Redatto il 7 gennaio, aggiornato il 31 gennaio 2024
L’Africa è colpita dal cambiamento climatico, non è una novità: lo abbiamo visto in Kenya con il caffè la cui coltivazione e i cui posti di lavoro – 6 milioni – sono a rischio.
L’episodio che trovate sotto riguarda lo Zimbabwe ma il fenomeno attraversa tutto il Continente, dal Nord al Sud, incrociando le vicende politiche di stati molto spesso in difficoltà a causa del Covid- 19, delle guerre e della siccità.
Non è un caso che l’Etiopia sia andata in default non pagando una cedola e che ora tratti per la ristrutturazione del debito
È il terzo default in Africa dopo Zambia e Ghana.
L’Etiopia non ha pagato una cedola da 33 milioni di dollari sul suo unico titolo di Stato internazionale da un miliardo di dollari e la siccità, con la mancanza di aiuti internazionali, sta provocando una profonda crisi alimentare nel Tigray (o Tigrè) regione popolata da 7 milioni di persone, in conflitto con Addis Abeba (fonte: Le Monde 6 gennaio 2024, solo versione cartacea).
Questa situazione fa comodo a Cina e Russia che da tempo hanno messo occhi e mani su molti stati africani.
Mentre la Francia è una ex “superpotenza” uscente ; basti pensare che non solo ha dovuto abbandonare le sue basi in Niger ma il suo personale ha dovuto lasciare- fatto inedito – la sua ambasciata lì: il paese africano non vuole più avere rapporti diplomatici con Macron.
Molti stati , come Burkina Faso , Mali, Repubblica Centroafricana o Niger sono deboli, magari poveri di materie prime– il Niger è un’eccezione perchè è un grosso fornitore di Uranio che, fino ad oggi dava alla Francia, ma sono molto interessanti a livello geopolitico. Il che significa in molti casi che, ad esempio, possono controllare i flussi migratori verso l’Europa.
E’ il caso anche della Tunisia, attanagliata dal cambiamento climatico – grave sécheresse = grave siccità – e dalle migrazioni dai paesi africani che si trovano a Sud, ma poverissima di risorse proprie.
In Tunisia le importazioni dalla Russia sono aumentate del 67% nel 2023 e la Russia – nella persona di Serguei Lavrov che ha appena visitato il paese – si è detta “pronta” a fornire ancor più cereali alla Tunisia (senza specificare quanti ne abbia già dati in precedenza e quanti ne sia disposta a dare con tariffe preferenziali).
Questa estate Putin aveva annunciato la consegna di cereali gratuiti a sei stati africani : Mali, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Eritrea, Zimbabwe, Somalia.
Da notare che , come segnala Le Monde : Nel 2023, l’Europa ha dovuto affrontare una ripresa migratoria dal Sud. È aumentato il numero degli arrivi di migranti e rifugiati nel Vecchio Continente via mare. Il transito attraverso la Tunisia e le Isole Canarie ha svolto un ruolo senza precedenti…
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in dodici mesi sono sbarcati 266.940 migranti e rifugiati – il 97% via mare – negli Stati del sud dell’Europa: Spagna, Italia, Grecia, Malta e Cipro.
Segno dell’erosione dei meccanismi di “esternalizzazione” del controllo delle frontiere dell’Unione Europea, sempre più negoziati con gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo, tale impennata segna un aumento del 67% rispetto al numero di arrivi nel 2022. risaliamo al 2016 e al 2015, quando l’Europa stava affrontando una crisi migratoria senza precedenti, per trovare cifre più elevate (rispettivamente 373.652 e 1,03 milioni). Il declino seguito a questo picco storico si è interrotto e le curve stanno ricominciando a salire…
Sotto: un articolo del 2022 sulla Tunisia.


