STORIA Un’esperienza di vita
Caprotti rientra in un’Esselunga e si emoziona
«Dopo oltre 20 anni entro in Esselunga con serenità, senza ombre e brutti pensieri, ma c’è qualcosa che, ancora oggi, riesce sempre a sorprendermi e ad emozionarmi:
incontrare ex colleghi che mi riconoscono, mi salutano con affetto e a volte mi chiedono una foto insieme». Chi si esprime così dopo aver varcato la soglia di un punto vendita Esselunga, nello specifico Del Galluzzo a Firenze, non è una persona qualunque se si considera il legame con la catena di supermercati.
Stiamo parlando di Giuseppe Caprotti, figlio del fondatore di Esselunga, Bernardo, che ha lavorato nella grande distribuzione di proprietà della famiglia per più di 30 anni sino al burrascoso epilogo che lo stesso Giuseppe Caprotti decide nel 2024 di rendere pubblico nel libro “Le ossa dei Caprotti” in una narrazione inedita di testimonianze e documenti.
. Sotto: Giuseppe Caprotti e Leonardo Baroncini, il 23 giugno 2025.

Il libro fa affiorare aspetti delle vicende della famiglia e, dopo la rottura con Bernardo Caprotti, ha consentito all’autore di attraversare un enorme dolore, quello di un figlio nei confronti del padre. «Esselunga fa parte e rimarrà parte della mia vita per sempre -commenta-. Esselunga è una grande famiglia ed il fatto di essere rientrato in un negozio che ho contribuito a creare mi ha emozionato, perché ho incontrato persone con cui ho lavorato, con le quali c’è un rapporto di stima e di affetto.
Questo ha riportato a galla emozioni». Legami che il tempo non ha scalfito, conservando – a distanza di 21 anni dal licenziamento voluto da padre- vibrazioni dell’anima. «I rapporti umani sono beni immateriali che nessuno può togliermi -sottolinea-: sono passati anni, ma con alcuni è come se ci fossimo sentiti il giorno prima.
In Esselunga ci sono progetti che ho voluto, alcuni andati in fondo altri meno, ma per alcuni di questi il tempo mi sta dando ragione». Quel tempo che non solo restituisce, ma guarisce. «Il 23 giugno sono entrato sereno in negozio, ero lì a far la spesa per mio zio Claudio Caprotti (fratello di Bernardo nda) -conclude- e con la stessa serenità ho scritto e continuo a scrivere la mia storia mettendo i puntini sulle i.
Se vedessi oggi mio padre? Gli direi che gli voglio bene.
Sono andato oltre, ho lavorato su questa cosa, sono dispiaciuto per l’accaduto, ma guardo avanti. Il mio presente e il mio futuro è la Fondazione Guido Venosta, che presiedo».
Sotto: l’articolo de Il Cittadino del 5 luglio 2025. Grazie ad Elisabetta Pioltelli



