La galleria fotografica di questo sito è stata aggiornata.
Vi si trovano foto relative a punti di vendita e a miei viaggi perché queste due cose per me non sono disgiunte.
Unisco sempre “l’utile” e il dilettevole.
Nel caso delle ultime due serie di foto relative alla ristorazione e alla distribuzione food negli Usa e in Canada si evidenzia come ormai tutto sia “contaminato” .
Perfino le foto di questi album sono mescolate, visto che Whole Foods, Eataly e 7- Eleven (di cui abbiamo già parlato) hanno , oltre alla vendita di prodotti, ampie zone bar- ristorante e o di vendita di prodotti da portar via e mangiare in strada o a casa.
E la conferma arriva da questo testo tratto da Gdoweek:
“…la moda dei mix tra grocery store e restaurant, che negli Usa genera un fatturato superiore ai 10 miliardi di dollari , comincia rapidamente ad affermarsi anche nei mercati asiatici. In prima fila c’è il Giappone, dove tanti player della distribuzione hanno fiutato l’opportunità di assicurarsi margini elevati, attirando più clienti nei loro store e migliorando sensibilmente la shopping experience…”
Un indicatore molto importante di come il baricentro si stia spostando dai consumi in casa a quelli fuori casa viene dal mondo del caffè.
Lì la famiglia Reimann , investendo dal 2012, 30 miliardi di $, ha creato il secondo più grande gruppo del caffè al mondo (JAB Holdings) , dopo Nestlè (9,6% di quota contro il 22,6% della multinazionale con sede a Vevey e il 2,5% di Lavazza e il 2,5% di Starbucks, fonte Le Monde 8 Maggio 2018).
E lo ha fatto:
a) acquisendo torrefattori (Mondelez e DE Master Blenders 1753).
b) produttori di capsule (Keurig Green Mountain)
c) catene di bar- fast food come Peets’coffee e Caribou Coffee (mentre Nestlè comprava 55 caffetterie Blue Bottle).
C’è da dire che secondo Il Sole 24 ore del 25 Maggio 2018 il business del caffè dovrebbe raddoppiare dal 2000 al 2020, in Europa e negli USA.
Nel 2000 i ricavi del settore erano di 36 miliardi di $ con il 66% venduto nella grande distribuzione e il 33% nella ristorazione.
Nel 2020 la ristorazione peserà il 54% e il retail- in Europa e negli USA solo il 46% (su 74 miliardi di $).
Nel frattempo JAB è entrata, comprando la catena di Pret à Manger , nel comparto della ristorazione veloce (cibo freddo e caldo).
Fondata a Londra nel 1986 Pret à Manger ha 530 negozi, tra i quali un centinaio negli USA.
Da notare che – tra le tante insegne (Esselunga ha debuttato nei bar negli anni ’90, ispirandosi da quel che succedeva negli USA, alla Dominck’s ) – anche Whole Foods – Amazon ha una suo bar- tavola calda (foto sopra) che a Columbus Circle, a ridosso di Central Park, a New York, non è sicuramente all’altezza della zona, ricca e centrale.
Quello di Bryant Park è decisamente meglio: lo trovate nella galleria delle foto.
In Italia va invece citata, in positivo, la food court di Rinascente di Roma.
E il fenomeno del mix tra ristorazione e vendita di prodotti è evidente anche da noi: al Citylife Shopping District, ad esempio, Feltrinelli è presente con due ristoranti (foto sotto).
In uno dei due – Red Eat Dream – è presente un assortimento di libri e della cancelleria ma nello “Shopping District” non c’è una libreria Feltrinelli, con soli libri…
Il grande difetto di Citylife Shopping District è che le sue attivittà non sono raggruppate se non in due centri distinti (Anteo / ristoranti e Carrefour/Habitat) con una grande dispersione di insegne terze in altri luoghi, lontani da questi due centri.
Grazie a Fabrizio Calenzo.
Prima stesura: 28 Maggio 2018


