Pubblicato il 13 giugno 2013, aggiornato il 7 luglio 2013
Corriere della Sera 8 giugno 2013
L’8 giugno 2013 Unicoop Firenze si inorgoglisce di promuovere i prodotti toscani: un’idea interessante, seppur non nuovissima, visto che Esselunga lo faceva già negli anni ’90 .
Stupisce però che Unicoop faccia questa operazione sul Corriere della Sera che con la Toscana ha ben poco a che vedere.
Fuori dai confini della regione solo qualche addetto ai lavori sa cosa significhi il nome Unicoop.
Secondo noi, in un momento come questo, questa pubblicità costituisce uno spreco.
Se però si va un pò a fondo si intuisce che questa pubblicità è anche il sintomo di una crisi profonda del sistema delle Coop .
(v. in proposito anche l’articolo di Roberta Scagliarini qui sotto)
Corriere Economia 17 giugno 2013

La conclusione sembra suggerire che se Turiddo Campaini (Unicoop) e Mario Zucchelli (Coop Estense, nella foto sotto) che sono ancora lì, attaccati alle loro poltrone e – pare – in profondo disaccordo, le lasciassero, le Coop tornerebbero unite.
Può darsi, probabilmente a vantaggio di tutte le Coop perchè sicuramente, come dice il Corriere:
“ridurre le iniziative coordinamento e marketing di Coop Italia significa rinunciare ad una fetta del margine della gestione extra caratteristica che per i bilanci di molte imprese è cruciale”.
Inoltre:
Il futuro. Secondo RetailWatch (di Luigi Rubinelli– nella foto) :
“la centrale Coop (è la principale per potenza commerciale) è ridimensionata nelle sue funzioni politiche, vedremo in quelle commerciali. Il progetto avviato diversi anni fa di fusioni delle cooperative locali segna il passo: le singole cooperative con questo avvicendamento e con il ridimensionamento di Coop Italia sono più forti. È un vero peccato, perché è un passo indietro rispetto al futuro che aspetta tutta la GD italiana. Detto per inciso: quello che manca oggi sono le fusioni, non le separazioni, sono le alleanze strategiche non le autonomie ad ogni costo, non solo in Coop ma in tutta la GD, il mercato ha bisogno di meno centri decisionali, di meno Cedi, di semplificazioni nelle funzioni”.
Vincenzo Tassinari (nella foto) è persona capace, intelligente e possiede una visione unificatrice delle Coop.
Il suo successore , Marco Pedroni, ha dichiarato che “La scelta che abbiamo fatto è quella di rafforzare la prospettiva unitaria di Coop” ( vedasi Il Sole 24 ore del 26 giugno 2013) MA, secondo noi:
1) cambiare insegna (da Coop a Coop.fi),
2) fare pubblicità senza attinenza con la realtà (v. supra ma anche Coop la solita propaganda e Coop, un’altra pubblicità inutile)
3) o non avere il controllo della periferia (v. “Il bio cresce e Coop controlla?” costituiscono i segnali inequivocabili di malessere e divisioni che non possono portare molto lontano.
PS: è anche molto strano che per la regola della “transgenerazionalità” Tassinari lasci, mentre Turiddo Campaini (nella foto sotto) e Mario Zucchelli la ignorino completamente. Le regole dovrebbero valere per tutti o no?
p.s.: il 14 giugno di quest’anno Campaini , dopo 41 anni, ha finalmente lasciato la presidenza a Daniela Mori,
vedremo se , a seguito di questo passaggio del testimone, ci saranno cambiamenti nei rapporti di forza tra le grandi cooperative, come Unicoop Firenze e Coop Estense.
Condividi questo articolo sui Social Network:

