Mondelez si sforza nell’alzare le paghe e ridurre il lavoro minorile in Costa d’Avorio e Ghana.
La multinazionale, che detiene i marchio Toblerone ma che fabbrica anche il cioccolato Milka e Cadbury, investirà 600 milioni che si aggiungeranno ai 400 che aveva già investito nei 10 anni precedenti.
La mossa viene fatta prima dell’annuale incontro della World Cocoa Federation che è stato boicottato dai governi del Ghana e della Costa d’Avorio.
Chi coltiva il cacao in Ghana percepisce 1$ al giorno, mentre in Costa d’Avorio la somma arriva appena a 78 centesimi di $.
Ben sotto la soglia dei 2,15 $ al giorno limite della povertà assoluta, stabilita dalla Banca Mondiale .
Il problema è che gli attori in questa vicenda sono più di due : oltre ai paesi produttori – che rappresentano il 60% delle fave di cacao mondiali – e agli acquirenti come Mondelez, Ferrero, Mars o Nestlè, ci sono gli intermediari.
Poi c’è anche l’organizzazione del commercio equo e solidale Fairtrade.
Mondelez dovrebbe pagare il cacao con il prezzo stabilito da quest’ultima.
Lo scrivo al condizionale perchè le ONG che si occupano del settore sono molto scettiche in proposito: il sistema favorisce gli acquirenti, i traders e i consumatori. Non gli agricoltori, dicono.
Sotto : lavorazione delle fave di cacao.



