prima stesura: 31 agosto 2015
Gianfelice Rocca ha proposto che il sito di Expo, alla fine della manifestazione, diventi una sorta di Silicon Valley italiana.
Marco Gualtieri ha completato il pensiero di Assolombarda (appartenente a Confindustria), andando oltre:
“perché non focalizzare su cibo creando piattaforma ed ecosistema per innovazioni dal campo alla tavola?”
E ha anche spiegato perché la sua proposta avrebbe un senso:
“25 motivi (e forse qualcuno in più) dell’opportunità di trasformare l’area di Expo in una cittadella dell’innovazione: Food Valley
- Perché la necessità di innovazione nella filiera agroalimentare è una delle sfide più importanti per l’umanità per i prossimi anni: la crescita della popolazione di un miliardo di persone in 10 anni e di un ulteriore miliardo negli anni successivi impongono la necessità di produrre cibo e acqua potabile per tutti in maniera sostenibile e con maggiore attenzione alla salute.
- Perchè l’attuale sistema agricolo è la principale fonte di inquinamento del pianeta ed è quindi fondamentale innovare i processi attraverso l’ agricoltura di precisione e tecniche più sostenibili.
- Perché la sicurezza (sanitaria, nutrizionale) alimentare è un obiettivo primario al cui raggiungimento contribuiranno sempre di più innovazione e tecnologia.
- Perché queste sfide, “meta – challenge” per l’Unione Europea proprio per la loro importanza, considerato che impattano su salute, produzione, ambiente, economia e sviluppo, attirano sempre di più l’attenzione e l’interesse dei grandi investitori: New Food Economy.
- Perché il governo USA ha recentemente dichiarato che “il cibo è la nuova frontiera della tecnologia”(vedi articolo in fondo).
- Perché è un nostro dovere, oltre che nell’interesse di tutti, dare consistenza e continuità alla legacy di Expo Milano 2015. La portata ed il successo di un evento come Expo si misurano anche, e forse prevalentemente, sulla sua eredità e capacità di amplificare l’indotto materiale ed immateriale anche nel tempo. La Carta di Milano ne è esempio e stimolo.
- Perché l’innovazione digitale è per molti paesi ed in particolare per l’Italia una delle necessità e opportunità per i prossimi anni e nel suo sviluppo un ruolo molto importante lo possono giocare le startup.
- Perché si prevede che l’innovazione digitale nel food (Internet Of Food, Food Tech, AgTech) entro 10 anni creerà oltre 1 milione di nuovi posti di lavoro.
- Perché posizione geografica, collegamenti e infrastruttura tecnologica del sito di Expo non hanno al momento eguali.
- Perché l’innovazione digitale nel food è anche lo strumento principale per la competitività dell’agroalimentare italiano nel mondo.
- Perché quando si parla di cibo non si può non pensare all’Italia sia per la sua cultura e tradizione che per la sua biodiversità e per i suoi primati qualitativi e distintivi in agricoltura in termini di sostenibilità e produttività. Ma il futuro del cibo è l’innovazione (anche a tutela della tradizione e dei piccoli) e quindi il futuro dell’Italia è nell’innovazione del food.
- Perché in Italia hanno sede la FAO e il World Food Programme e mai prima d’ora l’innovazione digitale può fornire soluzioni concrete per combattere la fame nel mondo.
- Perché a Parma ha sede EFSA, l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare.
- Perché a Ispra (VA) ha sede il Centro Comune di ricerca della Commissione europea che comprende, tra gli altri, l’ Istituto dell’ambiente e della sostenibilitàe l’ Istituto per la salute e la protezione del consumatore.
- Perché l’Italia è leader mondiale nelle macchine agricole e l’agricoltura di precisione ne rappresenta il futuro.
- Perché l’Italia è tra i principali player nell’industria aerospaziale ( con ampi distretti in Lombardia) e i droni rappresentano una tecnologia fondamentale anche per l’agricoltura di precisione.
- Perché a Comerio (VA) la multinazionale Whirlpool ha il centro mondiale di ricerca e innovazione nel food.
- Perché Microsoft Italia ha appena lanciato a Milano il primo acceleratore per startup nel food e l’azienda americana può sviluppare significativamente l’ecosistema.
- Perché a Milano Accenture ha il centro mondiale dei “consumer goods” che comprende, oltre al fashion, food e innovazione per GDO.
- Perché nella “food innovation” anche architettura (“Feeding the city” e “Urban Farming”), design (smart kitchen e packaging) e maker (stampa 3d) giocano un ruolo importante.
- Perché la filiale italiana di Cisco sta già giocando un ruolo importante a livello globale per l’Internet of Food: agricoltura di precisione e tracciabilità.
- Perché la sede Italiana di 3M a Segrate governa a livello internazionale l’innovazione nel design.
- Perché IBM con il sistema Watson di cognitive cooking può aprire nuove frontiere nel mondo del cibo, così come potrebbero caratterizzarsi molto le sedi italiane di Google, Amazon, Apple e Facebook.
- Perché in Italia ci sono decine di facoltà (biologia, agraria, agronomia, etc) e di laboratori e centri di ricerca e parchi tecnologici di eccellenza che hanno solo bisogno di un maggiore contatto con il mercato in un luogo dove questo sia, quindi, facilitato.
25) Perché l’interazione tra le eccellenze della ricerca, l’industria, le startup e la finanza (ecosistema) può accrescere la ricaduta economica e sociale sul Paese molto oltre il perimetro di riferimento.
Continuità (legacy), innovazione e digitale (infrastrutture tecnologiche del sito e futuro), opportunità e necessità (di presidiare settore strategico per il Paese e per il mondo), focalizzazione ed ecosistema (sul tema e sul ruolo e sui contributi dei vari soggetti) sono quindi le parole chiave per comprendere l’importanza e le potenzialità di una precisa e strutturata caratterizzazione del sito di Expo.
Una soluzione che vede già perfettamente convergere i progetti di Assolombarda e Università degli studi di Milano e della disponibilità della Camera di Commercio di Milano con Innovhub, ma che sarebbe fortemente valorizzata da una più marcata caratterizzazione sui temi di Expo e quindi sul cibo e sul suo futuro. In questo contesto, l’ecosistema potrebbe accogliere e stimolare molte altre attività e iniziative correlate e complementari: formative, come, ad esempio, scuole di alta formazione per la cucina; informative e divulgative, e quindi anche l’ipotesi di ricollocazione della Rai avrebbe “una identità coerente alla presenza di giovani, start up e innovatori”; istituzionali, e quindi potrebbe la collocazione della sede del Tribunale Europeo dei brevetti o avere maggiore fattibilità l’Authority dell’acqua“.
Ideatore e Presidente Seeds&Chips
Marco Gualtieri
Un polo tecnologico, improntato sul food, oltre a “fare sistema”, avrebbe un forte impatto anche su:
1) il turismo in Italia.
Cibo e bellezze naturali sono due risorse delle quali il paese è molto ricco e che dovremmo cercare di sfruttare al meglio, in un rinnovato marketing di Milano e del Bel Paese, evitando , se possibile, alcuni aspetti di mala gestione di Expo.
Anche perché se nel 1950 i turisti erano 20 milioni, nel 2030 dovrebbero essere 1,8 miliardi (fonte : Organizzazione Mondiale del Turismo).
E, nel futuro, il turismo sarà sicuramente uno dei pochi settori dell’economia mondiale a crescere.
2) l’export di prodotti alimentari italiani:
“il + 7% registrato in questi mesi di crescita dell’export agroalimentare italiano, si può collegare all’Expo, che in termini aggregati, al momento vuol dire aspettarci una crescita del 4-5% entro l’anno”
Riccardo Monti, Italian Trade Agency (ex ICE). CorrierEconomia 14 settembre 2015
la cittadella del food e dell’innovazione potrebbe sostituirsi all’Expo, come veicolo di promozione del Made in Italy.
(ANSA) – Il sito di Expo dopo l’evento dovrebbe essere trasformato in una cittadella capace di fare di Milano la capitale mondiale del diritto al cibo e la capitale italiana della ricerca applicata all’agroalimentare. Questa l’idea di fondo contenuta nel libro di Livia Pomodoro e Tonino Bettanini “Expo 2015: un’eredità carica di futuro” (edizioni Polistama), di cui l’Unità anticipa oggi – 21 settembre 2015 – alcuni brani.
“Milano capitale, città dell’internazionalizzazione, dell’agroimpresa, dell…a ricerca e dei diritti della nutrizione: è la proposta che il ‘Milan Center For Food Law and Policy” lancia per dare forma e sostanza all’idea di legacy di Expo – scrivono Pomodoro-Bettanini -. Partendo da una considerazione semplice e persuasiva: quelle stesse ragioni che avevano fatto vincere a Milano la gara per Expo, nel 2006, sono oggi, in questo 2015, grazie all’Expo, ancora più forti”.
“L’investimento in comunicazione, infrastrutture e conoscenze di questi 6 mesi – proseguono gli autori – con il suo indotto di immagine e la sua reputazione internazionale rappresentano la ragione-in-più perché sul sito di Expo nasca a partire dal 1 novembre una nuova città che ne abiti i padiglioni”. Una città, prosegue l’articolo, che ai primati storici di Milano legati al teatro, al design, alla moda, alla sanità, possa aggiungere ora “quello della nutrizione”. “Il sito di Expo ha acquisito ormai un suo imprinting internazionale, è la piattaforma per eccellenza della nutrizione” scrivono Pomodoro-Bettanini.
“Milano – aggiungono – è molto più che la locomotiva della nostra economia. E’ la capitale riconosciuta della finanza e del business, non solo sotto il profilo del profitto ma anche di quella che oggi viene definita finanza etica e il suo contributo al dibattito sullo sviluppo sostenibile (…). La centralità conquistata in tema alimentare, riconosciuta ora a livello internazionale, non può restare indifferente al valore che il cibo rappresenta per noi tutti. Il diritto e la condivisione di regole minime è dunque la vera sfida, che noi riteniamo fondamentale, per poter considerare il 2015 un anno di svolta. E perché l’Italia unisca al primato nella nutrizione quello della regolazione”. Secondo Pomodoro-Bettanini, Milano diventerà il luogo del confronto di Ong e Terzo settore, tanto più se si considera che a Milano ci sono 2mila associazioni che sostengono i bisognosi. (ANSA).
“Facciamo nascere una grande storia di interesse per Milano e per tutto il Paese. Centro di conoscenza e innovazione sui temi di Expo”. Giuliano Pisapia, sul Corriere della Sera del 23 settembre 2015
Da Assolombarda a Confindustria ai sindacati, da Piero Bassetti a Livia Pomodoro e Giuliano Pisapia… tutti si stanno pronunciando a favore della cittadella…
Il 13 ottobre 2015 il governo ha ufficializzato l’impegno in Arexpo, la società proprietaria dei terreni su cui sorge il sito espositivo. “Quella del governo sarà una presenza importante- spiega il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina -, i dettagli tecnici si definiranno nelle prossime ore insieme a Comune e Regione” (Corriere della Sera, Lombardia)
da Il Sole 24 ore del 14 ottobre 2015
da Il Sole 24 ore del 14 ottobre 2015
E il direttore de Il Sole 24 ore, Roberto Napoletano, il 18 ottobre 2015, ha lanciato un appello che ha un respiro molto ampio :
“che cosa si aspetta a varare un vero credito d’imposta per chi fa ricerca e innovazione a seguire l’esempio inglese per le start up in materia fiscale? Facciamola la nostra Silicon Valley nell’area dell’Expo e regaliamo a Milano e ai suoi giovani di talento che appartengono all’intero Paese un luogo dove si scambiano saperi e si costruiscono pezzi di futuro , torniamo a dare forza alla rete di eccellenze del sistema milanese- lombardo (esiste) aiutandola a mettere insieme università e aziende, grandi e piccole: fù questa la medicina che curò la la malattia, fece rialzare e correre l’Italia del miracolo economico”
Gianfelice Rocca – foto sotto – presidente di Assolombarda ha dichiarato che “c’è un appetito importante – da parte delle imprese – per mettere le sedi in quel luogo” che diventa un luogo “dove si vuole essere”.
Le priorità, secondo Rocca, sono: urbanistica, architettura, business plan e “aiutare la Statale, con i mezzi necessari, a trasferirsi in quel luogo”. AdnKronos 19 ottobre 2015, riportata da Arezzo Web
E Matteo Renzi ha dichiarato il 4 novembre 2015 al Corriere della Sera che esiste un progetto Milano 2040 e che “l’area di Expo può essere un’area dove esponiamo la visione italiana fino al 2040”
Alle dichiarazioni stanno seguendo i fatti
Il Sole 24 ore del 25 novembre 2015
Si può notare come, anche per merito dell’Expo :
Il brand Italia vale di più: nel ranking globale 2015 è 9°
Chiara Bertoletti/16 ottobre 2015/ Mark-up
Il nostro Paese guadagna 2 posizioni rispetto al 2014 nel report di Brand Finance. Gli Usa ancora in testa, Cina e Germania al seguito ma in calo di valore.
L’Italia passa dall’undicesima posizione alla nona
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Una crescita di valore costante per il brand Italia, che dopo essere già salito in 11° posizione nel ranking globale pubblicato da Brand Finance per il 2104, quest’anno scala due ulteriori step e arriva a quota 9, superando Australia e Brasile. In termini monetari, secondo le analisi di Nation Brands 2015, si tratta di 1,445 miliardi di dollari.
Il marchio nazionale è definito da un mix di fattori più o meno tangibili, capaci di influenzare e guidare le scelte di acquisto dei consumatori e gli investimenti sul territorio in relazione all’immagine e alla nomea di un Paese. Ad incidere su quest’ultimo anche una serie di asset derivanti dal contesto sociopolitico e dallo scenario commerciale di business.
Nel caso del brand Italia, l’aumento di valore è pari a +12%, in linea con un percorso positivo che lascia tuttavia ampi margini di miglioramento, soprattutto in termini di forza del brand, che ha un rating con singola A.
In testa alla classifica si confermano ancora una volta stabili gli Stati Uniti, cui seguono a distanza Cina e Germania, che mantengono il secondo e il terzo posto sebbene in calo rispettivamente dell’1% e del 4%. Il brand tedesco, in particolare, ha subito il contraccolpo dello scandalo diesel-gate Volkswagen.
Un’ immagine del padiglione Zero, curato da Davide Rampello e allestito da Michele De Lucchi
COMUNICATO STAMPA
Jellyfish Barge, la serra galleggiante del futuro, sulla Darsena di Milano fino al 31 ottobre
Milano Cucina e Seeds&Chips presentano Jellyfish Barge, un progetto tutto italiano, unico al mondo:
una serra modulare galleggiante in grado di dissalare l’acqua necessaria alle piante, utilizzando solo l’energia del sole.
Jellyfish Barge ha una superficie agricola di 70 mq e utilizza un innovativo sistema idroponico che permette di coltivare senza l’uso di terreno e con un enorme risparmio d’acqua. Il prototipo è stato costruito grazie a Toscana Promozione e Regione Toscana.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto perché abbiamo avuto l’onore di presentare Jellyfish Barge durante la scorsa edizione di Seeds&Chips – afferma Marco Gualtieri, presidente e ideatore di Milano Cucina e di Seeds&Chips – e la Darsena di Milano, nel periodo di Expo 2015, è il luogo ideale per comunicarlo a livello internazionale, contribuendo così a valorizzare l’impatto di Expo e far diventare Milano, nonché l’Italia, un punto di riferimento del cibo e del futuro del cibo”.
Nei prossimi anni il mondo dovrà trovare sostentamento per due miliardi di persone in più e una delle sfide più importanti è riuscire a soddisfare questo crescente bisogno di cibo senza incidere sulle risorse del pianeta (acqua, energia e suolo). Jellyfish Barge sfrutta lo spazio acqueo invece del terreno e i suoi dissalatori solari sono in grado di produrre fino a 150 litri al giorno di acqua dolce e pulita, che viene utilizzata per produrre frutta e verdura. Una singola serra può fornire cibo a due nuclei familiari mentre vari moduli affiancati, come un alveare, creano delle vere e proprie fattorie del mare. Jellyfish Barge è una soluzione per i territori desertici costieri e per le zone con fiumi e laghi inquinati, ma è anche ideale nei progetti di “Feeding the City” e “Urban Farming” per le aree metropolitane che saranno sempre più popolose ed avranno bisogno di maggiore autonomia alimentare.
Jellyfish Barge è un progetto di Pnat srl, sviluppato con il contributo di Regione Toscana e Ente Cassa di Risparmio di Firenze, nasce all’Università di Firenze con un team guidato dal Professor Stefano Mancuso (nel 2013 il New Yorker lo ha incluso nella prestigiosa classifica dei World Changers) e composto dagli architetti Antonio Girardi e Cristiana Favretto e dagli agronomi e botanici Elisa Masi, Camilla Pandolfi e Elisa Azzarello. Jellyfish Barge è un esempio concreto di come affrontare le sfide di Expo Milano 2015 e di Carta di Milano. Per questo ha ottenuto il primo posto al contest del Mipaaf “Start up e Innovazione” e al bando internazionale UNIDO & CNR “Idee e tecnologie innovative per l’agribusiness” e si è classificata al secondo posto a livello mondiale del premio delle Nazioni Unite “UNECE Ideas for Change Award”. Jellyfish Barge è inoltre una delle dieci startup selezionate da Feeding the Accelerator, il programma di business accelerator del Padiglione USA a Expo 2015 a cura dell’agenzia di innovazione e sviluppo AtelierSlice e supportato da Microsoft.
Dai primi di settembre e fino al 31 ottobre 2015, con il patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Milano e Expo Milano 2015, Jellyfish Barge sulla Darsena di Milano sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 14,00 alle ore 19,00 e su richiesta per scuole e istituti formativi scrivendo a info@milanocucina.it.
Milano Cucina è una piattaforma di contenuti ed eventi volti a valorizzare l’eredità di Expo 2015 e a coinvolgere settori diversificati su temi comuni, focalizzando l’attenzione sulla città di Milano in qualità di capitale internazionale del cibo.
Seeds&Chips è il salone internazionale dedicato alle aziende e startup digitali che stanno innovando nella filiera agroalimentare. Seeds&Chips è un ecosistema che coinvolge gli attori che operano nell’Internet Of Food (tecnologie applicate al cibo) e che stanno cambiando il modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito, consumato e raccontato.
www.seedsandchips.com
www.milanocucina.it MILANO CUCINA SRL VIA A. CANOVA, 39 20145 MILANO ITALIA T +39 02 49796724 E info@milanocucina.it P.I. 08798680966 N.REA MI-2049471 CAP.SOCIALE Euro 27.981,00
La visione di Obama: supportare e far crescere delle start- up negli USA
the WHITE HOUSE President Barack Obama
The Next Big Idea: Supporting Startups Across America
Whether it’s a garage, a basement, a dorm room, or—if you’re like me—a kitchen, a great idea can ignite just about anywhere. In America, those small sparks of innovation have defined who we are as people—creators, risk-takers, and boundary-breakers who know our unwavering commitment to a single dream can significantly reshape our reality.
In America, anyone with a good idea can grow into a successful entrepreneur. And it’s so important that they do, because it is their small businesses that create jobs and drive our economy. However, when it comes to starting a business in America, we are currently ranked 46th in the world. It’s time to change that.
Today, high-growth companies across the country are connecting with their Members of Congress in the third annual Startup Day Across America.
This event, championed by Congressman Jared Polis of Colorado, gives Members and entrepreneurs a chance to discuss the challenges small businesses face, and to identify ways that Congress can support the startup economy.
American ingenuity remains one of the most valuable resources in the world. Beyond just tech, entrepreneurs in Colorado and beyond are reshaping the world of aerospace, energy, bioscience, food, outdoor recreation, and even beer. Startups are responsible for the majority of new jobs in the US – we’ve got to make sure we’re supporting these job creators with policies that help, not hinder them.
Congressman Jared Polis
Startup Day shows that both ends of Pennsylvania Avenue understand the importance of innovation and entrepreneurship to the country’s economy. President Obama has made supporting entrepreneurship a top priority—and under his leadership, we’ve worked to make sure every American innovator has the chance to get good ideas off the ground.
Earlier this month, we hosted the first-ever White House Demo Day, part of the President’s Startup America initiative to celebrate, inspire, and accelerate high-growth entrepreneurship. The President welcomed dozens of startups from around the country to share their stories, showcasing the full breadth of the country’s entrepreneurial talent.
The theme for Demo Day was Inclusive Entrepreneurship, working to make sure all talent in our country has access to the entrepreneurial ecosystem—an ecosystem that is the envy of the world. Today many women, people of color or those not in certain metro areas do not have access to the same growth capital and other important resources to support their startup to scale. Some people are not encouraged to start business or join in the startup economy.
As part of working to expand access for all entrepreneurial Americans, we announced specific new commitments on Demo Day, from 40 leading venture capital firms, over a dozen major technology companies, and more than a hundred deans of engineering schools, to promote diversity throughout the entrepreneurial ecosystem. We announced or extended initiatives to support entrepreneurship from the Departments of Commerce and Energy and from several agencies scaling up I-Corps, the rigorous entrepreneurship training program developed by the National Science Foundation..
We also announced grant winners in two new Small Business Administration programs: “Startup in a Day,” and the Growth Accelerator Fund. Both programs are designed to spark inclusive entrepreneurship across the country, especially outside traditional centers for venture capital.
Startup In a Day has a simple goal: Help entrepreneurs find, understand, and apply to meet the requirements for starting a business—in less than one day. The SBA is partnering with 25 cities and two Native American communities to develop online tools that consolidate startup information and streamline permitting processes. Every community involved has pledged to share best practices through the National League of Cities, so cities and towns across the country can help their own entrepreneurs get off the ground more quickly.
The Growth Accelerator Fund supports “accelerator” organizations, which help startups obtain the capital, mentorship, and institutional support they need to grow. Through this fund, the SBA will provide selected accelerators $4 million to expand their efforts, helping more founders and small businesses get good ideas moving.
But our work to support entrepreneurs and small businesses isn’t done. Updating our trade policy is another lever we can pull to help jumpstart American entrepreneurs. Here’s why: 95 percent of the world’s customers live outside the U.S. And when we compete for those customers on a level playing field, our innovators and small businesses are the far and away winners.
That’s why President Obama is working to secure the Trans-Pacific Partnership—a high-standard, progressive trade agreement that can help level that playing field, open new markets, and set strong rules of the road that protect American businesses, workers, and values at home and abroad.
Entrepreneurship is more important than ever to the future health of the country’s economy. President Obama will continue to work with Members of Congress like those celebrating Startup Day Across America today to give every American entrepreneur the opportunity to be a part of the country’s success—because the next big idea can come from anywhere.


