Sia Glovo che UberEats si erano già mosse (*).
Ora è il turno della californiana DoorDash che dalla Delivery (semplice) è passata alla On demand delivery .
O, per essere più precisi, DoorDash è diventata un Last mile delivery provider (letteralmente : “fornitore di consegne a domicilio dell’ultimo miglio..”).
Nel primo caso si parla di menù personalizzati, in partnership con distributori.
Nel secondo di consegne anche di prodotti grocery.
I partner sono del calibro di Walmart (almeno dal 2018), Albertsons, Wegmans ma anche – ormai – catene di farmacie come Walgreens e CVS o di convenience stores come 7Eleven.
DoorDash copre 4000 città in 50 stati USA + Canada e Australia.
L’obiettivo è di servire 75 milioni di cittadini statunitensi con pasti a domicilio e con 10’000 prodotti grocery.
Nota bene per le società di consulenza : nel medio- lungo termine le classifiche dei distributori andranno aggiornate, evitando di fare come con Amazon che per lunghi anni non è stato considerato come un’azienda di distribuzione.
(*) direttamente, anche se esistono, in vari paesi, tra i quali la Francia, accordi Casino -Deliveroo, Carrefour-Glovo, Carrefour-Uber Eats, Aldi –Amazon-Deliveroo.
E’ presumibile che il settore , ancora “piccolo” si consolidi (n.b. : ci hanno investito colossi coma Amazon, Alibaba, Tencent, Carrefour, etc) con fusioni e acquisizioni e ne escano alcuni colossi, negli Usa, in Europa ma anche in Cina, dove il fenomeno era già molto diffuso prima che altrove, già dagli anni ’90.
Prima stesura : 24 agosto 2020, ultimo aggiornamento : 27 agosto 2020.



