“È (…) in Svizzera che il più giovane dei due fratelli della cattolicissima Brianza commette peccato: si innamora di una giovane protestante, Selina Hübert, e nel 1871 la sposa. Giuseppe, detto Beppo, il mio trisnonno [il fratello maggiore, N.d.R.] non si presenta al matrimonio e Carlo gli scrive di non riuscire a darsi pace per l’offesa rivolta alla sua nuova famiglia svizzera. Nel giro di un paio d’anni i due fratelli arrivano a separare i loro affari e Carlo esce dall’azienda paterna. Nonostante tutto, però, mantengono rapporti cordiali e rispettosi. Negli armadi di Albiate è conservata una lunga serie di lettere che la stessa Selina scrive “a Beppo”, in tedesco, una lingua che in casa si parla regolarmente, al pari del francese, proprio per la necessità di condurre i commerci al di là dei valichi alpini.”. (CAPROTTI, Le ossa, p. 32).
I viaggi d’istruzione di Carlo in Svizzera, iniziati appena adolescente per formarsi presso le maggiori ditte tessili e soprattutto produttrici di macchinari tessili, hanno lo scopo di portare alla manifattura di famiglia in Brianza la conoscenza delle ultime novità che avrebbero potuto portarla – come poi succede – nel mondo della produzione tessile avanzata, secondo quel progetto di modernizzazione del vecchio sistema paterno che i due fratelli decidono d’intraprendere con decisione. Carlo valuta macchinari, li compra e li spedisce, acquista grosse forniture di filati, e nel lungo periodo in cui rimane fisso fra i cantoni, nel 1869, viene anche trattato quasi come un figlio e rispettato come un intelligente imprenditore da Caspar Honegger e dai suoi collaboratori. All’epoca, Honegger è ormai il principale produttore di macchine tessili in Svizzera, e uno dei maggiori del mondo, grazie anche al telaio di sua invenzione. Con simili premesse è ovvio che Carlo si crei contatti e amicizie preziose, che lo portano anche presso lo zurighese Nicholas Hübert, imprenditore con affari tra la sua patria e Bergamo, sede di una forte e ricca comunità imprenditoriale di religione riformata. Carlo s’innamora di Selina, figlia di Nicholas, e la sposa nel 1871. La coppia si stabilisce a Bergamo, dove Carlo, dopo la separazione da Giuseppe e l’uscita dalla manifattura di Albiate, ha impiantato la sua nuova attività.
Da Selina Carlo ha una figlia, Elisabetta, nata nel 1872 e morta a pochi mesi, una seconda figlia che ripete il nome della sorellina, Elisabetta, detta Bettina (futura sposa del cugino Bernardo figlio dello zio Giuseppe), un figlio, Arnaldo, iscritto nel 1877 nei registri della comunità evangelica (morirà giovane, il 12 giugno 1899), e un altro maschio, Guido, nato nel 1882, che diventa lo zio scapestrato, divertente e prezioso di mio nonno Peppino, figlio di Bernardo e Bettina.
Carlo stesso entra ufficialmente nella comunità riformata il 20 gennaio 1880, e nello stesso periodo risulta iscritto alla Massoneria nella Loggia Pontida.
Per sovrappiù crede nella cremazione, tanto da essere tra i fondatori della Società di cremazione. Per capire quanto una simile azione fosse, tanto per cambiare, rivoluzionaria basti pensare che l’ “Istruzione ‘Ad resurgendum cum Christo’ circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione”, con la quale la Chiesa cattolica ammette la pratica, ma con regole precise e comunque preferendole sempre la sepoltura dei corpi, è del 2016.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Archivio di Giuseppe Caprotti (1837-1895).
Firenze, Archivio di Claudio Caprotti, Archivio fotografico.
Per filo e per segni. Innovazione e creatività dell’ industria tessile a Bergamo tra XIX e XXI secolo, mostra multimediale e interattiva, Bergamo, 2008 (rif. “Rivista di Bergamo”, gennaio-marzo 2008, numero monografico dedicato alla mostra).
Bibliografia:
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”, Milano, 2024/3.
R. ROMANO, “I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza”, Milano, 1980.
M. GELFI, Capitali svizzeri e nascita dell’industria cotoniera a Bergamo, in “Archivio storico bergamasco”, n.s., n. 3, settembre-dicembre 1995, pp. 4-41.
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti al femminile: Elisabetta detta Bettina (1873 – 1966). Spunti dal libro”.
G. CAPROTTI, “Mostra: la meccanica della Manifattura Caprotti”, 09/10/2024.
ID., “La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: Albiate e la Svizzera”, 09/10/2024.
ID., “La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: operai dal carcere di San Vittore”, 13/10/2024.
E. SÀITA, “I Caprotti : aspetti privati, dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale”, 08/11/2022.
