Questo articolo è il seguito di : Coronavirus, a rischio la fornitura di frutta e verdura in tutta Europa, scritto con Mario Gasbarrino.
Legenda : IV Gamma = verdura in busta.
Punto primo :
1 Aprile 2020
Da Italiafruit News:
Eurospin, aste online per le insalate in busta
“Un’asta online dedicata alle buste di IV Gamma proprio nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus che, come abbiamo scritto nei giorni scorsi (clicca qui per leggere la notizia), non ha favorito le referenze ortofrutticole pronte al consumo. Un’asta che, come riportato nell’inchiesta dell’Internazionale (clicca qui per leggerla) ha portato Eurospin ad assicurarsi buste d’insalata mista da 200 grammi a 30 centesimi l’una, per una commessa da 200mila pezzi.
Un valore, come spiegano gli operatori del comparto, inferiore ai costi di produzione, visto che la referenza in questione per essere remunerativa dovrebbe essere ceduta all’insegna distributiva a un prezzo di almeno 50 centesimi. Ma alle coltivazioni – e non solo – poca importa del coronavirus e di come gli italiani hanno mutato le abitudini di acquisto: le insalate continuano a crescere nelle serre fino al prossimo ciclo e le aziende, pur di non buttare prodotto, accettano di abbassare i prezzi.
Ma un conto è la legge della domanda e dell’offerta, un altro è una situazione di mercato e del Paese mai affrontata in passato dove, come abbiamo ribadito più volte anche su Italiafruit News, il senso di responsabilità dovrebbe prevalere su logiche speculative.
Torniamo alle aste digitali di Eurospin. Il produttore interpellato dall’Internazionale ha spiegato alla rivista:
“A fine febbraio abbiamo ricevuto un’email da Eurospin che ci invitava a fare un’offerta al ribasso. Per aggiudicarsi l’asta, si finisce inevitabilmente per vendere una partita a un prezzo molto inferiore al costo di produzione”.
Le aste condotte da Eurospin – scrive l’Internazionale – sono state in tutto 25 e hanno riguardato diversi milioni di pezzi.
“Invece di sostenerci in questo momento di difficoltà, i nostri acquirenti ci costringono a vendere sottocosto. E noi non abbiamo alternativa”, conclude il fornitore della principale insegna discount d’Italia, che alla rivista conferma le aste:
“Essendo gli attuali contratti in scadenza, stiamo rinnovando gli accordi che riguardano gli approvvigionamenti dei prodotti di quarta gamma fino ad aprile del prossimo anno”. Ma sulla modalità di acquisto precisa: “Dalla metà dello scorso anno l’insegna non fa più uso di aste al doppio ribasso, aste a rilancio, aste al buio e di qualsiasi altro strumento che preveda rilanci telematici in diretta, sui prodotti alimentari”.
Pratica commerciale a parte, nell’attuale contesto ci sono categorie merceologiche – come IV Gamma e berries, ad esempio – che hanno poche armi con cui difendersi. Qualche attenzione in più da parte di chi distribuisce questi prodotti consentirebbe ai produttori di gestire meglio l’emergenza e di non farsi trovare azzoppati quando ci sarà la ripresa del mercato”.
Punto secondo :
La risposta di Eurospin , il 3 aprile, è stata : “Non abbiamo fatto alcuna asta al doppio ribasso sulla IV gamma.
Abbiamo rinnovato i contratti annuali in scadenza ad aprile. Dalla contrattazione sono derivati sia diminuzioni, sia aumenti dei prezzi all’acquisto, come avviene normalmente in qualsiasi rinnovo contrattuale”.
Punto terzo:
Sembrerebbe che la frutta e la verdura possano non essere svendute.
Anzi.
Come dimostra il caso delle arance, il cui prezzo è salito molto con il coronavirus.
Anche “berries” (sotto) a rischio?

Conclusione :
Sono entrato in Esselunga durante la crisi del vino al metanolo, nel 1986.
Quella non fù una pagina brillante della GDO, poichè morirono 23 persone a causa di vini adulterati.
Ho anche gestito di prima persona molte altre crisi alimentari, prima tra tutte la BSE (detta anche “mucca pazza“)
Tutto ciò premesso credo che la ricerca del “prezzo sempre più basso” sia una pratica malsana e controproducente per tutti : distributori, produttori e consumatori.
Ve lo dice un “distributore pentito”, che non ha mai fatto aste al doppio ribasso sulla frutta e verdura, ma che aveva iniziato a fare aste sui primi prezzi (marchio privato Fidel) con la centrale Esd Italia, nei primi anni 2000.
Vi segnalo in proposito questo commento di un mio contatto su LinkedIn, Vincenzo Salento.
Condivido in toto le sue parole, già espresse – in parte – con Mario Gasbarrino:
“l’idea di impiegare forza lavoro oggi sostenuta dal reddito di cittadinanza è assolutamente da condividere e dovrebbe essere attuata velocemente. Insieme però a uno snellimento altrettanto veloce (direi vitale) della burocrazia e una vera alleanza produttiva che ribilanci il peso della GD e consenta una paga oraria dignitosa…”
E il ministro Teresa Bellanova, visto che secondo Coldiretti mancano 370’000 stagionali, pensa, invece,solo
- a riaprire i flussi con Bucarest ( la gran parte dei lavoratori stagionali proviene dalla Romania)
- a modalità per indirizzare lavoratori di altri settori , come turismo e ristorazione, verso l’attività nei campi (Il Sole 24 ore del 4 aprile 2020).
Un’occasione persa: per risolvere i problemi della grande depressione del 1929, Franklin Delano Roosvelt usò i disoccupati per grandi lavori statali.
Si trattò di un’intervento temporaneo, per dare slancio al paese. Nel nostro caso vorrebbe dire anche : basta assistenzialismo, senza contropartite lavorative.



