Caro Direttore,
ho letto la bella lettera del Dottor Bernardo Caprotti sul suo giornale l’11 Settembre.
Quante cose giuste ed importanti. Concetti, purtroppo, ben conosciuti da chiunque faccia impresa in ogni sua forma e dimensione. Problemi veri che, se non uccidono l’imprenditorialità, certamente, nella stragrande maggioranza dei casi, l’annientano fin dai suoi primi germogli di esistenza.
I momenti più difficili da superare, insieme a quelli particolarmente avversi nei quali, quasi sempre, il colpo mortale lo assesta il vecchio sistema burocratico e medievale della P.A. Un meccanismo quasi “diabolico”
nel quale chi dovrebbe aiutare, valorizzare, proteggere i suoi geni, fa esattamente il contrario. Lo Stato avverso ai suoi stessi cittadini.
Ostacolo e talvolta anche nemico.
Ma è proprio questo che colpisce della lettera. Sebbene nessuno possa mettere in discussione i meriti di Bernardo Caprotti (solo suoi?) riconosciuti a livello internazionale e quindi non solo da chi da sempre è cliente fedele e appassionato dell’insegna, come tutti coloro i quali hanno la possibilità di scegliere (per un cliente Esselunga spesso la fedeltà è una religione più che una carta di raccolta punti) non ci si può esimere dal paragone della sua storia personale con il sistema che lui (giustamente) condanna : “un sistema vecchio”. Tutti chiedono un cambio generazionale nella politica. Cosa buona e giusta.
Pur nel rispetto del più elevato livello di difesa del sistema liberale, probabilmente, questo cambiamento dovrebbe avvenire anche nell’impresa. Non solo quella pubblica, ma anche quella privata. Così come tanti imprenditori illuminati hanno fatto. Giustamente liberi e nelle condizioni di poterlo fare. Ma lo hanno fatto. Non si può, invero, predicare bene e razzolare male. Tantomeno se la condanna a quel Padre/Stato che umilia e opprime i suoi Figli/Cittadini, proviene dalla stessa persona che estromette colui che (il figlio Giuseppe) in maniera conclamata ed indiscutibile ha contribuito ad innovare e fare competere l’azienda di famiglia e, cosa ancora più grave perché contra naturam, porta i suoi stessi figli in tribunale. Tanto più se alla rispettabile (e invidiabile) età di 88 anni. Indipendentemente da chi abbia agito formalmente per primo.
Se potessi parlare al Dottor Caprotti, da giovane, da imprenditore, da uomo della strada che ama questo Paese, gli direi “Si eviti tanti altri inutili slalom e si goda la sua famiglia e con loro l’orgoglio di aver contribuito e combattuto, assieme, a fare qualcosa di importante per l’Italia. Continui a fare il bene della Sua azienda e del Paese. Passi o meglio restituisca il timone a Suo figlio perché, Lei più di tutti sa che è il giusto condottiero, oltre che ovviamente, sangue del suo sangue. Sarebbe un grandissimo esempio “.
Peccato che , ceteris paribus, non si possa dire : “Italia mutata esse videtur”.
Distinti saluti
Marco Edoardo Maria Gualtieri
P.S: “nel 1997 a 27 anni ho fondato TicketOne, venduta qualche anno fa.
Agli inizi degli anni 2000, come TicketOne avevamo aperto dei punti vendita anche all’interno di molti Esselunga.
E’ li che ho conosciuto un poco più addentro la realtà aziendale scoprendo che il nostro servizio così come altri, l’e-commerce clicca il pomodoro, il bio, i nuovi Superstore etc erano tutti progetti di Giuseppe Caprotti, all’epoca Amministratore Delegato.
Molte di quelle innovazioni, parlano da sole”.
La biglietteria come , ad esempio, la possibilità di abbonarsi a Sky , sono servizi che vennero introdotti in Esselunga nei primi anni 2000 dal sig. Leandro Brezzo che aveva avuto precedentemente il gran merito di inserire la telefonia in Esselunga, v. a tal proposito “Dai supermercati ai superstore 2”
Le schede telefoniche erano gli articoli a valore di gran lunga più venduti, all’epoca in Esselunga (se si sommano i valori delle schede qui sotto si arriva a 88 mio. di € ca.)
Marco Gualtieri oggi si occupa di innovazione e cibo, v. anche La proposta di Marco Gualtieri di Seeds and Chips per il dopo Expo
Per quanto mi riguarda non domando di “tornare in Esselunga”.
Vorrei solo recuperare onore , dignità e un po’ di tranquillità in famiglia.
Milano il 27 settembre 2013, aggiornato il 3 di settembre 2015
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