Se ne parlava già tanti anni fa,ne avevo scritto su Mark-up, allora diretto da Luigi Rubinelli, nel 2010, a proposito dei coffee shop in Gran Bretagna.
Gli analisti americani ne parlano normalmente, v “The food industry battles for share of stomach”
La situazione, soprattutto nelle grandi città, si è poi evoluta ulteriormente con un forte sviluppo della ristorazione fast food come si vede da queste immagini e come si può leggere in questo articolo.

Spostiamo la nostra attenzione dalla Gran Bretagna o dagli USA.
Ci troviamo ad Amsterdam, nei Paesi Bassi: Albert Heijn, appartenente al gruppo Ahold, vi detiene all’incirca il 30% di quota di mercato e da lavoro a più di 80’000 persone.
Ma di che quota stiamo parlando?
Della GD… o anche dei fast food?
Albert Heijn, è vero, ha moltissimi supermercati tradizionali, come quello che vedete sotto
Albert Heijn ha anche un servizio e-commerce efficentissimo

Ma in una città cosmopolita come Amsterdam Albert Heijn propone delle superette che, ormai, assomigliano a dei fast food.
Si chiamano Albert Heijn TO GO e hanno pochissimi prodotti confezionati con lunga scadenza e moltissimi piatti pronti, il servizio del caffè self service e molte postazioni self- scanning, per risparmiare sulla mano d’opera.
Ricalcano , vendendo prodotti più salutistici, l’impostazione vista da 7-Eleven, in Canada.
L’immagine più esemplificativa di questa guerra è però la seguente:
qui sotto – nella foto – si vedono uno Starbucks, un Mc Donald’s, un Albert Heijn To GO e una pizzeria nell’arco di 100 metri nella stessa strada.
Queste quattro strutture puntano tutte ad una “quota dello stomaco” (del consumatore finale).
E’ difficile prevedere chi vincerà ma questo esempio fa capire meglio i test di Carrefour e le possibili evoluzioni delle superette, anche in Italia (soprattutto in zone a forte vocazione turistica o vicino alle Università, dove ci sono giovani..).



