Amazon ha inserito l’abbigliamento sul suo sito nel 2002. Da poche referenze è passato a 30 milioni di articoli, con una crescita del 91% nel 2015.
Recentemente ha acquisito Zappos, specialista della vendita on-line di scarpe, per 1 miliardo di €.
Jeff Bezos ha dichiarato qualche hanno fa che “se vogliamo raggiungere i 200 miliardi di fatturato dobbiamo apprendere a vendere alimentari e abbigliamento”.
La crescita del tessile da Amazon sarebbe del 25% contro il + 2,5% del settore. Il fatturato pari a 16 miliardi di $ solo negli USA. Adesso ha 2000 referenze a marchi proprio, con la possibilità di avere margini fino all’80%.
Ma Amazon stà dando una forte spinta al comparto, fondando dei propri studio per set fotografici per vendere articoli alla moda.
Se è riuscita ad attirare Levi’s, Calvin Klein, Lacoste o Emporio Armani tutto diventerà più difficile con le marche alla moda, per due motivi:
1) le marche considerano Amazon una piattaforma che può vendere prodotti “di base”. Punto.
2) i resi con le marche alla moda rischiano di salire a più del 30%. Nei negozi adesso oscillano tra il 10 e il 15%.
Quel che sembra più possibile è che Amazon metta la sua logistica al servizio delle marche alla moda.
Per il momento il tessile e gli accessori peserebbero il 6% del suo catalogo.