Probabilmente a voi il caffè di Starbucks non piace.
Il gusto è anche una questione di abitudini, e il caffè di Starbucks non è fatto “all’italiana”.
Ma io voglio parlarvi – soprattutto – del prezzo a cui viene offerto al pubblico, in Europa e in Italia.
Allo Starbucks dell’ areoporto di Roissy, Charles De Gaulle (Parigi, Francia), ad esempio, l’espresso può essere solo doppio.
E costa 2,30 €.

Vi si può aggiungere latte di soia o di mandorle etc.
A pagamento.

L’espresso doppio non si presenta benissimo…

ma in tutta Europa i prezzi dell’espresso di Starbucks variano (dalla Francia, alla Gran Bretagna all’Austria) e…

… sono sempre molto più alti del prezzo del caffè espresso servito nei bar italiani

Un buon caffè, in Italia, secondo me, costa mediamente troppo poco per poter valorizzare il “savoir faire” italiano, quando c’è.
Ben venga quindi l’espresso di Starbucks venduto a 1,30 € in via Turati a Milano (foto sotto), sperando che almeno una parte del mercato cresca verso l’alto, magari valorizzando e differenziando l’offerta.
E soprattutto evitando le solite furbate “all’ italiana” :
Non è più così ora ma all’epoca questo fatto mi aveva colpito.

Poi qualche eccezione c’è, anche da noi.
In questo “bar- torrefazione”, a Milano, si vende l’espresso a 1,3 €.

altra eccezione il Caffè Napoli , che sembra piacere molto ai milanesi (con l’espresso cremoso sempre a 1,3 €).

e anche le grandi marche, come Lavazza, ci provano.
Ma se l’espresso “basico” è venduto a 1 € , senza spiegazioni ne promozioni, da Lavazza, nello spazio Eataly a Milano difficilmente il cliente medio :
- si porrà la domanda : “che differenza c’è tra i vari tipi di caffè”?
- proverà questi ultimi , per non parlare di caffè “regionali” a più di 2,80 €, sempre da Lavazza c/o Eataly

Possibile che tutta l’Europa riesca a valorizzare il proprio “espresso” – magari cattivo – e i propri prodotti alimentari (v. il caso de El Corte Inglès) mentre noi, che nel cibo abbiamo la migliore immagine al mondo, non ci riusciamo?
Certo bisognerebbe forse smettere di avere atteggiamenti schizzofrenici come, ad esempio,
- frequentare i ristoranti degli chef stelllati.
- voler mangiare bene – durante la pausa pranzo, in settimana – spendendo magari meno di 10 €.
Il buon cibo, caffè incluso, costa.
Pubblicato il 3 febbraio e aggiornato il 4 febbraio 2020



