Redatto il 6 aprile, aggiornato l’8 maggio 2024
Nel complesso le 60 teste quotidiane censite da ADS (ricordo che, ovviamente, la scelta di farsi certificare è libera e che alcune testate come Domani o Il Foglio preferiscono non farlo) hanno venduto nel giorno medio 1,466 milioni di copie, 132 mila in meno del 2022 (-8%) mentre rispetto al 2023 la flessione è di 255 mila copie medie (-15%). Se confrontati con i dati dei primi sei mesi si registra un lieve peggioramento.
Il canale edicola, 1,03 milioni di copie medie vendute, ha perso 126.300 copie nel giorno medio sul 2022 (-11%) e 250 mila copie medie sul 2021 (-19%), una flessione che sembra si sia stabilizzata intorno al 10% anno su anno. Con questa premessa il prossimo anno, con tutta probabilità, sarà quello nel quale il volume di copie vendute nel giorno medio tramite edicola scenderà, per la prima volta, sotto il milione di copie.
Il peso delle copie medie vendute attraverso questo canale (l’unico, ha valore ricordare, a prezzo intero) sul totale delle “vendite individuali” è stato, nel 2023, del 70% ancora (e nettamente) il principale canale di vendita, ma anche questa metrica è in flessione: nel 2021 infatti valeva il 75% dell’intero venduto…
Cresce invece il peso delle copie digitali sul venduto complessivo: nel 2023 sono il 23% del totale (341 mila copie medie), nel 2021 questo dato era fermo al 19%, un aumento quindi di quattro punti percentuali in due anni. Ma ovviamente bisogna distinguere tra le copie digitali vendute a un prezzo superiore al 30% di quello intero e quelle vendute tra il 10 e il 30% .
Come ho fatto notare altre volte in Italia la crescita delle copie digitali vendute è dovuto esclusivamente a quelle messe sul mercato a prezzi stracciati, che nel 2023 sono state nel giorno medio 148 mila contro le 193 mila vendute a prezzi superiori al 30%. Le prime registrano una crescita sul 2023 del 4% e del 25% sul 2021, mentre le seconde un -2% sul 2022 e un -7% sul 2021.
Ulteriore conferma — se ce ne fosse stato bisogno — che in generale gli editori italiani stanno puntando sugli abbonamenti digitali cheap rimandando ulteriormente la fase (prima o poi comunque necessaria) di conversione verso quelli premium.
Fonte (già utilizzata) : Lelio Simi #Mediastorm 91
Quali sono i rivali di questi media?
1) le piattaforme, come Google
2) i social.
Solo per dare una dimensione: ByteDance – che possiede Tik Tok – nel 2023 ha avuto un fatturato pari a 120 miliardi di $, con un + 40%.
Mentre Meta ha fatturato 135 miliardi di $.
Questi sono ormai i due giganti principali attraverso i quali passa un flusso di informazioni che sta diventando preponderante.
Ma mentre la % degli utilizzatori di Facebook che ottengono le loro notizie dal social è in discesa per Tik Tok sta accadendo esattamente l’inverso :
il gruppo cinese è in ascesa su tutti i fronti.
Raccolta pubblicitaria, e-commerce e news.
Ciò spiega anche perchè gli americani vogliano “bloccarli” ( Il Congresso degli Stati Uniti ha fatto un primo passo per costringere il proprietario cinese dell’app a venderla. L’azienda è in grado di reagire?).
L’unica eccezione è data da Instagram – dove la consultazione di notizie cresce – ed i video brevi che ormai dominano i social e nei quali Meta ha preso la leadership:
Tik Tok , negli USA, ha dichiarato avere 170 milioni di utenti. Le piccole imprese che lo utilizzano sarebbero 7 milioni (The Wall Street Journal 1° aprile 2024).
Riflessione finale : riguardando i dati italiani, relativi ai quotidiani sembra che il vero problema da affrontare sia quello della qualità dell’offerta digitale.
Gli unici social il cui ruolo sta crescendo nel controllo dell’informazione sono Tik Tok e Instagram, gli altri (anche LinkedIN) hanno un ruolo più contenuto e nessuna crescita.
Ma gli americani passano il 50% di tempo in più su Tik Tok di quanto ne passino su Meta.