Con Mario Gasbarrino ne parliamo esattamente da un anno e, ora sembra che, l ‘inflazione, nel cibo, stia veramente per arrivare.
Nestlè, Procter & Gamble, Unilever e Kimberly – Clark prevedono forti rincari, soprattutto a causa dei rialzi delle materie prime ma anche ai costi del covid , dalla logistica alla manodopera.
Questa manca, particolarmente nella lavorazione dell’olio di palma, che ha 200 nomi diversi e si trova nei gelati, nei corn flakes, nei biscotti, nel cioccolato ma anche nei rossetti o negli shampoo.
L’arrivo dell’inflazione è confermato da più fonti : Imballaggi e non solo: rincari folli per le materie prime. Quali previsioni? (aumenti del petrolio e derivati).
Vedi anche : « Vers un monde plus cher » (Le Monde, “verso un mondo più caro”, che parla soprattutto degli aumenti dell’alluminio e del rame).
Ciò è confermato dal Financial Times dell’11 maggio 2021 per ferro, rame e commodities agricole e dal Wall Street Journal per frutta , verdura, carne e altri prodotti di largo consumo.
Sugli incrementi dei costi dei prodotti leggi anche : USA : forti tensioni tra distributori e fornitori per multe su merce mancante.
E sul grande “caos della logistica” (che porta a incrementi di costi) puoi leggere due pagine su Le Monde del 15 maggio 2021.
Sugli incrementi di prezzo del legname puoi leggere questo articolo.
Sugli incrementi di prezzo dell’acciaio puoi leggere : La crisi dei pomodori. Non c’è più latta per fare le conserve
Leggi anche : Boom delle materie prime agricole: orzo, mais e soia registrano rimbalzi dei prezzi fino al 50% a maggio 2021, rispetto a ottobre 2021 e L’inflazione in Italia è, nelle ultime settimane, è salita al + 1,3%.
Sotto : la lavorazione dell’olio di palma.
Per completare il quadro consiglio la lettura di : Materie prime, salgono i prezzi: frena la transizione ecologica e digitale. Il ruolo della Cina di Milena Gabanelli e Rita Querzè

Alcuni analisti prevedono downsizing di prodotto, o shrinkflation.
In gergo si chiamano sgrammature, e – in Italia – sono apparse prepotentemente, con l’avvento dei discount (negli anni ’90).
Nel 2014 Coca-Cola ha ridotto il formato della bottiglia da 2 litri.
Ma la “sgrammatura” è una pratica è ricorrente e continuativa come si vede anche qui ( da Money 3 maggio 2021) :
“…Insomma, lo stato di salute economica della Real America passa dalle casse di Costco.
Appare quindi decisamente poco rassicurante il fatto che proprio la catena all’ingrosso sia terminata al centro di furenti critiche per l’utilizzo della pratica manipolatoria conosciuta come shrinkflation …
Alla base della disputa, la carta igienica.
Per l’esattezza, 20 strappi di tessuto in meno nella confezione da due rotoli, ognuno composto da 160 fogli. Venduta però allo stesso prezzo di prima.
Ecco la shrinkflation: mascherare l’inflazione reale non agendo sul costo al dettaglio ma sul quantitativo di bene venduto a prezzo invariato…”
In Italia il fenomeno è appena stato denunciato all’antitrust: Supermercati, attenti all’inflazione occulta: il trucco per alzare i prezzi. colpisce ancora

Ma non si tratta di un recentissimo caso isolato : vedi, ad esempio, il caso della Nutella Ferrero, in Gran Bretagna e in Belgio, dove il peso del prodotto, a gennaio 2021, è sceso ma il prezzo è rimasto uguale.
Oppure, per capire meglio, potete leggere l’esempio molto semplice sotto del prosciutto Rovagnati.
In ogni caso si tratta di inflazione mascherata poichè il costo, per il cliente finale, sale.
E il rischio che la qualità scenda, per contrastare le marche non leader o il marchio privato, è reale.
Fonte iniziale dell’articolo : Financial Times del 1° maggio 2021.
Pubblicato il 6 maggio e aggiornato il 7 giugno 2021



