Nel 1947 Nelson Rockefeller fonda la IBEC, un’azienda privata focalizzata sul miglioramento delle economie di base dei paesi meno sviluppati, in particolare quelli dell’America Latina: una “compagnia con una missione”, come intitolerà il libro di K. D. Durr. Rockefeller nutre per essi un’autentica passione fin da quando, negli anni Trenta, trascorre in Venezuela cinque anni come direttore della Creole Petroleum Company, sussidiaria della Standard Oil fondata da suo nonno John.
Dopo il secondo conflitto mondiale, i piani per ricostruire l’economia mondiale secondo nuove prospettive comprende pure istituzioni quali il FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations), popolato da tecnici ed esperti che intendono migliorare il tenore di vita delle popolazioni mondiali senza ricavarne alcun profitto. Anche la IBEC è animata dalle migliori intenzioni filantropiche, ma il profitto è la sua ragion d’essere. Secondo Rockefeller, lo sviluppo senza il profitto non è affatto uno sviluppo, bisogna unire la filantropia col capitale, e farlo su scala globale: come spiega in un discorso alla Camera di Commercio di San Paolo, in Brasile, nel 1948, se per un secolo il capitale è semplicemente andato ovunque ci fosse il profitto maggiore, oggi non basta più: “oggi il capitale deve dirigersi dove può produrre la maggior parte dei beni, prestare i migliori servizi, soddisfare i bisogni più urgenti delle persone” (HAMILTON, From Bodega, p. 3).
L’attività della IBEC per raggiungere tale obiettivo è multiforme, focalizzata su tre fondamentali direttrici:
Produzione e distribuzione alimentare: include operazioni in settori come la lavorazione del caffè, la distribuzione del latte e le catene di supermercati, ad esempio la CADA (Compañia Anónima Distribuidora de Alimentos) in Venezuela, che cambia anche lì le abitudini tradizionali di consumo della popolazione.
Edilizia: l’IBEC svolge un ruolo anche notevole nella progettazione di contesti abitativi, ad esempio in Perù.
Servizi finanziari: l’IBEC istituisce fondi comuni di investimento per promuovere gli investimenti locali.
Non manca l’interesse in altri settori: l’IBEC si avventura anche nell’allevamento di pollame, nella coltura di sementi e in altri settori agricoli e industriali.
Questo però non era l’unico scopo di Rockefeller e della IBEC. “Vale la pena ricordare il contesto in cui operavano i manager di Rockefeller, la guerra fredda che spaccava il mondo nei blocchi di riferimento delle due superpotenze di allora, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Nel 1957 gli americani vivevano la psicosi del maccartismo, la caccia alle streghe contro i sospetti simpatizzanti del comunismo. In queste circostanze si inseriva il progetto della IBEC (…)”, secondo cui portare benessere diffuso fra gli strati più bassi e sofferenti della popolazione che vive nel “blocco occidentale” controllato dagli Stati Uniti avrebbe reso più difficile simpatizzare per il regime d’oltrecortina.
Nelson Rockefeller è colui che, alla fine degli anni Cinquanta, importa in Italia il negozio “globale” statunitense, il supermercato, attraverso la IBEC, avente quale scopo il profitto legato a finalità sociali e politiche, portando il benessere di base a tutti i livelli della popolazione iniziando, appunto, da quello dei beni di prima necessità a prezzi accessibili, cosa che avrebbe potuto dimostrare, in piena Guerra Fredda fra Stati Uniti e Unione Sovietica, come anche il capitalismo occidentale fosse in grado di generare benefici per tutti allo stesso modo, e anche di più, delle altre economie. In società con la IBEC entrano fra gli altri i fratelli Caprotti, Guido, Bernardo e, in seguito, Claudio. Con la IBEC nel 1957 aprono a Milano il primo negozio in viale regina Giovanna, il “Supermarket”; e quando, a metà degli anni Sessanta, gli americani si ritirano per portare il progetto supermarkets in altri Paesi del mondo i Caprotti, rimasti unici proprietari, faranno della “Supermarket” l’ “Esselunga”, il più antico e allo stesso tempo più moderno supermercato del Paese. (G. CAPROTTI, Le ossa, pp. 47 sgg.).
Bibliografia:
W.G. BROEHL, Jr. The International Basic Economy Corporation. Thirteen Case Study in an NPA Series on United States Business Performance Abroad, @1968, National Planning Ass., pp. 87-94.
K.D. DURR, A Company With a Mission: Rodman Rockefeller and the International Basic Economy Corporation 1947-1985, Montrose Press, 2006.
S. HAMILTON, From Bodega to Supermercado: Nelson A. Rockefeller’s Agro-Industrial Counterrevolution in Venezuela, 1947-1969, Yale Agrarian Studies Workshop, November 4, 2011.
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti e l’Esselunga : i primi clienti, 1957. Spunti dal libro.
ID., Giuseppe Caprotti, Luigi Guaitamacchi e le direttive di Nelson Rockefeller in Esselunga, 10/11/2024.
ID., La nascita dei prodotti a marchio privato in Italia, 08/02/2023.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti e i supermarkets Esselunga: l’uovo di Aprilia, anni ’50. Spunti dal libro.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti e i supermarkets Esselunga : il pastificio degli americani, anni ’50 ca. Spunti dal libro.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti e gli amici: Guido Vergani, giornalista, amico di Claudio e di Giorgina, anni’90 ca. Spunti dal libro.
