In Italia i negozi “tutto a 1 €” , che mirano ad un target di consumatori a basso reddito, sono di solito in mano ai cinesi e , tranne rare eccezioni (ad esempio i supermercati Aumai, presenti in Lombardia) non sono aggregati in una catena.
Così non è negli USA e in Giappone dove, rispettivamente, i “Dollar stores” (come, ad esempio i negozi della catena Family Dollar, Dollar General e Dollar Tree) e i negozi a 100 yen (= 0,97 $) hanno avuto un grandissimo successo.
Fin qui non c’è nulla di nuovo: i discount si stanno affermando da tempo, con modalità diverse, sia in Europa che negli USA che in Asia.
Quel che sorprende è che Daiso, una catena che ho avuto modo di visitare a Tokyo nel 2015, durante il mio terzo viaggio in Giappone, si stia affermando sia in Giappone che negli USA, patria dei Dollar Stores.
The Economist stima il mercato giapponese degli articoli ad un dollaro fino a 7,7 miliardi di $ e Daiso, con i suoi 50’000 articoli in vendita (prevalentemente di non food) ne occuperebbe già una grossa fetta, arrivando a fatturare quasi 4 miliardi di $ (396 miliardi di Yen).
Ma nella realtà Daiso ha 3000 negozi in patria e altri 1500 all’estero: in America Latina, nei paesi del Golfo, in Asia e negli USA.
Solo in California ne ha 49 e ha intenzione di aprirne altrettanti in Texas…
Il segreto di Daiso? Negozi puliti, ben assortiti, con continue novità che piacciono ai clienti stufi delle guerre di prezzo (che avvengono anche tra catene giapponesi)



