Delle vicende della famiglia Marelli e della Magneti Marelli ne parlo qui, su questo sito e nel mio libro, “Le ossa dei Caprotti”: il mio prozio, Bruno Antonio Quintavalle, aveva sposato Paola Marelli. Con suo fratello Umberto Quintavalle, gestirono per decenni l’azienda “di famiglia” la cui quota venne poi venduta, nel 1967, alla Fiat.
Del passaggio dall’io a noi in Esselunga ne parlo nella mia pubblicazione : ” l’’impostazione che cerchiamo di dare riflette (…) un’idea più moderna del lavoro, essenziale in un’organizzazione con migliaia di addetti: dall’io si passa alla squadra. Ogni mercoledì mattina, alle sette, ci si riunisce con marketing, vendite e acquisti per discutere di assortimenti e promozioni, simulando l’esposizione della merce. C’è estrema libertà di parola, in modo che tutti possano esprimere la loro opinione. Se nascono divergenze, intervengo io. (…)”. (p. 163).
Per me le Risorse Umane erano fondamentali per costruire la marca Esselunga, “il pilastro” su cui si basa il nostro successo e … il lavoro di squadra “è alla base del raggiungimento dei risultati”.
Mi fa quindi molto piacere che Mario Magagnino mi associ a Ercole Marelli e che, a pagina 44 del suo libro “L’imprenditore inatteso”, Marelli: i primi vent’anni (1891- 1911), scriva :
Per dare più profondità e contestualità alla scelta di Marelli del primo decennio del Novecento mi sembra utile citare il commento su LinkedIN (24.10.2023) relativo al libro di Giuseppe Caprotti Le ossa dei Caprotti (Feltrinelli 2023) da parte di Mario Gasbarrino, Amministratore Delegato della Decò Italia, il quale nell’elencare i vari aspetti innnovativi dei 19 anni della gestione di Esselunga da parte dell’autore, sottolinea come egli abbia messo in risalto il “noi in un’azienda dove la parola d’ordine era l’io”.