Questo articolo è il seguito de : il mare glaciale non riesce più a ghiacciare, perchè succede tra orsi polari tricheci e renne in via di estinzione, che trattava gli effetti del cambiamento climatico.
Corriere della Sera – Giovedì 22 Aprile 2021
I pastori del Grande Nord contro il colosso del legname «Fermate il disboscamento o per le renne sarà la fine»
La storia
di Sara Gandolfi
Svezia, la sfida del popolo Sàmi all’azienda statale Sveaskog
«L’allevamento delle renne non è solo una professione. È qualcosa con cui convivi 24 ore su 24, tutto l’anno, generazione dopo generazione. Le nostre famiglie hanno vissuto in queste terre e continuato ad allevare le renne Sámi nella foresta per molte centinaia di anni».
Katarina Sevä è una donna pastore e vuole provare a fermare una delle società più potenti della Svezia, l’azienda statale di legname Sveaskog. «Il disboscamento a fini commerciali è una catastrofe per il distretto di Muonio. Negli ultimi due anni, Sveaskog ha interrotto tutti i processi di consultazione con noi allevatori Sámi e ha abbattuto le foreste antiche sulle nostre terre ancestrali che avevamo chiesto loro di lasciare intatte. Se continua così, sarà la fine dell’allevamento di renne quassù».
Quassù significa il Grande Nord artico, lungo il fiume Muonio che separa la Svezia dalla Finlandia. Sápmi, la patria dei Sámi, ultimo popolo indigeno d’Europa, si estende però ben oltre quel confine, dalla penisola di Kola fino alla Norvegia centrale, includendo la regione della Lapponia nel nord della Finlandia e appunto della Svezia. In quest’ultimo Paese abitano circa 20.000 Sámi. Di questi, 4.700 sono allevatori di renne in uno dei 51 distretti dedicati. E quello di Muonio Sáme è in una delle zone più remote.
La denuncia
Greenpeace: le ultime foreste naturali sono ricche di licheni, il cibo principale degli animali
I pascoli coprono circa 3.640 chilometri quadrati nel comune di Pajala, con la possibilità di allevare in libertà fino a 3.900 renne tra le foreste immerse nella neve invernale. Sveaskog ha però già depositato circa 100 notifiche di abbattimento alle autorità che, secondo la ong Greenpeace, coincidono in gran parte con le «foreste di continuità», ovvero gli ultimi boschi naturali in Svezia, che non sono mai stati «tagliati» e sono ricchi di licheni, la dieta predominante delle renne. È un’area di 2.000 ettari, pari a più di 2.800 campi da calcio. Su 1 ettaro possono esserci tra 300 e 500 alberi.
La stima della possibile devastazione è presto fatta. «La foresta è una rete di miriadi di specie, dai microbi agli insetti, erbe, fiori, funghi, muschi, licheni, cespugli ecc.
Una rete che crea biodiversità e assorbe CO2. E poi ci sono gli alberi, da cui tutto dipende, nei loro vari stadi di vita. Giganti viventi di 200 anni e nuovi pini che combattono verso il sole, ciascun tipo gioca un ruolo unico nel mantenimento del sistema. Compresi gli alberi «morti» che sono caduti, magari con radici ancora vive — spiega Dima Litvinov, senior campaigner di Greenpeace Svezia —. Quando gli alberi vengono abbattuti e l’area riseminata, questa rete scompare ed è sostituita da una piantagione di alberi.
Al posto della foresta ci sarà un’azienda agricola con un’unica specie, della stessa età e composizione genetica. È come paragonare un prato a un campo di grano».
Il disboscamento non destabilizza soltanto l’allevamento, principale fonte di reddito dei Sámi, ma anche il settore in rapida crescita dell’ecoturismo.
In cambio, non fornisce quasi impiego nella zona: il legname viene portato più a sud, per essere lavorato nelle cartiere. Ma la figlia di Katarina Sevä, 14 anni, non si scompone: «Anch’io da grande farò il pastore di renne».

Purtroppo la storia del popolo Sami si va a scontrare con interessi enormi : sotto trovate il prezzo del legname da costruzioni (fonte:
Redfin, un broker che tiene monitorate 400 aree metropolitane US. Chi vuole trova qui il link con i vari dati).
Il mercato immobiliare, in alcuni paesi come gli USA, è ai suoi massimi storici (*) e manca il legname.
Indovinate chi, tra 1) l’industria del legname 2) i Sami – con le renne – vincerà?
La battaglia dei Sami assomiglia moltissimo a quella degli Inuit , minacciati dal riscaldamento globale, o a quella degli indios dell’Amazzonia, decimati dal Covid e dalla deforestazione.
Perdiamo biodiversità in natura, con animali e piante . Ma rischiamo di veder scomparire anche interi popoli.
(*) Vedi sotto:
- la mediana dei prezzi di vendita (a cui si chiude per capirci) e le richieste dei venditori sono è in crescita del 18% rispetto ad Aprile 2020 e sono sui massimi storici
- le case rimangono in media 21 giorni sul mercato, il minimo dal 2012
- 45% delle case si vende sopra il prezzo di offerta
Grazie a Fabrizio Calenzo



