Le vendite alimentari nell’Eurozona stanno subendo importanti cali di volume (- 5%, in media ).
E’ positivo che GS1 si espriam in valore ma anche in volumi.
L’OSSERVATORIO GS1 ITALY SULLA GDO
Carrelli più vuoti ma con un occhio a salute e linea
Nel calo generalizzato degli acquisti crescono gli alimenti proteici, quelli con pochi zuccheri e senza lattosio
Vito de Ceglia
AF 19 giugno 2023
Carrello della spesa più leggero e scontrino più alto. È questo l’effetto congiunto che inflazione e caro-vita hanno avuto sul portafoglio degli italiani. L’attuale contesto economico, identificato dagli economisti con il termine “poli-crisi”, ha colpito prima di tutto le famiglie più vulnerabili allargandosi via via a macchia d’olio anche al ceto medio. Con il risultato che buona parte dei consumatori ha cambiato le proprie strategie di acquisto nella Distribuzione moderna.
Ma tutto questo è accaduto in modo differenziato in base alla capacità di spesa degli italiani e alle tipologie dei prodotti venduti sugli scaffali della Gdo dalle aziende del largo consumo o dalle stesse insegne con i propri marchi privati. Lo rileva la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report semestrale che ha analizzato i consumi degli italiani attraverso le informazioni delle etichette di quasi 133 mila prodotti, tra cui food & beverage, petcare, cura casa e cura persona. Prodotti che nel 2022 hanno sviluppato oltre 43 miliardi di euro di sell-out, ovvero l’82,1% delle vendite realizzate da supermercati e ipermercati italiani.
L’analisi ha suddiviso tutti i prodotti in 12 panieri di consumo sulla base di claim, certificazioni, loghi, icone presenti sulle loro etichette per misurare i trend di vendita grazie ai dati elaborati da NielsenIQ su venduto e consumo nella Gdo.
Risultato: gli italiani hanno rivisto la lista della spesa comprando di meno e sacrificando i prodotti più costosi o che sono aumentati di più. Ma questo non è accaduto per tutti i prodotti. «In questi lunghi mesi, sono aumentati i prezzi e si è cominciato a vedere in modo netto come siano diminuiti i volumi, anche se in maniera diversa fra fasce di prezzo, con quella più bassa che ha mostrato la maggior sofferenza », spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.
Tuttavia, l’Osservatorio Immagino, scrutando all’interno dei 12 panieri presi a campione, ha scoperto che non tutti i prodotti commercializzati dalle aziende del largo consumo o dalle insegne con la Marca del distributore hanno subìto dei tagli nelle quantità acquistate.
In effetti, dalla comparazione emerge che i claim relativi al basso tenore di zuccheri, alla ricchezza in proteine e all’assenza di lattosio hanno aumentato le vendite sia in volume che a valore.
Ad esempio, i prodotti dichiarati con “pochi zuccheri” (2.616), che fanno parte del mondo free from, hanno superato 1,2 miliardi di euro di fatturato. E sono stati anche tra i prodotti più performanti poiché hanno registrato uno dei migliori tassi di crescita annua sia in termini di valori (più 17,6%) sia in termini di volumi (più 4,1%).
Da segnalare anche la crescente affermazione dei prodotti che riportano il claim “proteine” in etichetta (2.866) e che rientrano nel mondo “rich-in”. Prodotti che nel 2022 hanno superato gli 1,4 miliardi di euro di sell-out, in crescita di ben il più 15,0% rispetto al 2021. I volumi, invece, sono rimasti stabili (più 0,1%), soprattutto grazie alla performance dei dessert freschi monoporzione, dimostrando come anche di fronte a sostenuti aumenti di prezzo gli italiani non abbiano rinunciato all’acquisto di questi prodotti. Scelta a cui ha sicuramente contribuito anche l’espansione dell’offerta a scaffale (più 11,2%) che ha risposto a una domanda in crescita (più 3,8%).
Indicatori annui tutti positivi anche per i prodotti “senza lattosio” (2.560) che hanno messo a segno nel 2022 una robusta crescita a valore (più 12,1%), superando gli 1,8 miliardi di euro di sell-out. Il momento felice di questo paniere è confermato dall’aumento delle vendite in volume (più 2,1%), con dessert freschi, formaggi grana e simili, yogurt funzionale, bevande base latte Uht e integratori tra le categorie con le maggiori crescite in quantità. Alla performance positiva del senza lattosio hanno contribuito sia la componente di domanda sia quella di offerta, entrambe in espansione (rispettivamente più 6,3% e più 5,8%).
Forse è a questi settori che si riferisce Ambrosetti quando parla di Consumi post pandemia: più cibo sostenibile e bio e meno junk food nel carrello?
Bevanda senza lattosio della Coop svizzera.



