Amazon continua a far parlare di sé:
1) in Gran Bretagna Amazon, da pochi giorni, distribuirebbe (*) con l’ausilio di svariati partner 130’000 articoli di food fresco e surgelato:
la leadership di Tesco, che era il nostro riferimento al momento della creazione di Esselunga a Casa (vedi anche https://en.wikipedia.org/wiki/Tesco.com), nel comparto potrebbe essere a rischio.
Comunque le novità, oltre all’estensione dell’assortimento, sembrano essere due:
– Amazon fa da piattaforma per conto terzi, un po’ come ha sempre fatto Alibaba
– Amazon fornisce servizi di ristorazione
E il prof. Luca Pellegrini, che insegna allo IULM, in un recente articolo fa presente come tutto ormai, anche in Italia, si giochi sul servizio :
http://www.linkiesta.it/it/article/2016/05/31/il-retail-che-i-consumatori-vogliono/30581/
I servizi in Italia, nel food, rappresenterebbero ormai il 52,6% del mercato contro il 47,4% dei beni.
A Milano, in una popolazione nella quale il 50% dei nuclei familiari hanno una sola persona, il servizio è tutto!
Pellegrini cita come esempi virtuosi Eataly, Lidl, Bonobos e molti altri..
(*) il condizionale è d’obbligo poiché il numero di articoli sembra “esagerato”… e infatti The Economist parla di 20’000 articoli. Ma da soprattutto le dimensioni del mercato del food on-line della gran Bretagna: 12,2 miliardi di €, contro i 460 milioni di € di quello italiano (fonte: Politecnico di Milano).
Secondo l’autorevole settimanale britannico il mercato britannico raddoppierà entro il 2020.
2) Negli Stati Uniti , dove ormai 1 $ su 10 viene speso sul web, l’e-commerce l’anno scorso è cresciuto del 14% (la quota di mercato delle vendite on-line è passata dal 9,3% nel 2014 al 10,4% nel 2015).
Questa crescita sembra senza fine :
Walmart , che l’anno scorso ha fatturato 482 miliardi di $, sta subendo la concorrenza di Amazon.
Ciò si evidenzia dalle quote di mercato: al di là delle previsioni (forecast) Walmart nel 2009 aveva il 12% del mercato, ora è al 10,6% .
E se Amazon dichiara di crescere del 27% nei primi mesi del 2016 negli USA Walmart.com dovrebbe avere una crescita superiore al 7% ma l’azienda non è chiara al riguardo :
sembra che la divisione e-commerce di Walmart non stia andando come il Ceo Doug Mc Millon vorrebbe…
Le due aziende non hanno lo stesso tipo di clientela anche perché Walmart ha puntato sui prezzi (e sui prodotti deperibili) mentre Amazon propone convenience: servizio, comodità e risparmio di tempo, nonché un assortimento – nel non food – molto più ampio di qualsiasi negozio fisico.
Ciò è abbastanza evidente nel tessile, dove tutte le catene specializzate (Macy’s, Gap , J.C. Penney) stanno soffrendo la sua concorrenza (le azioni di questi gruppi il 1° aprile 2016 hanno subito un calo – in parte dovuto agli attacchi di Amazon – del 25%)
I clienti di Walmart.com hanno un reddito disponibile ben più alto di quello dei clienti dei negozi della catena e quelli di Amazon ancora più alti…ma si dice che Amazon possa offrire ai clienti di Walmart abbonamenti Prime mensili, in modo da rendere accessibile un servizio, che adesso è annuale, per un breve periodo ad un prezzo contenuto.
Amazon punta poi a far ordinare i suoi articoli anche non passando dal suo sito o dalla sua App:
lo fà con dei bottoni (Dash) che possono essere posizionati ovunque.
Di seguito il Dash di Amazon partner di Starbucks
Prima stesura del 1° maggio 2016
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