Redatto a marzo 2017, aggiornato l8 settembre 2018
L’azienda che ha base a Seattle, sulla costa Ovest degli Stati Uniti, è venuta recentemente alla ribalta delle cronache nazionali per la sponsorizzazione delle palme in piazza del Duomo a Milano.

Marzo 2017
Starbucks nel 2016 ha fatturato 21,3 miliardi di $ generando un utile netto pari a 2,8 miliardi di $.
L’azienda ha 238’000 dipendenti in 72 paesi e 24’500 negozi.
L’anno scorso ha assunto 10’000 giovani , ha mandato al College – a proprie spese – 6’535 baristi ed ha intenzione di assumere 10’000 rifugiati nei prossimi 5 anni (cifre da la Repubblica il 28 febbraio 2017).
Il suo CEO (AD) Howard Schultz (foto sotto) è una delle poche persone che abbia sentito parlare in una conferenza CIES che mi abbia colpito per la Sua personalità ed i suoi contenuti.

Marzo 2017
Al di là della questione delle palme in piazza del Duomo che con il cambiamento climatico in atto, secondo me, ci stanno benissimo (*), l’arrivo di Starbucks a Milano, previsto per il 2018, continua a suscitare polemiche che considero sciocche e sterili per questi motivi:
- la Reserve Roastery, uno spazio di 2’500 mq. che letteralmente vuol dire torrefazione ( foto sotto scattate, in quella appena aperta a Seattle, da Marco Gualtieri, ) che verrà inaugurata in Piazza Cordusio a Milano non sarà un luogo banale. Non si tratterà di un bar qualunque.
E sicuramente Starbucks stimolerà la concorrenza.
(*) ricordo inoltre che l’Italia è piena zeppa di piante non autoctone e infestanti (ad esempio gli ailanti e le robinie, che sono ovunque).
Marzo 2017
- Gli italiani – inventori dell”espresso – spesso fanno e bevono un caffè cattivo. Starbucks ha delle ottime miscele.
- I nostri imprenditori (industriali e distributori) sono i primi a creare prodotti e politiche italian sounding, facendo credere che dei prodotti non italiani lo siano .
Le reazioni come quelle di Aldo Cazzullo sono quindi totalmente fuori luogo.
Anche perchè il caffè non è un prodotto Made in Italy. Semmai è il savoir faire dell’espresso che andava tutelato e diffuso nel mondo tanti anni fa: Illy , Lavazza, Segafredo non ci sono riusciti? L’espresso all’italiana non può essere difeso per legge o per decreto, decida il mercato.
Tra l’altro il “caso” Starbucks non è isolato: in Italia ben prima della multinazionale di Seattle, la Nestlè – con Nespresso – si è impadronita del mercato del “caffè all’italiana”…
Marzo 2017
Howard Schultz ha dichiarato a la Repubblica:
“Abbiamo avuto un grande successo finanziario, ma non ci alziamo ogni mattina per fare soldi. Ci alziamo ogni mattina per raggiungere il giusto equilibrio tra utili e responsabilità sociale”.
E la domanda sorge spontanea, immediata: “quanti imprenditori , in Italia, ragionano come lui? “. Venerdì di Repubblica si chiede, a ragione, dove sia finita la borghesia.
La risposta è scontata: gli imprenditori italiani che ragionano come Schultz sono pochissimi.

Settembre 2018
Il Foglio del 7 settembre 2018 scrive:
“L’apertura di Starbucks però è un’occasione per riflettere su alcuni problemi strutturali dell’economia italiana. Da un lato la pluridecennale attesa per entrare nel mercato italiano nel modo migliore possibile è una lezione di umiltà (“umiltà e rispetto” sono le parole che Schultz usa continuamente quando parla del confronto con il caffè italiano). Dall’altro, però, ci segnala anche che di tempo non ce n’è molto: operando in Italia, in concorrenza con i bar italiani, è molto probabile che Starbucks imparerà presto a fare ottimi espresso e cappuccini. Ma il sistema Italia riuscirà a imparare da Starbucks come si crea un catena globale? Sarebbe un piccolo passo per noi, ma un grande passo per l’umanità: finalmente il resto del mondo scoprirebbe che il caffè e la pizza non sono quelli di Starbucks e Pizza Hut”.
Starbucks, secondo me sa già fare ottimi espresso e cappuccini. Se poi riuscirà a venderli a 1.8 € e 4.5 € l’uno, rispettivamente, tanto di cappello!
E ci avrà insegnato che :
- con l’organizzazione si creano aziende globali
- la qualità si paga. Sempre.
Siamo noi italiani che, vendendo l’espresso a 1 €, lo svalorizziamo. Altrove, nel mondo, si vende – ovunque – a un prezzo più alto.
Per gli ultimi aggiornamenti su Starbucks leggi qui.
Sullo Starbucks a Milano leggi il parere di un esperto (Luigi Rubinelli). C’è anche un video.
Sulla lotta tra ristorazione veloce e GD leggi qui.
Sotto l’insegna del primo Starbucks aperto a Seattle nel 1971), che ho visitato nel 2016.



