Obbligatoria l’etichetta del Paese di provenienza di latte, pomodoro, formaggi, salumi, riso e pasta
Roma, 9 febbraio 2022 – Entra in vigore l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte ai derivati del pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. È quanto prevede il decreto “salva spesa Made in Italy” pubblicato in gazzetta ufficiale.
Il provvedimento prevede che sulle etichette dei principali alimenti sia obbligatorio indicare la provenienza. “Il provvedimento rappresenta un passo determinante per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i paramenti di qualità di quelli nazionali – commenta il presidente di Coldiretti Ettore Prandini –. Il decreto garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa tre quarti della spesa ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti”.
Emanuele Scarci
n.b.: l’Italia su questi settori sta contravvenendo le regole UE.

Ma sul fronte dell’etichettatura del cibo non è finita :
“Come mai mezzo governo Draghi si interessa all’etichetta a semaforo?
Si tratta di un argomento che fino ad ora in Italia ha interessato gli addetti ai lavori, un numero ristretto di persone che gravitano intorno all’industria alimentare, le lobby, qualche agenzia di pubblicità e poco altro. Il Fatto Alimentare è l’organo di stampa che ha sostenuto da anni e con una certa convinzione il progetto insieme a pochissimi altri (Altroconsumo, Great Italian food trade). Nonostante ciò, il 15 febbraio 2022 alle ore 10,30 (*), si terrà presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina la presentazione dello schema di etichettatura nutrizionale Nutrinform Battery, proposto dall’Italia come alternativa al sistema a semaforo Nutri-Score.
La novità è che interverranno all’evento organizzato dalla Farnesina in collaborazione con Federalimentare (**), rappresentanti della diplomazia, della politica, delle istituzioni, del settore industriale e del mondo accademico.
Parteciperanno infatti
- il ministro degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio,
- il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli,
- il ministro della Salute, Roberto Speranza,
- il segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore Ettore Francesco Sequi, e il presidente di Federalimentare, Ivan Vacondio oltre al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che interverrà da remoto.
- Chiuderà l’evento il Sottosegretario di Stato Vincenzo Amendola.
Si tratta di un parterre eccezionale, che abitualmente si incontra solo nelle grandi occasioni, schierato all’unanimità contro l’etichetta a semaforo Nutri-Score che in Europa è ormai adottata da sette nazioni. In Francia viene usata volontariamente da 600 aziende alimentari, oltre ad avere ricevuto il benestare di 42 società scientifiche e di mille nutrizionisti e medici. A livello internazionale il semaforo è stato giudicato positivamente dall’Oms e dallo Iarc, e probabilmente sarà adottata ufficialmente dall’Ue entro la fine dell’anno. Nonostante questo numero elevato di pareri positivi l’Italia dice no…”
Roberto Lapira
(*) si è tenuta , ormai. Ed è probabile che molti ministri , alla fine, non si siano presentati (es.: Di Maio) ma , nei convegni “all’italiana” non conta la sostanza ma l’apparenza (= i titoli e/o i nomi “importanti”).
(**) Confindustria.
Sotto il Nutrinform Battery, voluto da Federalimentare e Coldiretti e adottato solo dall’italiana Ferrero.

Considerazioni- domande del sottoscritto :
- Non sarebbe meglio combattere “la battaglia delle etichette” a Bruxelles?
- Il lobbyismo esercitato nel nostro Paese, con conferenze “piene di ministri”, non credo serva a molto. La difesa del “Made in Italy” non dovrebbe essere una passerella elettorale ma un argomento di sostanza.
- Lo ripetiamo : l’Italia su questi settori sta contravvenendo le regole UE.
- Resistere a oltranza non serve molto come dimostra l’applicazione del Reg. UE 1169/2011 , entrato in vigore il 14 dicembre 2014: Ferrero, che non vi era favorevole, fù poi fu costretta a metterlo in pratica (vedi etichetta sotto, dove la dicitura olio di palma sostituì quella precedente di olio vegetale).
- Servirebbero forze, mezzi ingenti e alleanze forti poichè la UE, sull’etichettatura, è ondivaga.
- Come fa notare il Fatto Alimentare è molto probabile che il Nutriscore venga adottato, nonostante l’opposizione italiana. Ciò rischia di avvenire nell’etichettatura alimentare tout court, dove la UE prenderà le sue decisioni alla fine di questo anno.
Bisogna pesare di più, in Europa (non a Roma o a Milano).
Più sostanza (nei posti giusti).
Giuseppe Caprotti
Cover Pom Abbondio, a cura dell’agenzia Armando Testa.
Redatto il 15 febbraio ed aggiornato il 17 febbraio 2022



