Ludovico Magistretti detto Vico (Milano, 1920 – 2006) proviene da una famiglia di architetti “da molte generazioni: il suo bisavolo Gaetano Besia ha costruito Palazzo Archinto, divenuto poi Reale Collegio delle Fanciulle Nobili a Milano; suo padre, Pier Giulio Magistretti, ha partecipato alla progettazione dell’Arengario di piazza del Duomo. (…)”.
Nel primo dopoguerra, dopo la laurea in Architettura, inizia a farsi conoscere dapprima come arredatore, partecipando, fra l’altro, “insieme ai Castiglioni, a Zanuso, Gardella, Albini e altri, (…) alle mostre organizzate da Fede Cheti, creatrice di tessuti per l’arredamento, nel proprio atelier.”. Negli anni successivi, quelli della ricostruzione, si afferma presto come uno dei giovani architetti più promettenti, progettando edifici quali la Torre al Parco in via Revere (1953-56, con Franco Longoni)..
Negli anni ’60 sarà inoltre “uno dei padri del cosiddetto Italian Design, fenomeno che lui stesso definisce ‘un miracolo’ che si è potuto verificare solo grazie all’incontro di tre componenti essenziali: gli architetti, i produttori e gli artigiani. (…) Inizia a collaborare con produttori come Artemide, Cassina e Gavina, realizzando per loro oggetti che rimarranno dei classici della produzione contemporanea”, come la lampada “Eclisse” per Artemide, che vincerà il Compasso d’oro nel 1967, oppure la sedia “Selene” nel 1969, “che, con la Panton Chair e l’Universale di Joe Colombo, si contende il primato della prima sedia in plastica al mondo.” (FONDAZIONE VICO MAGISTRETTI, Vico Magistretti. Biografia).
Le sue creazioni vincono più di un Compasso d’oro (e ne riceverà anche uno alla carriera nel 1994), suo è il primo letto tessile interamente imbottito (“Nathalie”, disegnato nel 1978 per Flou), sue molti altri fra sedie, lampade, divani, mobili per cucina che raggiungeranno fama e successo ovunque nel mondo. Progetta quasi fino all’ultimo arredi ed edifici, tra i quali i nuovi uffici della Barilla a Pedrignano (1991-94), e il superstore Esselunga di Pantigliate (1997-2001), di cui la Fondazione a lui intitolata conserva schizzi, progetti e fotografie. Avrebbe dovuto esserne realizzato un altro a San Donato Milanese, ma il progetto non andò in porto. (M. PELLINO, Esselunga, Pantigliate, scheda del progetto di Vico Magistretti).
L’anno successivo all’inaugurazione del superstore a Pantigliate, mio padre Bernardo contatta nuovamente Magistretti perché desidera far “salire di livello” i bar che avevamo iniziato a sperimentare dal 1998 nei negozi di Parma e Sarezzo. Li avevo voluti io, forte della mia esperienza all’estero e grazie al fondamentale supporto di Paolo De Gennis, tra i collaboratori più anziani e fidati di Bernardo (altrimenti non sarei riuscito a realizzarli), e si erano rivelati un’ottima idea, alla clientela piace avere un punto ristoro dove sedersi a prendere un caffè, e all’epoca nessun altro supermercato ancora l’aveva. Anche i bar, come gli ortaggi e la frutta sfusa o i frigoriferi con i formaggi e i salumi a taglio davanti alla Gastronomia, “iniziano a veicolare l’etichetta Esselunga, rafforzando la percezione della qualità del nostro marchio” (CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti, pp. 167-168 e p. 205).
Nel 2002, ritornando da un viaggio a San Francisco con De Gennis, dove eravamo stati per trovare nuove idee, “abbiamo reimpostato i bar all’interno dei supermercati, mettendoci prodotti biologici e postazioni per connettersi al web.” (Ibid., p. 219). Ma proprio allora, come detto, mio padre affida a Vico Magistretti la realizzazione del concept dei nuovi “Bar Atlantique”: il risultato è che “[Bernardo] (…) fa sradicare le postazioni, e i prodotti bio con loro, e fa ridisegnare i bar nello stile un po’ da mensa sovietica che hanno ancora adesso. (…)” (Ibid., pp. 219-220). “Scrive a tutti .. ‘Se de gustibus non est disputandum (sui gusti non si deve discutere) è pur vero che il brutto, il non armonico è un valore assoluto’ asserisce nel suo ruolo di gusto universale. Ma c’è di più : il web e il biologico sono i suoi veri e propri nemici, così come i computer, le mail, le slide, l’e-commerce e tutto ciò che non riesce o non vuole comprendere” (Ibid., p. 220).
E alla fine sono costretto a lasciargli la direzione del progetto : quello dei bar è stato uno dei più grossi (e assurdi) conflitti del rapporto con mio padre.
Agli inizi degli anni ’60 Vico Magistretti progetta la Villa Bassetti ad Azzate, sul Lago di Varese, una realizzazione in cemento armato che ancor oggi figura sulle pagine di libri e riviste di architettura. Forse da lì inizia il rapporto stretto con Aldo, uno dei tre fratelli Bassetti che commissionano l’opera, e secondo marito di mia madre Giorgina. Vico è spesso ospite nella loro villa sul lago di Monate, e tra le altre testimonianze presenti nel mio archivio una serie di immagini testimonia un pranzo, nel 2006, dove al tavolo sedevano lui, Mario Botta e Michele de Lucchi, un trio di geni dell’architettura e del design.
Gli amici e le conoscenze comuni sono tanti, come si vede anche nell’immagine con Rosellina Archinto, altra donna non comune, ex “ragazza Rinascente” come mia madre (è il suo primo lavoro, disegna abiti per bambini), poi dedicatasi, fra le molte cose che fece, alla fondazione di case editrici – la “Emme Edizioni”, poi la “Casa Editrice Archinto” – che testimoniano la sua passione per l’arte, la carta, la famiglia, i bimbi per i quali rivoluziona il libro infantile in Italia. Anche Rosellina e il suo compagno, Leopoldo Pirelli, col quale visse sino alla morte di lui dopo la separazione dal marito Alberico Archinto, furono amici della mamma;
La sua casa a Milano diventa punto di incontro di un certo mondo intellettuale di sinistra (quello che Indro Montanelli definirà “radical chic”), da Marcuse a McCarthy, da Camilla Cederna a Inge Feltrinelli, da Arbasino a Pollini e Abbado.
Lei, quale consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura del Comune di Milano (fra il 1990 ed il ’93), celebrò il mio matrimonio con Laura nel 1992.
Nel 2003 cede la sua casa editrice, la Rosellina Archinto Editore, a RCS MediaGroup. Per poi ricomprarla nel 2015. Lo fa a 82 anni. Spiegherà: “Qualcuno dirà che sono una vecchia pazza ma l’ho fatto solo perché voglio continuare a fare libri a modo mio. Voglio pubblicare epistolari e saggi”. Trovo questa sua scelta ammirevole.
Fonti:
Fondazione Vico Magistretti, Archivio Vico Magistretti, M. PELLINO, Esselunga, Pantigliate, scheda del progetto di Vico Magistretti. Le immagini degli esterni del negozio e del “Bar Atlantique” sono presenti nella scheda disponibile sul Web.
Villa San Valerio, Albiate, Archivi di Villa San Valerio, Archivio Esselunga, Esselunga, brochure in lingua inglese illustrativa della storia e dello sviluppo di Esselunga dalle origini al 2001.
Bibliografia esterna:
FONDAZIONE VICO MAGISTRETTI, Vico Magistretti. Biografia.
E. SORMANI, La Signora dell’editoria. Un ritratto di Rosellina Archinto, in “Via Po”, 31 agosto 2024, pp. 9-11 (testo pubblicato anche su Facebook).
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2023.
