“I soldi non danno la felicità, ma aiutano molto”

“…un compendio di marketing e gestione aziendale di ottimo livello, un saggio storico estremamente professionale e un romanzo familiare che tiene per quasi 400 pagine senza sbavature”.
Gianluca Salmaso
p.s.: mi fa piacere che nel suo lungo scritto il giornalista citi l’Esselunga di Via Ripamonti, uno dei luoghi della ” battaglia del rinnovamento” di cui parlo nel libro, segnatamente a pagina 205.

Cosa penso di “Falce e carrello”

Il mio libro “Le ossa dei Caprotti” non è una risposta a “Falce e carrello” che ho persino autografato ad un signore che me lo chiedeva, a Verona. Ho personalmente contrastato Coop quando lavoravo in Esselunga ma ho avuto il piacere e l’onore, a Peccioli, di firmare una copia del mio libro al mitico Turiddo Campaini di Unicoop Firenze. Si tratta, secondo me, di dispute antiche, ormai fuori luogo e anche molto noiose

Le ossa dei Caprotti, “un altro libro”

«il ritorno di Falce e carrello è quasi un atto dovuto dopo che un altro libro ha cercato di demolire la figura del fondatore della catena di supermercati. A firmarlo è stato l’unico figlio maschio, nato dal primo matrimonio». Dell’autore “unico figlio maschio” di quel disprezzato libro non si faceva il nome: è Giuseppe Caprotti, già amministratore delegato di Esselunga e poi estromesso drammaticamente dal padre in favore di Marina Caprotti. Giuseppe Caprotti ha scritto un libro pubblicato a novembre da Feltrinelli, che ha venduto 15mila copie in due mesi e si chiama Le ossa dei Caprotti..

A NOVARA Giuseppe Caprotti, ex ad di Esselunga, al Circolo dei lettori : «Ho concluso il mio viaggio di perdono». Sui morti di Firenze: «Avvenimenti molto dolorosi ma ormai io sono fuori»

«Non ho ruoli operativi o istituzionali in azienda e perciò non posso rispondere a domande su avvenimenti contemporanei molto dolorosi se non da privato cittadino. Ho ormai chiuso questo viaggio, un viaggio di perdono, e certe cose non mi riguardano più»

“L’innominato” innominabile Giuseppe Caprotti, autore di “Le ossa dei Caprotti”. Morning Post del 13 febbraio 2024

Ci sta che Marina Caprotti decida liberamente di non nominare il fratello, di non voler nominare il titolo del Libro, ma il giornalista, se fa il giornalista, lo dovrebbe dire come si chiama il titolo del libro e la persona di cui si sta parlando. Perché è un’informazione piuttosto fondamentale da dare al lettore