempre più necessari, cacciatori di tartufi. L’idea di Amazon secondo la quale l’editore non serve più è fallita».
La storia di Gems nell’epoca Covid è un caso di successo. Grazie ovviamente anche ai best seller, con oltre 700 mila copie vendute finora “I leoni di Sicilia” «è stato il libro più venduto in Italia dall’uscita a oggi», dice il sito della casa editrice Nord, del gruppo. La società ha chiuso il 2020 con 18,4 milioni di copie vendute e ricavi a copertina a 161milioni (+5% dal 2019), previsti salire a 165 milioni questa’ anno. L’ utile netto dichiarato nel 2020 è di 8 milioni, atteso in crescita. La quota di vendite online è intorno al 25% a fronte di un mercato che secondo l’Aie viaggia al 47% dal 30% circa del 2019. Per Gems cresce anche Edigita, la società di distribuzione di ebook di cui ha il 50% a fianco di Feltrinelli, collegata a più editorie piattaforme: ha chiuso il 2020 con ricavi a17,4 milioni, +36% dal 2019. «Ci attendiamo un +20-25% quest’anno».
Gli obiettivi
Naturalmente per chi fa editoria il conto economico non è l’unico obiettivo, però.
«La salute economica e finanziaria dell’impresa è importantissima, necessaria, a tutela dei progetti e di chi ci lavora e siamo perciò molto attenti a questo aspetto-dice Mauri – Ma il fine ultimo, la ragion d’essere di una impresa editoriale è trovare quel libro che possa fare la differenza. Quel che più conta è che in “Lettere contro la guerra” Tiziano Terzani 20 anni fa abbia previsto quello che sta accadendo in Afghanistan e che Malala grazie a un libro
“Nel primo semestre, dal 2019, le vendite a valore del gruppo sono salite del 38,5% contro il+22% generale. Una crescita simile non si era mai vista”
possa gridare il terrore delle ragazze soggette alle leggi dei Talebani. Che “Vaticano spa” abbia aperto gli occhi forse anche al Papa emerito sulle opacità tutt’altro che virtuose dello lor. E che Hany Potter abbia formato due generazioni di lettori, che Jonathan Safran Foer ci abbia aiutato con i suoi saggi a riflettere seriamente sul tema importantissimo del clima, che Francesco Filippi abbia smontato alcuni falsi miti sul duce, che Stefania Auci dopo il grande Camilleri ci abbia ricordato il fasto, il fascino e la dignità della sua terra. E naturalmente che tanti libri ci sono di conforto, ci aiuta no ad evadere, conoscere. È la ricerca del prossimo libro che ci fa alzare la mattina». Ora Gems sta preparando il lancio di un altro romanzo, «La bambina sputafuoco» dell’esordiente ventenne Giulia Binando.
«Mi ha colpito il video che l’autrice mi ha mandato per presentarmelo», dice Mauri. Una nuova democrazia culturale? Forse sì.
Corriere Economia 30 agosto 2021. Nota : sono consigliere del gruppo Messaggerie, la holding che controlla Gems.



