Redatto il 23 ottobre 2022, con un aggiornamento al 25 ottobre 2023 che trovate in fondo all’articolo
Il peggioramento della qualità del cibo non è estraneo alla vicenda della listeria dove, è triste dirlo, i discount (Lidl, Eurospin, Penny Market) sono stati protagonisti ed è accentuato dal conflitto in atto (La maionese Calvé del gruppo Unilever cambia gusto a causa della guerra in Ucraina). I ritiri continuano (Questa notizia è del 15 novembre : Rischio Listeria: richiamate tortine di merluzzo nordico dai punti vendita Lidl). E questa notizia è del 17 novembre.
Nel frattempo il dato tendenziale dell’inflazione, a settembre, per i prodotti confezionati (lcc : largo consumo confezionato) sale all‘11,6% (a ottobre c’è stato un netto peggioramento di più di due punti).
Ciò avviene mentre al Sud i volumi di vendita crollano (-2,4% (*), anche se tutto il Paese segna un – 0,8%. Sul Meridione ed il suo rapporto con il cibo trovate alcune considerazioni nella seconda parte dell’articolo.
Corrono le vendite di prodotti a marchio privato (o MDD, marche del distributore).
Il carrello della spesa cambia: meno pesce, meno carne e meno frutta e verdura.
Questo quadro ahinoi è “certificato” dalla Nielsen.
E lo dico con dispiacere perchè consumare troppo cibo confezionato aumenta il rischio di contrarre il cancro.
Il contesto viene aggravato dal contesto legale (Reati alimentari, colpo di spugna postumo del governo Draghi (**) e dalla cattiva gestione della vicenda della listeria che non lascia presagire nulla di buono sulla futura tutela della salute dei consumatori :
“tre morti e 71 persone ricoverate negli ospedali italiani negli ultimi due anni per Listeria monocytogenes non sono un buon motivo per dire ai consumatori quali sono i marchi di würstel di pollo sospettati di essere responsabili ritirati dagli scaffali. Si dovrebbe anche ricordare alle persone che questi prodotti se mangiati crudi possono avere effetti tragici per le persone fragili o con problemi di salute.
Purtroppo la norma attuale non impone al produttore di indicare i marchi e i lotti ritirati dagli scaffali e di diffondere le foto, ma c’è una responsabilità morale del gruppo Veronesi proprietario dei marchi Aia e Negroni e del Ministero della Salute che andrebbe considerata.
Si tratta dello scandalo alimentare più grave degli ultimi 40 anni. Abbiamo chiesto più volte chiarimenti al gruppo Veronesi che ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Anche il Ministero della Salute non ha fornito chiarimenti. Un silenzio assordante che forse conta più di mille parole” (Il Fatto Alimentare).
(*) a febbraio 2023 il dato progressivo, a volume a Sud , segna un -6%.
(**) ne abbiamo già parlato qui, solo a proposito dell’olio di oliva, però. Leggi anche : Il «Fior fiore Coop» spacciato per olio extravergine d’oliva: 12 indagati
Da Linkiesta :
“…Buona parte delle famiglie svolge una vita domestica sempre meno legata ai fornelli, ha abbassato la qualità del cibo che mangia e, soprattutto, ha messo fine alla favola del Sud che mangia genuino con le donne che passano la giornata a cuocere il sugo…
Secondo un rapporto Censis del 2020 elaborato per Casa Artusi, il tempo medio speso tra i fornelli da parte degli italiani è diminuito e ora siamo nella fascia che va tra i 20 e i 45 minuti, a favore di una cucina facile e composta prevalentemente da piatti unici. Scompaiono il primo e il secondo, e diventa diffusissimo l’utilizzo di surgelati e scatolame…
Ma c’è anche un dato di fatto: siamo sempre più lontani culturalmente dalle preparazioni dei pasti a partire da materie prime. Ieri si faceva pasta al sugo usando farina e pomodoro San Marzano, poi siamo passati a Barilla e Pomì. Oggi siamo alla vaschetta surgelata di lasagne…
I prezzi dei prodotti alimentari sono in costante aumento, ma il potere di acquisto non cresce, in particolare nell’area del Meridione, dove la crisi economica (ma anche sociale e culturale) non ha mai accennato a rallentare. E così che i volumi degli acquisti al discount crescono del +9,5% proprio perché sempre più italiani vanno alla ricerca del risparmio.
Tutto chiaro, meno soldi corrisponde a cibo qualitativamente peggiore. Ma perché non corrisponde anche a ricette più semplici, in favore di ingredienti poveri – e probabilmente più sani – invece che alimenti elaborati, ricchi di grassi, zuccheri e sale? È difficile capire perché, nelle aree più depresse, ci sia un’alimentazione che predilige i cibi estremamente calorici.
Secondo alcuni studi internazionali, l’economia è sicuramente un fattore, ma non l’unico. Per qualche studio il fattore determinante è il livello culturale della famiglia, per altri è più una questione legata allo stile di vita (nonché al tempo a disposizione per cucinare). È molto probabile che sia un insieme di tutti questi fattori a determinare le scelte alimentari dei nuclei familiari.
A osservare un po’ il panorama, è possibile che la mancata voglia di mettere sul fuoco una pentola di legumi o di preparare un minestrone partendo dalle verdure fresche sia perché si è messa la comodità come condizione primaria rispetto alla qualità di ciò che si mangia. Persino il sud Italia, che si è costruito un’identità attorno al cibo, si è stancato di dedicare ore in cucina.
E allora si recupera tempo comprando piatti pronti, aumentando le calorie, riducendo le porzioni e triplicando il volume di incarti in plastica da smaltire alla fine di un pasto consumato in dieci minuti, così da averne trenta da dedicare ai video su TikTok”.
E per concludere mi ha molto colpito questa affermazione : “Il 40% degli shopper cerca prodotti in sconto anche se in scadenza”.
La frase è tratta da : La forte pressione finanziaria riporta i comportamenti dei consumatori agli anni ’70 e ’80.
Proprio per questi motivi l’occultamento , da parte del Ministero della salute e della stampa, della vicenda riguardante la listeria è ancora più grave : i cittadini devono essere in grado di decidere cosa comprare da mangiare, conoscendo la situazione.
Le irregolarità continuano (Listeria, Nas sequestrano 14 tonnellate di cibi: chiuse 23 aziende) ma il nome delle stesse viene omesso.
Secondo me, invece, il grande pubblico dovrebbe venirne a conoscenza, come si fa qui, ad esempio.
L’aggiornamento a giugno è questo: Nielsen : primo semestre con inflazione a + 15% e volumi a – 3,3%. Il mese di giugno da segnali positivi (per superstore, e-commerce, drug e inflazione mensile).
Per luglio si intravedono ulteriori miglioramenti, sembra che il peggio sia passato anche se secondo Nielsen : “i prezzi sullo scaffale mai torneranno al livello pre conflitto Russia Ucraina”.
Leggi :
A Sud l’anno 2022 si è concluso con -2,6% a volumi e +7,2 a valore.
Alimentari : lo scenario sta peggiorando rapidamente.
Il mese di dicembre 2022 è stato un disastro: le vendite a volume hanno registrato un -3,9%
A febbraio 2023 il fatturato dei discount è crollato : – 8,2%.
Nielsen previsto calo della spesa dell’11% per il 2023
Confcommercio : il divario Nord Sud vale 20 miliardi di €
Italia : scende l’inflazione dei prodotti alimentari (ma scendono ancora i volumi acquistati).
Sul peggioramento dellla qualità del cibo leggi : Metà dell’olio extra vergine di oliva non lo è : bocciate distribuzione, industria e ristorazione
Sull’andamento del mercato : Vendite alimentari al dettaglio nell’Eurozona in diminuzione del 5% in termini di volumi nel 2022.
Sul divario poveri- ricchi nell’alimentazione : l’obesità e la povertà sono correlate: perché chi si nutre con alimenti che costano meno ha più probabilità di ingrassare e di ammalarsi, introducendo nel suo corpo pochi nutrienti e troppe calorie “vuote”. Soprattutto in un momento di grande instabilità economica come l’attuale.
L’ultima conferma (ottobre 2023) sul peggioramento della qualità del cibo la trovi qui, con il cioccolato, tra shrinkinflation (sgrammature) e utilizzo di ingredienti più poveri rispetto a “prima”.
Grazie a Guido Barendson
Sotto: le frodi sono in aumento e sono stimate nel mondo a 40 miliardi di $. Presenti soprattutto in frutta e verdura (produce), secondo il Financial Times. Dovute a inflazione, scatenata da Covid-19, guerra e cambiamento climatico.
Il fenomeno è confermato ad ottobre 2023 da Progressive Grocer per gli USA : Insicurezza alimentare in aumento: rapporto. L’USDA scopre che 17 milioni di famiglie soffrono di insicurezza alimentare