- La Brexit , decisa il 31 gennaio 2020, deve materialmente compiersi il 31 dicembre 2020.
- Nel frattempo : “Durante il periodo di transizione, Londra non avrà diritto di voto, ma sarà comunque vincolata dalle norme dell’UE. Se entro fine anno, non verrà raggiunta un’intesa, il Regno Unito lascerà il mercato unico senza alcun accordo”.
- Il giorno ufficiale della Brexit (31 gennaio 2020) Beppe Severgnini scriveva sul Corriere Della Sera :
“Boris Johnson non vuole proroghe, e ha fatto approvare dalla Camera dei Comuni una legge che le vieta. Pur di chiudere, ha lasciato l’Irlanda del Nord nel mercato unico europeo: non è poco.
Non si capisce, però, come undici mesi siano sufficienti per un negoziato tanto vasto e complesso : il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta) tra UE e Canada, che ha eliminato il 98% delle tariffe, ha richiesto sette anni di negoziati.
In caso di mancato accordo (no deal), i rapporti tra Uk e UE verranno regolati dalle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto).
Questo significa: tariffe, quote, costi e incubo logistico.
Pensate ai commerci: oggi il Regno Unito esporta nell’Unione Europea servizi per 30 miliardi di euro, ma importa beni per 100 miliardi.
I porti di Dover e Calais , e tutti gli areoporti britannici, diventerebbero un girone infernale…”
- E purtroppo le negoziazioni vedono le due parti contrapposte e lontanissime da un qualsiasi accordo. Gli scogli principali sembrano essere “il cosiddetto level playing field”, ossia l’allineamento normativo invocato da Bruxelles contro i rischi di concorrenza commerciale sleale e la pesca. Bisogna aggiungere che la gran Bretagna minaccia di non riconoscere le Dop e le IGP che per l’Italia sono importantissime perchè pesano moltissimo a livello export (dove abbiamo già perso miliardi di fatturato dall’inizio dell’anno a a causa del coronavirus).
- Il quadro è completato da Il Sole 24 ore del 18 luglio 2017, che però è ancora molto attuale perchè evidenzia che il 30% dei generi alimentari è importato dalla UE. Per la verdura si sale all’ 80% e per la frutta al 40%. Con rischi di forti rincari, in caso di blocchi dovuti alla Brexit ma anche al coronavirus. E’ prevedibile, insomma, che i ceti meno abbienti paghino il prezzo più alto per la Brexit.
- E arrivano conferme in questo senso da altre fonti : Tra Brexit e coronavirus il Regno Unito rischia una crisi alimentare
- Ricordo che l’Italia non è autosufficiente per i generi alimentari che gli italiani – e i loro animali (es.:vacche) – consumano ogni giorno : dobbiamo importare grano tenero duro, olio, carne, zucchero, latte, caffè, prodotti ittici, soia, birra e molto altro ancora. Per saperne di più sull’Italia leggi : Il falso mito del cibo “100% italiano”. Il nostro Paese non è autosufficiente
- Siamo il 13° importatore al mondo ma anche grandi esportatori di cibo (export : su 465 miliardi di export 263 – il 56% – vanno verso la UE, fonte : MISE anno 2018).
- I rischi di un’ eventuale Italexit sono quindi molto evidenti: il primo rischio, tra tanti, sarebbe un’ inflazione molto forte che andrebbe a colpire i ceti più deboli. Così era prima dell’euro: il livello dei salari veniva eroso costantemente dall’inflazione.
Conclusione : l’Europa va guardata con razionalità. La Ue, economicamente, ci conviene (non solo per l’inflazione..).
E ve lo dice uno che due mesi fà ha tolto la bandiera europea, che sventolava sopra a casa, sostituendola con il tricolore.
L’autarchia, che ricorda il ventennio fascista, non è possibile nè per la Gran Bretagna nè per l’Italia.
Ricordiamoci, poi, che, prima del coronavirus, l’Italia era il paese con la minor crescita in Europa, considerato, da tutti gli altri paesi , come “il malato d’Europa”.
Sulla Brexit leggi “Un ennesimo giro inconcludente di negoziati su Brexit” Il Post del 16 maggio 2020 (molto più interessante del Corriere e de Il Sole 24 ore).
A giugno 2020, con il PIL in calo del 20,4% (Il Sole 24 ore del 13 giugno) Johnson non ha ancora deciso se vuole veramente un accordo con la UE o se preferisce il no deal.
Deciderà a settembre (Le Monde 15 giugno 2020).
L’unica cosa che ha deciso è che non istituirà controlli alle frontiere. Ma lo ha fatto senza consultarsi con i negoziatori della UE.
P.S.: sembra che i britannici non siano più tanto favorevoli alla Brexit.
Prima stesura : 3 Maggio 2020 , ultimo aggiornamento del 29 giugno 2020.
Grazie a Leonardo Piccinini. Sotto la Brexit vista dai francesi (” dire che erano stufi di far parte di un’unione”).



