Redatto a maggio 2017 , con aggiornamenti del 5 dicembre 2020 e del 19 marzo 2021.
5 dicembre 2020:
“L’Italia non proseguirà nel negoziato europeo per un testo di conclusioni sulle etichettature alimentari al Consiglio Ue dei ministri del’Agricoltura del 15 di dicembre”. La ministra Teresa Bellanova lo aveva preannunciato nei giorni scorsi alla sua omologa portoghese nel corso di un incontro bilaterale.
E oggi lo ha fatto : Etichette alimentari, l’Italia abbandona il negoziato Ue. L’Italia si oppone e potrebbe essere costretta a mettere il veto al Nutriscore.
Ma facciamo un passo indietro , tornando al 2017 : C’è un “fantasma” che si aggira per l’Unione Europea: l’etichettaura a semaforo degli alimenti (Nutriscore).
Si tratta di un sistema, messo in pratica dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dalla Germania, che potrebbe penalizzare i nostri migliori prodotti come grana padano, olio d’oliva e prosciutto crudo.
Il sistema è “sponsorizzato” dalle multinazionali del cibo come Mondelez (ex Kraft), Pepsico, Unilever, Mars e Nestlè.
Se leggerete quel che ne dicono gli esperti de Il Fatto Alimentare capirete facilmente come questa etichettatura dia una visione distorta degli apporti del cibo consumato riguardo alla Gran Bretagna, mentre è molto più possibilista sul Nutri-Score francese (l’articolo è scritto a quattro mani).
Coldiretti e Federalimentare (Confindustria) si sono alleate per contrastarne l’adozione. Mentre la Francia la sta adottando.
Su come i cittadini possano incidere sulle politiche delle aziende leggi : Come i consumatori potrebbero cambiare il destino di alcuni settori: i casi Barilla, De Cecco (grano), Casino, Carrefour con JBS (carne) e Ferrero (nocciole)
Per i rapporti tra Esselunga e Nestlè leggi qui. Sui metodi utilizzati dalle multinazionali per influenzare la politica e l’opinione pubblica leggi anche Monsanto Coca-Cola ed Exxon: tre casi di lobbismo perfetto?
Il 9 dicembre 2020 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’etichetta a batteria, invenzione molto “vicina a Coldiretti e a Federalimentare” della quale si dice: L’etichetta a batteria italiana contro il semaforo. Una ridicola proposta delle aziende e del Ministero per sviare il discorso
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Da quanto ne so Coldiretti non vorrebbe un’etichetta con l’indicazione “prodotto in Italia”, come quella sotto (del 1999).
Peccato, perchè segue i principi già in uso dell’ IGP (per semplificare : fatto in Italia con materie prime non italiane).