Il signor Lorenzetto ha scritto questi due articoli rispettivamente a Maggio 2004 e a Luglio 2012:
Il giornalista sarebbe tenuto ad assicurare ai cittadini un informazione: “qualificata e caratterizzata da obiettività, imparzialità, completezza e correttezza; dal rispetto della dignità umana… nonché dal pluralismo delle fonti cui (i giornalisti) attingono conoscenze e notizie in modo tale che il cittadino possa essere messo in condizione di compiere le sue valutazioni, avendo presenti punti di vista differenti e orientamenti culturali contrastanti”
( Fonte: sentenza n° 112/1993 della Corte Costituzionale)
Tutto ciò premesso i due articoli del signor Lorenzetto potrebbero intitolarsi:
“L’operato di Giuseppe passa dalle stelle alle stalle”.
In effetti nel suo primo articolo il signor Lorenzetto attribuisce a Bernardo Caprotti tutta una serie di meriti che di fatto sono del sottoscritto (vedasi frasi evidenziate in rosa).
Per capire chi ha fatto che cosa sarebbe bastato informarsi presso:
– fornitori, dipendenti di Esselunga e colleghi giornalisti di settore.
– il sottoscritto. Nel maggio 2004 stavo uscendo da Esselunga ma, avendone fondato l’ufficio stampa, non avevo mai negato un colloquio ad un giornalista.
Negli anni successivi al 2004, i miei siti www.villasanvalerio.it ( inaugurato nel 2007 e visitato, all’epoca, da circa 30’000 persone all’anno) e www.giuseppecaprotti.it, creato nel 2012, hanno pubblicato articoli riguardanti il mio operato passato su:
“Clicca il pomodoro” ( “Esselunga a casa”, da cui dipendevano le consegne a domicilio), Coca- Cola, Non Food, Bio, e altri argomenti (es. per il latte per neonati e per le negoziazioni con i fornitori, vedasi il caso Nestlè e la pace fatta con Barilla), senza che questi venissero smentiti o contestati da alcuno.
Il sig. Lorenzetto ignora anche quel che diceva di suo figlio, il padre Bernardo, poco prima di nominarlo amministratore delegato.
Non si è neanche posto la domanda:
“come mai Giuseppe è diventato A.D. di Esselunga?”
O ancora:
“E’ possibile che il padre abbia preso un simile granchio, nominando un incapace, dopo che il figlio era già stato in azienda per ben 16 anni (facendo il buyer, il direttore acquisti,il direttore marketing, il direttore commerciale e il direttore operativo di Esselunga) ?
L’articolo pubblicato su L’Espresso del 4 giugno 2013 ci sembra un’ottima risposta a quanto affermato da Lorenzetto nel suo secondo articolo.
Sui derivati alleghiamo anche questa lettera del dottor Carlo Salza , attuale A.D. di Esselunga, a Bernardo Caprotti (e che io avevo ricevuto in copia).
Essa chiarisce le tempistiche degli investimenti effettuati dalla Direzione di Esselunga.
Nel 1998 ero a capo degli Acquisti e del Marketing, non della direzione Amministrazione, Finanza e Controllo che dipendeva dal dottor Bernardo Caprotti.
La lettera e il memo di cui sopra sono le uniche informazioni che io ho ricevuto all’epoca sui derivati.
Il fatto che le abbia ricevute entrambe nel 2003 chiarisce ulteriormente la situazione.
Aggiungiamo inoltre che:
– nel Lodo non vi è traccia della parola dominus
– Giuseppe non rappresenta la “terza generazione” dei Caprotti
– Giuseppe è stato vicepresidente dal 1998 e non dal 2000 (“già da due anni vicepresidente”), v. biografia di Giuseppe Caprotti
– sui prezzi v. “Il signor Esselunga e il mistero dei prezzi” e prezzi praticati in Esselunga,
– nel 2003 Bernardo Caprotti non è mai stato malato (v. anche Esselunga contro Emmelunga). Lo è stato dopo aver estromesso il figlio dalla gestione dell’azienda, nel 2004. Ovviamente nessuno ha mai neanche pensato un secondo di effettuare “spoliazioni” di alcun tipo.
– la rete vendita non è mai stata mandata “a gambe all’aria”. Era quella di sempre.
– nessuno ha mai diviso i consumatori in “supermerkattisti” e “ipermerkattisti”. Rilevavamo sia supermercati che ipermercati, come avevamo sempre fatto.
– non ci risulta che l’e-commerce abbia perso 60 miliardi nel 2003, anche perchè – da quel che sappiamo – l’unico che riceveva dei dati di reddittività del comparto dal dottor Carlo Salza era Bernardo Caprotti.
E comunque qualsiasi possa essere stata la perdita del 2003 oggi, Esselunga, grazie al ns. sforzo, è leader incontrastato in un settore ad alta potenzialità di ulteriore crescita.
Sul “ciarpame manageriale”, considerando solo i primi “esodati”, ovverosia quelli mandati via con le mercedes nere, si può aggiungere che avevano minimo 5 anni di anzianità ed erano quindi stati assunti quando il figlio NON era A.D..
Uno di questi era stato scelto 7 mesi prima dal dottor Bernardo Caprotti per aiutarlo a sviluppare la rete di supermercati Esselunga, mentre il direttore delle risorse umane era stato assunto nel 1994 da Bernardo con il quale si confrontava e pranzava quotidianamente in mensa, a Limito di Pioltello .
Quest’ultimo si era perfino occupato delle sue questioni domestiche (portinaio, donna di servizio, etc).
La stragrande maggioranza dei 160 – e passa – manager (*) che se ne sono andati via dal 2003 ad oggi, erano stati assunti, promossi, etc. con scelte condivise tra padre e figlio e mediate dal direttore delle risorse umane, uomo di fiducia di Bernardo.
(*) da fine 2013 ad oggi hanno lasciato altre 4 persone che ricoprivano ruoli di spicco :
i signori Nicola Lista (capo area Vendite), Clemente Tassello (a capo dei bar di Esselunga), Giulio Comelli (a capo degli Acquisti del Pesce) e…

Massimo Opinio Cutillo (a capo della Sicurezza di Esselunga, nella foto sotto, con il berretto dei parà).
Come Gianni Lembo, Lorenzo Respighi (*) , Roberta Viviani , Paolo De Gennis , etc., usciti di scena in precedenza, questi 4 manager facevano parte della “squadra eccezionale” citata da Stefano Lorenzetto.
(*) da notare che sia Lembo che Respighi sono usciti da Esselunga prima che mi fossero revocate le deleghe, sono stati riassunti da Bernardo Caprotti per poi lasciare successivamente l’azienda… E non sono stati i soli ad aver avuto questo tipo di “percorso” (“esco, torno e me ne vado di nuovo..”).
Il quadro così delineato, anche dal settimanale L’Espresso, può essere completato con i seguenti dati sulla Reddittività di Esselunga, sulla Fidaty, e sulle le quote di mercato di Esselunga,
Quali sono invece le FONTI DOCUMENTALI del sig. Lorenzetto?
Inoltre: in questi ultimi anni sono stato contattato da molte persone, giornalisti e non.
Il signor Lorenzetto non era tra queste:
non mi ha mai interpellato per avere la mia versione dei fatti.
Lasciamo al pubblico il giudizio sul suo modo di operare anche se ci sembra che, come altre persone,(v. Due stonature nelle vicende dei Caprotti o Avrei ricevuto 88 mio. no erano 150),il signor Stefano Lorenzetto abbia parlato ” a vanvera”.
p.s.: la vicenda Lorenzetto – Caprotti ha transitato presso i tribunali di:
Milano, Verona, Roma (*), di nuovo Milano, Monza.
E si prepara ad approdare a Catania per incompetenza territoriale dei tribunali precedenti…
Per un aggiornamento su questa vicenda leggi qui.
In sostanza non si nega la diffamazione ma ogni volta si dice che tutto ha origine in un’altra città!
(*) Cassazione
Prima stesura del 14 novembre 2012


