Sopra : targa del Cotonificio Caprotti (*). Redatto il 13 ottobre 2013, aggiornato il 7 novembre 2022 .

Questo articolo è il seguito de l’Inventario dell’ Archivio Storico dei Caprotti.

Contiene vari documenti interessanti, tra i quali una pagella del 1912 di Giuseppe Caprotti, padre di Bernardo e nonno di Giuseppe.

L’archivio storico della famiglia e della Manifattura Caprotti (*), conservato dal dottor Giuseppe Caprotti, è di tipo aziendale e familiare.

Consta di 190 fascicoli, attualmente riuniti in 19 cartelle, e 23 grandi libri mastri, che coprono un periodo compreso fra il 1830 e il 1948 (con presenza di carte risalenti al XVII e XVIII secolo).

La documentazione testimonia la gestione e l’amministrazione dell’azienda di famiglia, e aspetti privati dei membri della famiglia Caprotti (lettere, fotografie, documentazione relativa alle loro proprietà agricole e così via).

Si tratta dunque di un fondo non grande, ma particolarmente completo e interessante per la storia di un’antica famiglia imprenditoriale lombarda e dell’azienda da questa fondata, tanto da essere stato fatto oggetto di uno specifico lavoro a cura di R. Romano, I Caprotti; l’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza, stampato a Milano per i tipi della Franco Angeli nel 1980.

(*) L’azienda tessile di famiglia ha cambiato nome più volte : da “ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe” a Società anonima Cotonificio Caprotti, per poi diventare Manifattura Caprotti

 

LA FAMIGLIA
senza data [ma 1863] Nota degli effetti consegnati al figlio Giuseppe per l’impianto di sua casa all’epoca del suo matrimonio mm. 250×370 Nota delle forniture di arredi e biancheria consegnate da Bernardo Caprotti al figlio Giuseppe all’epoca del suo matrimonio con Giuseppina Polti.
1866 maggio 12, Voghera L’ussaro Carlo Caprotti mm. 275x195Nel maggio 1866, quando si stava preparando la Terza guerra d’indipendenza, Carlo Caprotti, fervente patriota, praticamente scappò di casa per arruolarsi nel reggimento Ussari di Piacenza, piantando in asso il fratello Giuseppe e gli affari della ditta (ma continuando a dispiacersene). Il 12 maggio scriveva a Giuseppe un telegramma col tono che avrebbe poi contraddistinto tutta la sua breve permanenza nell’esercito: Caprotti Seregno espresso Albiate./Non ricevendo martedì carte chieste, vado con Garibaldi, quantunque preferendo affari. Risposta telegrafica./Caprotti.Il 16 maggio faceva scrivere da un sottoposto che il signor Carlo è arruolato e completamente vestito, è un bell’ussero, ma aveva pochissimo tempo per occuparsi d’altro che del deposito di Voghera cui era stato assegnato. Si stancò ben presto dei tediosi compiti che gli erano toccati, dell’atmosfera che regnava – gli rubarono pure il portamonete –, e scriveva al fratello di non vedere l’ora di poter tornare a casa per occuparsi dei suoi affari, come risulta da una lettera del 16 agosto in cui, peraltro, comunicava a Giuseppe di non farsi vedere a Voghera prima di dieci giorni, dovendo scontare una punizione per essersi finto malato.
1875, 1891 e senza data L’educazione e il ruolo delle donne: le sorelle Caprotti, figlie di Bernardo e Carolina Candiani. Come tutte le ragazze di buona famiglia, le cinque sorelle Caprotti furono educate negli istituti riservati all’istruzione femminile, ove imparavano quelle che, di fatto, erano una delle principali componenti immateriali della dote da portare al futuro coniuge: la padronanza della buona educazione, della conversazione, delle pratiche religiose e di beneficenza, nonché della musica e delle arti applicate come il ricamo, la pittura finalizzata alla creazione di quadretti e ceramichine (lavori che poi venivano disseminati per tutta la casa o nelle chiese) o, come si vede da questi esempi, la bella calligrafia e l’arte dello scrivere, anche in poesia. Le donne Caprotti furono sempre presenti nelle istituzioni benefiche locali – non si dimentichi che esisteva ad Albiate l’“Opera pia Candiani-Caprotti” per l’assistenza ai vecchi e agli infermi –, e arricchirono la chiesa parrocchiale di inginocchiatoi, calici e paramenti sacri, affermando anche così, nel proprio ambito sociale, e con mezzi visivi da tutti immediatamente percepibili, l’importanza e il posto di preminenza ricoperto dalla loro famiglia nella comunità.
senza data [ma anni ’60 circa]Poesia di Luigia Caprotti dedicata alle sorelle Virginia e Giulia in occasione del Natalemm. 211×135
1875 novembre 2, Monza Lettera di auguri di Leopoldina Caprotti (suor Maria Bernardina) alla madre Carolina in occasione dell’onomastico mm. 210×135
1891Biglietto di auguri di Virginia Caprotti al fratello Giuseppe in occasione dell’onomastico mm. 116×240
1887Taccuino di poesie di Antonio Caprotti mm. 75x110Antonio, figlio di Bernardo, morto neppure trentenne, fu un adolescente indisciplinato e disastroso negli studi, fors’anche perché, al contrario dei fratelli, non era assolutamente portato per gli affari, preferendo scrivere lettere e poesie d’amore, come quelle contenute in questo piccolo taccuino del quale viene esposta (e di seguito trascritta) la poesia dal titolo Roseo orizzonte:Serena e lieta d’amorosa fede/La nostra vita sia simile a quella/De le colombe, e il piede/Non volgerem per l’ampie fragorose/Città di cento traffici. Tra quelle/Genti scaltrite, Maria, il nostro amore/Non metterebbe mai foglia né fiore./Credilo, non fan che sia/La vita semplicetta/Del paesello ov’io nacqui, ed ove/Come i monti ed i campi e l’aria e il cielo/Splendidamente ne fioriscono i giorni/Forti, liberi e schietti. E chi di loro,/Chi potrebbe sentir la tua parola/Il tuo dolce sospiro, il tuo sorriso.
1912 Pagella scolastica dell’alunno Giuseppe Caprotti (quarta classe elementare. Giuseppe era mio nonno ed era soprannominato Peppino) mm. 250×165
L’AZIENDA
1867 luglio 26, Ponte Albiate Lettera di Carlo Caprotti ad Ambrogio Radaelli, di Gerno. In Corrispondenza e fatture dal 15 aprile al 31 luglio 1867 – 2, foglio 472 Registro copialettere, mm. 300x245I numerosi copialettere, dove veniva ricopiata tutta la corrispondenza spedita ogni giorno, sono fonte preziosissima per lo studio dell’andamento quotidiano dell’azienda. Vi si possono trovare le lettere inviate a clienti e fornitori, solleciti, precisazioni, spesso scritti in un linguaggio diretto e colloquiale, tipico di un’epoca in cui i rapporti personali erano ancora alla base di qualunque rapporto economico. Certo noi oggi noi oggi ci stupiremmo di leggere una lettera d’affari così scritta, come ad esempio queste poche righe mandate a un fornitore probabilmente troppo insistente: A quanto pare voi non fate alcuna attenzione a quanto vi si scrive. Se con mia 24 corrente vi dico che dei vostri mattoni non ne voglio più, bisogna forse che ve lo scriva a caratteri cubitali? Dei vostri mattoni non ne voglio assolutamente più. Avete capito ora? Tanto a vostro governo, e con stima vi riverisco. Per Bernardo Caprotti di Giuseppe, Carlo figlio
senza data [ma 1840], Orvieto Lettera della ditta Augusto Irace mm. 280×190 La lettera della ditta Irace è un esempio indicativo di come venivano formulate le richieste alla Caprotti: Fodera materazzo bleu solido/Bordato tinto in olio/Filtorto per uomo/Bordato straforte color solido/Bordati comuni, e di questi se ne fa il maggior consumo, massime poi se son belli disegni e tinte, e buon prezzo./Questi sono i tipi de’ generi per le nostre campagne, e si desidera conoscere i prezzi ristretti nelle altezze relative, e le condizioni che potrebbero fare coteste fabriche.
10 1876 gennaio 20, Lecc oLettera della ditta Antonio Polti mm. 140x280Si tratta di una vera ricevuta, prestampata nella ricca ed elegante grafica che usava all’epoca, in cui si quietanzava alla Caprotti il compenso dovuto per il disegno eseguito dei tre campioni di stoffe allegati.
11 1876 luglio 8, Carate Brianza Lettera della ditta Motta & Brambillamm. 210x270Nel testo della lettera si specifica alla Caprotti di restare precisissimi ai disegni commessi nelle camicie crociate, perché dei due campioni acclusi ne avevano già ricevuto una pezza in più rispetto al numero commissionato. Si raccomanda poi di inviare le pezze relative al disegno più grande con molto orange, ossia molto aranciate.
12 1876 luglio 28, Bologna Lettera della ditta Melloni Luigi fu Giuseppe mm. 220×265 Luigi Melloni domanda all’azienda Caprotti se è in grado di eseguire per lui in tela Marcella i disegni che figurano sui campioni allegati, e altri che avrebbe mandato in seguito dopo aver ricevuto risposta positiva dalla ditta albiatese, chiedendo nel contempo quale prezzo ristrettissimo (ossia quale sconto) si sarebbe potuto praticargli.
Regolamenti Aziendali
I due regolamenti mostrano l’evoluzione avvenuta in trent’anni nella gestione dello stabilimento albiatese: dalle prime, semplici regole, comprese quelle del doveroso decoro che ogni operaio doveva mantenere (si vedano ad esempio i punti 6. e 7. del primo regolamento), all’assimilazione di regole e leggi a protezione delle maestranze, a cominciare da quelle per la prevenzione degli infortuni, cui i Caprotti prestarono sempre molta attenzione (punti 17 – 36 del secondo regolamento).
13 1869 novembre 1Regolamento per lo stabilimento della ditta Bernardo Caprotti di G[iusepp]e al Ponte di Albiate mm. 425×340
14 1899 gennaio 1Regolamento per l’opificio industriale della ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe, Ponte Albiatemm. 620×430
AMMINISTRAZIONE DI BENI E PROPRIETA’
15 1893 dicembre 23, Palermo Copia di atto di compravendita con cui i fratelli Bernardo, Antonio, Emilio e Giovanni Caprotti di Giuseppe acquistano dal duca Cesare Ajroldi Marino, duca Cruyllas la proprietà di Villa San Valerio ad Albiate mm. 215×310
16 1864 giugno 29, Ponte Albiate Lettera dell’impiegato G. Brambilla a Giuseppe Caprotti (“signor Peppino”)mm. 200x140L’impiegato della ditta fornisce a Giuseppe Caprotti, in una grammatica un po’ stentata, informazioni che riguardano sia l’onnipresente allevamento dei bachi da seta – industria fra le maggiori della Brianza del secondo Ottocento, e interessante anche le proprietà Caprotti – sia la produzione dell’azienda tessile:Preg[iatissim]o sig[nor] Peppino/(…)/Siccome, il Suo Signor Papà, ricevuta di m[issiva] 27 corr[ente], dice di scrivergli se la n[ostr]a semente è eguale a quella del fattore di Buffalora, mentre glie lo dicevo appunto nella med[esim]a lettera; così a scanso d’ecquivoci <sic!> credetti bene chiedere informazione verbale dal d[ett]o fattore ed appunto qui sotto trascrivo ciò che mi riferì, onde ella possa informarlo./”La galetta giapponese verde e bianca è mischiata, non potendosi fare a meno p[er] combinare i maschi colle femmine. Nei primi due giorni nacquero le farfalle un po’ scure ed in particolare i maschi, ma ricevetti poi lettera dal med[esim]o che m’aveva data la galetta e mi disse non intimorirsi che dappertutto nascono così e quindi tanto la mia come la sua e quella d’altri è tutta uguale. Nell’ultimo giorno però nacquero farfalle un po’ più belle, sul complesso procedono bene”. Queste sono le precise parole del fattore./Ricevo lettera del sig[nor] Turati che spedisce le pezze tinte cenere e dice sapersi regolare, che in vista di sue occorrenze non potrà per l’avanti prendere impegni circa il tingere manifatture. Il s[ignor] Zuppingher scrive che ha dei bellissimi organzini dal N. 20 al 24 ed occorrendo filerebbe anche numeri superiori, e desidera spedirci un campione p[er] prova, tanto n’è bella la qualità, e ne farà conveniente il prezzo. Attende riscontro./Null’altro che dist[intamente] riverirlo/Devot[issimo] servo/G. Brambilla.
17 1896 Conti dell’azienda agricola mm. 375×280 La lista riporta gli acquisti per l’andamento dell’azienda, in generale foraggi (principalmente fieno e avena) e i cosiddetti appendizi, ossia il pollame fornito per contratto (pollastre, capponi, anitre e tacchini).
18 1913 gennaio 23 Esistenza vini in cantina padronale al 23 gennaio 1913 mm. 280×220 L’elenco dei vini e liquori conservati nella cantina Caprotti, attentamente diviso per locali e misure delle bottiglie (di cui a volte viene indicata pure la casa produttrice), riporta tipologie e annate di vini ancor oggi famosi o comunque noti, e provenienti per lo più dall’Italia: Valle Pantena, Lacrima Cristi, Grumello, Gattinara, Aleatico, Cortemiglia, Sardo, Moscato, Grignolino e altri, con l’aggiunta di liquori – cognac, acquavite – aceto bianco e rosso e, stivate nel primo locale, 43 bottiglie di salsa di pomodoro.
I CAPROTTI FIGURE PUBBLICHE
19 senza data [ma post 1859]Minuta di regolamento per la Guardia nazionale di Albiate mm. 290×210, cc. 13 La «Guardia nazionale» era un retaggio del 1848, estesa a tutto il territorio italiano con legge del 1861, completamente staccata dall’esercito, agli ordini delle autorità civili. I suoi compiti consistevano nel mantenere l’ordine interno e, se necessario, nel concorrere con l’esercito alla difesa delle frontiere. La funzione principale della Guardia, però, corpo militare vero e proprio – tant’è vero che annoverava ufficiali, sottufficiali, graduati, truppa, il cui servizio era scandito da rulli di tamburi, sbattimenti di tacchi, ordini secchi, presentatarm e quant’altro – era il vigilare al buon ordine e alla pubblica sicurezza, impedendo assembramenti sospetti e accorrendo al primo grido di soccorso per arrestare ladri e malfattori in genere. Con una specifica importante, però, e bellissima nella sua semplicità (art. 26°): adoperando le belle maniere prima di passare all’arresto.
20 senza data [ma post 1859]I membri della Guardia nazionale di Albiate Stampa fotografica, mm. 140x170Albiate, Villa San Valerio, Archivio Caprotti, busta 121, fascicolo 7Fotografia degli effettivi che componevano la Guardia nazionale di Albiate, tra i cui ufficiali possiamo agevolmente immaginare di vedere un Caprotti, anche se al momento non è stato ancora possibile stabilire chi e quale fosse tra i personaggi fotografati.
21 1859 novembre 16, Milano Ricevuta di versamento rilasciata dall’Associazione unitaria italiana a Bernardo Caprotti per l’acquisto di fucili proposto dal generale Giuseppe Garibaldi mm. 130×100
22 1875 ottobre 15, Milano Invito a Giuseppe Caprotti a un ballo di corte mm. 200×140
23 1900 maggio 27 Volantino di propaganda elettorale di Carlo Caprotti mm. 285×220
24 1904 dicembre 19, Albiate Copia di verbale di deliberazione delle Giunte municipali di Albiate e Sovico per la nomina provvisoria del medico consorziato (sindaco di Albiate: Bernardo Caprotti) mm. 210×310
I DOCUMENTI PIÙ ANTICHI
25 1685 giugno 12, Rancate Vendita fatta da Antonio Villa ad Antonio Caprotti di due spazi uno inferiore e l’altro superiore al Ponte di Albiate, rogata da Ferrando Glusciano not[ai]o di Mil[an]oCopia autentica di atto notarile, cartaceo, mm. 280×195, ff. 4Antonio Villa del fu Battista, di Ponte Albiate pieve di Rancate, vende ad Antonio Caprotti del fu Giovanni Battista due loca (spazi), uno sito al piano superiore e uno al piano inferiore, con una porzione di terreno ove sorgono alcune piante di gelso, sito nello stesso luogo di Ponte Albiate.
26 1764 aprile 11, Monza Istromento de una casa conprata da Girolamo Canzi da Triugio il dì 11 aprille 1764, rogata del signor fiscale Caupini di MonzaCopia autentica di atto notarile, cartaceo, mm. 278×195, ff. 8Gerolamo Canzi del fu Giuseppe, di Triuggio pieve di Agliate, vende a Flaminio Caprotti del fu signor Giuseppe, di Ponte Albiate ma attualmente dimorante in Monza, acquirente a nome suo e dei fratelli Gerolamo e Giovanni, una casa con stalla sita in Ponte Albiate.

27 1765 novembre 6, Roma Reliquia di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, e relativo certificato di autenticità Cartaceo, mm. 265×195; teca in argento, oro, seta e cristallo, mm. 35×23 Tra le antiche carte Caprotti è stata ritrovata questa minuscola reliquia, munita di certificato di autenticità. La teca che la racchiude è un piccolo gioiello in perfette condizioni, montata in argento, oro, seta e cristallo molato, con cartiglio identificativo (Annæ m[ater] B[eatæ] V[irginis] M[ariæ]) ancora perfettamente leggibile, e sigillata con filo serico fissato sul retro mediante bollo di ceralacca integro.
SPIGOLATURE d’ARCHIVIO
28 1895 settembre 15, ParigiV. Dumesnil, L’établissement Bernardo Caprotti di Giuseppe à Ponte Albiate (Prov. De Milan), dans «L’Encyclopédie Contemporaine illustrée», Paris, 15 settembre 1895 [La ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe a Ponte Albiate, provincia di Milano, in «L’enciclopedia contemporanea illustrata», Parigi, 15 settembre 1895]Cartaceo, mm. 400x320L’articolo fa parte di una serie scritta sulle industrie tessili in Italia, in occasione dell’Esposizione universale di Bordeaux dove la Caprotti era presente con un proprio stand. L’azienda veniva definita di primo piano, e il giornalista rimarcava immediatamente, per averlo constatato di persona durante una sua visita, il felice e benefico influsso ch’essa aveva nel contribuire ad assicurare il benessere a un gran numero di operai della regione. Fu la seconda impresa a introdurre la fabbricazione meccanica nell’industria italiana, nel 1866, ed era tuttora dotata dei più moderni mezzi di produzione, che i proprietari, i figli di Giuseppe (del quale è pubblicata la fotografia), facevano visitare con “franca cordialità” a tutti i visitatori che desiderassero conoscere il percorso della tessitura moderna. Le cifre della produzione – quasi tre milioni di metri di stoffa all’anno a prezzi di forte concorrenza, sempre migliorati e aggiornati senza aumentarne i prezzi al consumo –, il reparto di tintoria, uno dei punti di maggior forza, più di 500 operai impiegati stabilmente nelle migliori condizioni di lavoro e un fatturato di circa due milioni e mezzo ne facevano un’organizzazione industriale che, a detta del giornalista, aveva pochi rivali in Italia. Nonostante i successi, i proprietari avevano deciso di evitare qualunque genere di pubblicità invadente o aggressiva, e di non partecipare che a pochissime esposizioni sia lombarde sia internazionali, potendo così vantare solo poche distinzioni di merito, anche se di valore: la medaglia d’argento all’Esposizione provinciale di Monza nel 1871, la medaglia d’oro all’Esposizione agricola e industriale di Como del 1872, la medaglia d’argento all’Esposizione nazionale di Milano nel 1881 e infine la medaglia d’argento all’Esposizione internazionale di Bordeaux di quell’anno. La Caprotti sarebbe stata presente anche all’Esposizione di Atlanta, allora in preparazione, grazie alle numerose esportazioni dei suoi prodotti nel Nuovo Mondo. Là – il giornalista ne era certo –avrebbe certamente ricevuto la definitiva consacrazione che un’azienda, la quale dava il maggior lustro possibile all’industria del suo paese, aveva il diritto di aspettarsi.
29 [1893 – 1896]  Dati e formule di base per l’inventario Cartaceo, mm. 301x221Si tratta delle istruzioni interne per l’esposizione dei filati e la compilazione dell’inventario di magazzino dell’azienda Caprotti alla fine del XIX secolo. Questa pagina in particolare riguarda il Riparto Water, ossia i filati di cotone a singolo capo (denominati, per l’appunto, water).
33 [1830 ? – 1907] Manifattura Caprotti, logo.
31 [1906– 1917] Manifattura di Valle Camonica, Titolo di 10 azioni al portatore; 1909 Impresa fondata da Bernardo Caprotti, concorrente della manifattura Caprotti (di cui Bernardo rimase azionista) gestita dal fratello Emilio.La manifattura di Valle Camonica venne liquidata tra il 1913 e il 1917.
32 [1907– 1923] Società Anonima Cotonificio Caprotti Matrice di titoli al portatore, 10 azioni, 3° emissione, 1912
34 [1830?– 1907]Manifattura Caprotti, logo del 1830.
30 [1923– 1999]Manifattura Caprotti, logo.
35 [1830?– 1907]Manifattura Caprotti, etichette poste sui tessuti.
36 [1830?– 1907]Manifattura Caprotti, etichette poste sui tessuti.
37 [1830?– 1907]Manifattura Caprotti, etichette poste sui tessuti.
38 Inventario del 31 dicembre 1908, Società anonima Cotonificio Caprotti. Etichette poste sui tessuti.
39 Inventario del 31 dicembre 1908, Società anonima Cotonificio Caprotti. Etichette poste sui tessuti.
A cura di Eleonora Sàita e Giuseppe Caprotti (testo sugli archivi di E. Sàita)

Fonti e bibliografia di riferimento:

Albiate, Villa San Valerio, Archivio storico Caprotti, elenco sommario a cura di Elena Pozzi, inventariazione a cura di E. Sàita, 2006R.

Romano, I Caprotti; l’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza, Milano, 1980R. Romano, Manifattura Caprotti S.p.A., scheda in Gli archivi d’impresa nell’area milanese. Censimento descrittivo, a cura di D. Bigazzi, Milano, 1990, p. 147

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