Titolo originale : La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: la sicurezza sul lavoro
Nel novembre 1894, su iniziativa dell’industriale Ernesto De Angeli, si costituì a Milano un’associazione a livello nazionale per lo studio e l’applicazione delle più moderne tecniche di prevenzione degli infortuni sul lavoro, l’ “Associazione degli Industriali d’Italia per prevenire gli infortuni del lavoro avente sede in Milano”.
La Caprotti si associò da subito insieme ai più grandi nomi dell’industria dell’epoca, la De Angeli, appunto, e poi Pirelli, Cotonificio Cantoni, Stigler, Binda, Borgomanero, Zambelletti, Branca, Edison, Franco Tosi, Richard e altri, in particolare industriali del tessuto .
Già un anno dopo gli stabilimenti Caprotti ricevono annualmente un’accurata visita ispettiva da parte di un tecnico dell’Associazione, che oltre al verbale consegna o fa pervenire in sede anche disegni specifici, circolari e opuscoli riguardanti la sicurezza degli impianti e dei lavoratori addetti a seconda delle “mancanze” riscontrate. E non sono gli unici: regolarmente l’Associazione spedisce agli associati bilanci d’esercizio, lettere, circolari, proposte assicurative, ritagli di giornale, pubblicità inerenti ditte che proponevano macchinari di sicurezza conformi alle prescrizioni dell’Associazione piuttosto che la fornitura di cassette di pronto soccorso, letteratura diversa relativa a convegni o interventi riguardo all’infortunistica e alla prevenzione.
Fin che non iniziano a litigare sul serio, i Caprotti mostrano sempre attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro, anche prima che intervengano l’Associazione e i sempre più numerosi obblighi di legge in proposito. Ad esempio, al punto V della relazione sulla prima visita ispettiva del 1 ottobre 1895, a firma di Ernesto Pontiggia, ingegnere capo dell’Associazione, si legge come
“la grandiosa sala di tessitura, ricca di luce, con ottima pavimentazione, con larghi passaggi fra telaio e telaio, mette le tessitrici in ottime condizioni di lavoro ed è prova dell’interesse che voi ponete nello studio di tutto quanto si riferisce al benessere ed alla sicurezza dei vostri operai (…)”. .
Il punto è che l’azienda è ora in mano a due dei figli del trisnonno Giuseppe, il bisnonno Bernardo ed Emilio, divisi da profondi contrasti e da una visione gestionale molto particolare che li porterà ad affossare ben tre aziende (compresa la loro) nel giro di pochi decenni; e questi contrasti, inevitabilmente, si ripercuotono sulle spese come quelle per l’adeguamento delle norme di sicurezza come indicato, ad ogni ispezione annuale degli stabilimenti, nel verbale stilato dagli infaticabili ispettori, che con ferma gentilezza richiamano agli obblighi, suggeriscono rimedi e lavori da fare, ricordando sempre che più se ne fanno, meno costa il premio assicurativo.
I Caprotti si adeguano, lentamente, e allora i lunghi verbali diventano una paginetta di ulteriori brevi raccomandazioni su provvedimenti necessari, senza segnalare mancanze gravi: nel verbale del 18 aprile 1901 l’ispettore constata “con piacere che avete continuato con solerzia e con interessamento a curare quanto può servire a proteggere i vostri operai dagli infortuni del lavoro (…), che avete fatto la applicazione dei paranavette a pressoché tutti i vostri telai (…), e che occorrerebbe “porre un riparo attorno al volante” della pompa installata di recente nel locale della nuova tintoria (…); il 22 giugno 1903 l’ing. Pontiggia scrive di aver “notato con compiacenza che avete adottate delle disposizioni di sicurezza atte a prevenire gli infortuni”, ma “a perfezionare questi provvedimenti lodevolmente iniziati, farà bene abolire delle scale a mano a muro o per trasmissioni che oggi adoperate adottandone altre che vi garantiscano le disgrazie.”.
Quando si trattava dei regolamenti a stampa e delle copie da appendere nei luoghi di lavoro, invece, i Caprotti erano rapidi e si meritavano pure i complimenti del Pontiggia, come nel post-scriptum della lettera di trasmissione dei verbali del 14-15 dicembre 1904, datata al 13 gennaio 1905: “Ho preso, con vivo compiacimento, visione del Regolamento Generale da voi compilato e l’ho trovato benissimo rispondente agli intendimenti della nostra Associazione. Grazie della volonterosa cooperazione (…)”.
Ci sono rimasti due regolamenti dell’azienda, in forma di manifesto per l’affissione nei locali dello stabilimento e degli uffici, uno datato al 1 novembre 1869 (Regolamento per lo stabilimento della ditta Bernardo Caprotti di G[iusepp]e al Ponte di Albiate), l’altro al 1 gennaio 1899 (Regolamento per l’opificio industriale della ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe, Ponte Albiate). Mostrano con molta chiarezza l’evoluzione avvenuta in trent’anni nella gestione della ditta albiatese: dalle prime, semplici regole, comprese quelle del doveroso decoro che ogni operaio doveva mantenere (si vedano ad esempio i punti 6. e 7. del primo regolamento), all’assimilazione di norme e leggi a protezione delle maestranze, a cominciare da quelle per la prevenzione degli infortuni, molto estese anche grazie alle regole e ai suggerimenti dell’Associazione (punti dal 17 al 36 del regolamento 1899, ben 19!) .
L’ultimo verbale della serie è del 21 novembre 1906, quando i due fratelli Caprotti erano davvero ai ferri corti e Bernardo, in concorrenza al fratello Emilio e a sé stesso, aveva iniziato l’avventura di compartecipazione nella “Società anonima Manifattura di Valle Camonica”, che sarebbe andata talmente male da finire con una liquidazione solo sette anni dopo. Le ripercussioni di questo stato di cose sull’andamento dello stabilimento albiatese si vedevano anche riguardo alla sicurezza: l’ispettore constata, rassegnato, mancanze pericolose aggravate dall’impiego di “materiali poco buoni” in taluni impianti, peggioramenti rispetto all’anno precedente, correzioni “qua e là”, e sono solo i punti salienti perché non ritiene di ripetere dettagliatamente quanto scritto nel verbale dell’anno prima. Batte soprattutto sul tasto della taratura delle valvole di sicurezza degli impianti elettrici, e lo dice “perché anche non potendo ottenere il Certificato che vi esoneri dal pagamento del soprapremio, sappiamo che voi avete tutto l’interesse di fare quanto è possibile per evitare l’eventualità di un incendio”.
Un vero peccato, questa débâcle, perché i Caprotti, come i Marelli (con i quali si sarebbero più tardi imparentati), sono stati senz’altro dei precursori, e per molti versi possono venire annoverati tra gli “imprenditori inattesi” , poiché presentano aspetti di modernità, di progettualità, di idee che non avremmo sospettato in persone che producono tessuti dai tempi dei telai nelle case dei contadini, e si occupano quindi di una cosa fredda e impersonale che si chiama “progresso”.
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Fonti e bibliografia di riferimento:
Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Manifattura Caprotti, buste 29, 64, 65.
R. ROMANO, I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza, Milano 1980
M. MAGAGNINO, L’imprenditore inatteso. Marelli: i primi vent’anni (1891 – 1911), Sommacampagna (VR), 2024
Riferimenti in www.giuseppecaprotti.it :
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 20243
ID., “Le ossa dei Caprotti”. La storia della famiglia che ha creato il mito Esselunga (https://www.giuseppecaprotti.it/libro/la-storia-della-famiglia-che-ha-creato-il-mito-esselunga/ ).
ID., “Le ossa dei Caprotti”. La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura tessile italiana: Alessandro Belgiojoso e la mostra “La meccanica della Caprotti”. Spunti dal libro (https://www.giuseppecaprotti.it/libro/la-famiglia-caprotti-innovazione-e-tradizione-in-una-manifattura-tessile-italiana-alessandro-belgiojoso-e-la-mostra-la-meccanica-della-caprotti/ ).
ID., La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: Albiate e la Svizzera, 09/10/2024 (https://www.giuseppecaprotti.it/la-famiglia-caprotti-innovazione-e-tradizione-in-una-manifattura-italiana-albiate-e-la-svizzera/ ).
ID., La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: operai dal carcere di San Vittore, 13/10/2024 (https://www.giuseppecaprotti.it/la-famiglia-caprotti-innovazione-e-tradizione-in-una-manifattura-italiana-operai-dal-carcere-di-san-vittore/ ).
ID., Mostra: la meccanica della Manifattura Caprotti, 09/10/2024 (https://www.giuseppecaprotti.it/mostra-la-meccanica-della-manifattura-caprotti/ ).
ID., I disegni industriali della Manifattura Caprotti tratti dall’archivio di Giuseppe, 22/10/2024 (https://www.giuseppecaprotti.it/dt_gallery/i-disegni-industriali-della-manifattura-caprotti-tratti-dallarchivio-di-giuseppe/ ).
ID., Ercole Marelli e Giuseppe Caprotti uniti “dall’io al noi”, 23/06/2024 (https://www.giuseppecaprotti.it/ercole-marelli-e-giuseppe-caprotti-uniti-dallio-al-noi/


