1.Cosa ha imparato l’e commerce dal #coronavirus. Tanto, forse troppo… E la copertura…
Maggio 2020. In un precedente articolo (leggi qui) abbiamo dato conto, con i dati di IRi, dell’aumento dell’ e commerce negli ultimi mesi.
La Nielsen con un recente studio mette a disposizione altri dati:
L’e commerce dell’LCC riguarda 8,4 mio di persone con un aumento solo nelle ultime settimane di altri 300.000 user. Il tasso di loyalty però è basso, 8%.
I problemi della penetrazione dell’ e commerce sono tanti:
. il 18 % delle persone intervistate da Nielsen dice che non ha potuto fare la spesa on line nonostante vari tentativi,
. le consegne sono state effettuate anche dopo 21 giorni,
. molti hanno ricevuto prodotti difformi da quelli ordinati,
. anche on line si è presentato il problema delle code agli accessi all’acquisto, sono state mal gestite in molti casi,
. solo il 48% dei CAP-Comuni è coperto dal servizio,
. solo il 5% dei negozi ha il click&collect, il drive o utilizza i locker,
Le consegne a domicilio, dirette e indirette, aumentano i costi e la complessità e molti operatori fanno fatica a svilupparle e le altre opportunità (click&collect ma anche locker) sono ancora poco sviluppate, come appena detto.
Insomma, è un percorso di lavoro e un cantiere ampio di lavoro per affrontare una domanda, forse parzialmente dovuta al #coronavirus, ma che è letteralmente esplosa in questi mesi. Molto dipenderà anche da come lavoreranno le strategie di loyalty nel breve e nel medio periodo di tutti gli operatori.
Imparato gli operatori hanno imparato, adesso bisogna vedere quanto la digital transformation impatterà sul sistema del retail (leggi qui).

2.E-commerce : la spesa online tocca i 2,5 miliardi
“Un balzo di quasi un miliardo nell’arco di un anno. Quello registrato dalle vendite online di prodotti alimentari e di drogheria che mettono a segno un +55% arrivando a circa 2,5 miliardi di valore.
È l’effetto del lockdown che, secondo Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, … i prodotti da supermercato (854 milioni con un +85% sull’anno precedente), quelli di enogastronomia con altri 590 milioni (+63%) e il food delivery con 706 milioni (+19%)”.
Il Sole 24 ore del 29 maggio 2020.
Conclusione :
I dati, non coincidenti, creano solo confusione in un settore già in ritardo per pecche tecnologiche : 11 milioni di italiani non hanno accesso alla banda ultra larga (Milena Gabbanelli su il Corriere della Sera del 1° giugno 2020).
E, fino a pochi mesi fà mancava l’offerta di aziende “che fanno vendita on-line”.
Le aree a più alto potenziale sono tre :
- i click and collect in distribuzione.
Esattamente un anno fà scrivevo , a maggio 2019 : “Avanza, naturalmente, l’e-commerce e i punti vendita che offrono il clicca e ritira, compresi i drive, si posizionano, in Italia, a quota 830. I dati Nielsen rivelano che siamo a buon punto, ma gli spazi da riempire sono ancora molti: i codici di avviamento postale coperti dalla consegna a domicilio sono 1.760, cioè il 38% del totale” , vedi ( Walmart : 2’450 punti click and collect . Il raffronto con l’Italia).
I drive in Francia all’epoca era già 5100.
E nel frattempo Walmart , in un anno, ha coperto 3’300 negozi con i click and collect (sui suoi 5355 negozi situati negli USA (*)) e sta lanciando la consegna in due ore. Il risultato è che le sue vendite e-commerce al trimestre terminante il 30 aprile 2020 sono salite a + 74%, nonostante la costosissima chiusura di Jet.Com.
- Il click and collect in agricoltura, come in Francia: sono 333, non pochi se raffrontati agli 830 italiani.. (i magazzini in Francia sono grandi : dai 4000 ai 5000 mq. ma basterebbe unirsi in piccoli gruppi di vendita provinciali, ad esempio).
- l’e-commerce delle grandi marche, come negli USA (parliamo di Pepsi-Cola, Coca-Cola E Heinz. Non è una novità ma si è sviluppato ulteriormente con il coronavirus). In Italia Campari ha comprato il 49% di Tannico.
(*) Walmart è il più grande distributore del paese, poi ci sono i click and collect di tutte le altre catene, come , ad esempio, Kroger, che come Whole Foods (Amazon), ha riconvertito alcuni suoi supermercati all’e-commerce e , negli USA, ha stretto un accordo con Ocado per costruire 20 magazzini per vendite online.
Sei sono già in costruzione, il primo aprirà nel 2021.
Per ulteriori aggiornamenti sugli USA leggi quanto stà facendo Instacart.

La quota di fatturato dell’e-commerce food , ammettendo che i dati siano raffrontabili, in Italia è bassissima rispetto alla Francia : 1,6% contro 10,6%.
Le potenzialità dell’e-commerce sono quindi enormi perchè quel che è mancato fino ad oggi è stata l’offerta, non la domanda.
Ma bisogna investire e avere pazienza. In caso contrario è assolutamente inutile continuare a lamentarsi dell’espansione “senza freni” di Amazon.
Sulle vicende riguardanti Amazon- ivi compresa la fiscalità- puoi leggere “Amazon può essere arginata?”
Per un’aggiornamento sui dati dell’e-commerce in Italia leggi qui
Leggi anche : La disfatta digitale dell’Italia e come rimontare
Prima stesura 1 giugno , ultimo aggiornamento del 14 giugno 2020



