Vincenzo Chierchia è citato a pagina 123 e 281 del mio libro.
A pagina 123 ho scritto:
L’appartamento al terzo piano
Dopo il socio e amico di famiglia Marco Brunelli, anche la madre e i due fratelli escono dalla vita di Bernardo. Per molti anni, in realtà, con Guido e Claudio restano alcuni beni indivisi. Tra questi vi è una tenuta in Corsica, nei dintorni di Porto Vecchio, occupata da un uomo che vi ha ammazzato un turista e installato abusivamente un campo di nudisti : la notizia verrà pubblicata da Vincenzo Chierchia su “Il Sole 24 ore”, negli anni 2000, un fatto che desterà grande rabbia in Bernardo. Cerco di spiegare a Vincenzo che la notizia non ha rilevanza economica ma solo personale- ricordo una lunga telefonata con lui, ero in corso Magenta, al cellulare- ma il mio tentativo va a vuoto e vengo accusato di aver provocato la stesura dell’articolo…
Questo era uno dei pochi documenti che non ero riuscito a recuperare nel mio archivio per la stesura di Le ossa dei Caprotti.
Poi Vincenzo mi ha letto, ci siamo scritti e mi ha mandato il pezzo.

Lo ripropongo perchè è interessante per vari motivi :
1) ho detto in conferenza stampa, il 17 ottobre 2023, che mi padre era interessato ad un progetto immobiliare a Punta Ala che poi era sfumato.
Ecco questa era un’area alternativa che, se non ci fossero stati i nudisti ed Agostini (uno di loro aveva veramente ammmazzato un uomo sulla spiaggia), avrebbe sicuramente voluto sviluppare.
L’area , dove eravamo stati insieme tanti anni fa, non era quindi , almeno per mio padre un “oggetto un pò misterioso” come dice sotto Vincenzo Chierchia.
Bernardo aveva semplicemente seguito la sua inclinazione – che era di fare l’immobiliarista – prima che gli capitasse l’occasione dei supermercati, con Marco Brunelli e Nelson Rockefeller.
2) Esselunga, all’epoca, era veramente in vendita. Questo articolo me lo ha riconfermato. Lo dico perchè c’è chi – in rete – invece di vedere il lato positivo (stop ad un’eventuale acquisto di Esselunga da parte di Walmart) ha criticato il fatto che avessi fatto un’offerta per le quote delle mie sorelle.
3) è interessante storicamente anche perchè si capisce come mai l’immobiliare del gruppo sia stata battezzata La Villata.

Il caso Villata/ Chiude al pubblico l’area del patron di Esselunga sull’isola
Caprotti, la Corsica e i nudisti
Questa volta Bernardo Caprotti, patron della catena di grande distribuzione Esselunga, non ha fatto arrabbiare i sindacati, ai quali da anni ha di fatto sbarrato le porte dell’azienda, o i suoi concorrenti, per le aggressive politiche commerciali.
A prendersela con Caprotti sono le associazioni di turismo naturista di mezza Europa, per quello che è stato definito l’affaire Villata. In pratica gli appassionati del genere sono sul piede di guerra perchè da qualche giorno ha chiuso i battenti uno dei luoghi cult di questo tipo di vacanze in tutto il Mediterraneo: l’area naturale di Villata, a pochi chilometri a nord da Porto Vecchio, in Corsica. Le associazioni naturaliste ora temono che si inneschi la rincorsa della speculazione edilizia. E, quindi, si sono molibitate. L’area conta una cinquantina di ettari di macchia mediterranea lungo il mare e in buona parte (verso il mare) è di proprietà di Caprotti. Per l’altra parte quella interna fa capo alla famiglia corsa Agostini formata, a sua volta da diversi componenti.
Questi terreni vennero rilevati dai Caprotti una quarantina di anni fa, quando nell’isola che i francesi chiamano simpaticamente “Kalliste”, ossia “la più bella”, il turismo di massa non era neppure immaginabile. A portare avanti l’operazione in Corsica all’epoca furono i tre fratelli Caprotti, Bernardo appunto con Claudio e Guido.
Poi l’interesse nel tempo è scemato e Bernardo è rimasto da solo. E questa proprietà nella famiglia Caprotti sembra abbia coistituito un oggetto un pò misterioso, lontana dal core business dei supermercati, ma anche poco redditizia visto che la gestione è stata esercita dalla famiglia Agostini, e si vocifera di un contenzioso sui fitti.
Nel prosieguo degli anni Villata ha quindi conquistato un ruolo di riferimento per le associazioni di turismo naturista a livello internazionale (è stato tra i primi siti dal 1958). Fino all’epilogo dell scorse settimane.
Il gruppo Esselunga oggi è in vendita. Caprotti stesso ha assicurato di lavorare ad un’operazione di alto profilo, ma scorporando gli immobili commerciali (valore un miliardo circa di euro) e conferendoli a una società che si chiama che si chiama – guarda caso – La Villata Spa con un capitale di 45 milioni di euro. Nel frattempo Caprotti avrebbe chiesto agli Agostini di acquisire anche le loro quote dell’area naturista corsa. Ma all’appuntamento dal notaio si sarebbero presentati solo alcuni componenti della famiglia Agostini. La contromossa di Caprotti sarebbe quindi stata quella di scindere gli accordi con gli Agostini, sgomberare i terreni, determinando di fatto la chiusura della Villata, impedendo l’accesso al mare.
E così i naturisti di mezza Europa si sono mobilitati. Hanno costituito un’associazione, Amici di Villata, e un sito www.amicidivillata.com, aprendo un confronto con Caprotti per evitare che in qull’angolo di Paradiso arrivino le ruspe.
Vincenzo Chierchia
Il Sole 24 ore, mercoledì 18 gennaio 2006



