- Del lobbying per negare il riscaldamento climatico, nel 2015, ho scritto:
“Exxon. Dei documenti interni, pubblicati recentemente dalla stampa americana, hanno mostrato che, a partire dalla metà degli anni ’70, il gigante degli idrocarburi faceva lavorare i propri scientifici sulla questione del cambiamento climatico. Nel 1977 , l’imminenza del riscaldamento non era messa in dubbio dal settore degli studi scientifici e tecnici della società. Nel 1982 – sei anni prima della creazione dell’Ipcc (ONU) – degli elementi scientifici suggerenti il potenziale catastrofico del riscaldamento erano trasmessi allo stato maggiore della Exxon …”
Il gigante del petrolio non solo ha fatto sì che tutto ciò fosse tenuto all’oscuro ma ha anche fatto una campagna nella quale negava il riscaldamento del pianeta.
“… sarà difficile, se non impossibile, scalfire la lobby delle energie fossili, una delle più potenti al mondo, coperta da valanghe di soldi : nel 2017 il Fondo Monetario Internazionale stimava i sussidi ricevuti da “Big Oil” a 5,2 trilioni di $ all’anno (1 trilione: 1000 miliardi)…”
- Ed ecco che , qualche giorno dopo, Le Monde svela : Exxon sostiene la “Carbon tax” (tassa sulle energie fossili) perchè sa perfettamente che non verrà applicata!
La gaffe è stata fatta da Keith McCoy, responsabile del lobbying di Exxon a Washington, registrato da Greenpeace.
- Il 6 luglio 2021 , parlando dell’Italia, potevo dire, riferendomi ad Eni e Snam :
I giganti del gas, energia fossile, sono però disposti a tutto pur di ostacolare il passaggio a un modello energetico diverso, indispensabile per limitare la crisi climatica. In sostanza predicano bene ma razzolano molto male, facendo greenwashing.
- Ma arriviamo al 15 luglio 2021 e alla pesca, dove un accordo tra 164 stati presenti al WTO potrebbe andare a buon fine, dopo i molti segnali sconfortanti degli ultimi anni.

La pesca riceve all’incirca 35 miliardi di sussidi dagli stati, Cina in testa.
Una delle voci maggiori di questi aiuti di stato sono i contributi per il gasolio (“fuel subsidies”), a conferma che il ventaglio dei contributi al settore delle energie fossili è molto ampio e trasversale.
Fonte: Walls Street Journal

Un articolo del Financial Times del 19 luglio 2021 conferma quanto esposto sull’Italia :
Renewables were often only added to increase capacity rather than replace existing polluting power stations, while in times of economic downturn renewable energy auctions were often cancelled…
Climate groups were left disappointed after June’s G7 summit in Cornwall ended without specific plans for new climate financing. “Action to tackle climate change is lagging, and time is running out,”
In sintesi le rinnovabili vengono aggiunte, non rimpiazzano le energie fossili. E tutte le azioni per contrastare il cambiamento climatico sono “in ritardo” (lagging).
E il 3 agosto 2021 il Financial Times – sotto – segnala che alcune aziende pertrolifere (es.: ConocoPhilips, appartenente al gruppo BP), stanno facendo lobbying presso le autorità di vigilanza americane (SEC) per evitare di dover dare più informazioni sulle loro azioni contro il cambiamento climatico che nell’ovest del paese è ormai visibile a occhio nudo ( e rischia di mettere in difficoltà agricoltura, industria idroelettrica e altre attività).
Sul negazionismo del cambiamento climatico ricordo che è successo anche con l’industria del tabacco che negava gli effetti nefasti del fumo e, alla fine, ha dovuto pagare multe per 246 miliardi di $.
p.s.: queste considerazioni tengono conto solo del mondo occidentale, infatti Il presidente cinese Xi Jinping ha più volte promosso l’immagine di un Paese impegnato nella lotta contro la crisi climatica. Ma nel 2020 la Cina ha investito 474 milioni di dollari nel carbone.
Leggi anche : Le aziende petrolifere hanno negato il cambiamento climatico
Redatto il 22 luglio ed aggiornato il 27 ottobre 2021



