la crema spalmabile senza olio di palma della Migros (Svizzera).
Ci siamo occupati recentemente dell’olio di palma parlando della Ferrero.
In estrema sintesi vi dicevamo che la coltivazione dell’olio di palma rappresenta un problema molto importante per l’ambiente.
Il Parlamento europeo si è interessato alla questione e ha prodotto un rapporto che verrà consegnato alla Commissione Europea che non potrà più ignorare la questione.
L’agricoltura industriale è responsabile del 73% della deforestazione mondiale, molto di più dell’industria del legname.
La conversione delle terre in piantagioni per coltivare olio di palma è responsabile del 40% delle perdite delle foreste a livello globale.
La commissione del Parlamento che si occupa di ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare ha adottato questo rapporto quasi all’unanimità (56 voti pro, 1 voto contrario) il 9 Marzo.
I suoi membri si sono focalizzati su questa materia prima che praticamente non esisteva trent’anni fa e che oggi è presente nella metà dei prodotti di largo consumo: margarina, patatine, salse, biscotti, cioccolato, creme spalmabili, cosmetici, detergenti… e dei carburanti (bio diesel).
Le isole dell’Indonesia (Borneo e Sumatra) hanno conosciuto – scrive la commissione – “la deforestazione più rapida della storia dell’umanità”.
E la diffusione di queste piantagioni provoca incendi che espongono “69 milioni di persone all’aria inquinata e sono responsabili di migliaia di morti premature”.
I parlamentari europei hanno ricordato l’impegno preso da vari paesi- tra i quali, ahinoi, non figura l’Italia – di usare olio di palma certificato, come fa ormai anche Ferrero.
Dal 2010 in poi Nestlè, è stata messa sotto pressione da Greenpeace e ha ripensato le sue relazioni con i fornitori :
oggi è in grado, tramite controlli satellitari e radar, di sapere da dove proviene il 91% del proprio olio di palma.
Un esempio da seguire anche se è molto tardi : in Malesia solo il 18% delle foreste tropicali di qualità sopravvivono alla “rivoluzione dell’olio di palma”.
E a questo punto mi sono domandato: cosa lasceremo ai nostri figli? Con quale diritto stiamo distruggendo un patrimonio che non appartiene in esclusiva alla nostra generazione?
Wendell Berry diceva “mangiare è un atto agricolo”
Nel senso che chi mangia , pensa, legge le etichette, etc , può influenzare agricoltura, industria alimentare e ambiente.
Cittadini – consumatori informatevi e datevi da fare di conseguenza.



