di Daniela Polizzi
Il fondatore Caprotti fece il primo tentativo nell’84. La burocrazia frenava
Esselunga accelera la crescita e apre un nuovo store. Lo fa a Genova con un debutto che ha anche un valore simbolico. Ci sono infatti voluti ben 36 anni tra l’acquisto del primo immobile e il taglio del nastro. Era il 1984 quando il fondatore del gruppo, Bernardo Caprotti decise di fare rotta sul capoluogo ligure. Ora, dopo un’attesa da record, il gruppo leader della grande distribuzione darà lavoro a 134 persone, delle quali 112 del territorio ligure in uno spazio recuperato architettonicamente — era un’ex officina Fiat — nel cuore di Albaro, a pochi passi dal mare.
Al taglio del nastro, Marina Caprotti, presidente esecutivo, la figlia più giovane del fondatore che rappresenta la continuità del lavoro paterno, la madre Giuliana Albera, presidente onorario, e Francesco Moncada di Paternò. È un’inaugurazione che porta con sé un doppio risultato: lo sbarco in una provincia nuova (Esselunga è già a La Spezia) e una sfida vinta.
Burocrazia e presidio territoriale di altre insegne hanno allungato i tempi. Ma la logica conservativa si è sbloccata grazie all’impegno del gruppo guidato dal ceo Sami Kahale, del Comune e della Regione. Lo ha ribadito anche il governatore Giovanni Toti. «Il regalo lo facciamo al libero mercato e al carrello della spesa dei genovesi perché è giusto che vi sia la concorrenza che consente a tanti cittadini, oggi ancor più in difficoltà, di scegliere i prodotti più convenienti sul mercato», ha detto Toti intervenendo a fianco del sindaco Marco Bucci.
Il lavoro
All’inaugurazione la presidente Marina Caprotti e il ceo Sami Kahale: ogni negozio crea 100 posti di lavoro
È stata una partita cruciale per il gruppo, visto che ora i piani per Genova guardano ad altre due aperture, a Sestri Ponente e vicino al porto. In un 2020 difficile — nel quale la società solo nel primo semestre ha investito 126,8 milioni nella crescita — Esselunga ha inaugurato in tutto sei negozi portando il numero complessivo degli store a 165 (più cinque LaESSE).
«Ogni negozio che inauguriamo crea in media cento posti di lavoro ma per completare l’iter ci vogliono comunque in media undici anni. Sarebbe un vantaggio tagliare i tempi della burocrazia per ripartire più in velocemente», ha ricordato il ceo Sami Kahale. E per dimostrare il radicamento in ogni territorio dove sbarca, Esselunga si avvarrà di oltre 90 fornitori liguri per valorizzare made in Italy e territorio, con una strategia recepita peraltro dal nuovo piano di sostenibilità, anche verso i suoi 8.500 fornitori, annunciato poche settimane fa.
Ci saranno oltre 450 referenze nel negozio, tra pescheria, macelleria, gastronomia, la pasticceria Elisenda e un’enoteca con 400 etichette. Poi tutte le formule nuove: dal bar Atlantic (con terrazza e vista sul mare) al take away. E ci sarà anche la tecnologia che la società ha accelerato nei mesi più duri dell’emergenza. Alle casse, per snellire le code e gestire in autonomia la spesa, Esselunga ha schierato anche i terminali di self-scanning e self-payment attraverso un lettore (come quelli usati nei negozi tech della catena LaESSE). Ma c’è anche l’ecommerce sul quale Esselunga ha giocato d’anticipo, mettendolo a disposizione dei clienti genovesi già due mesi fa.
Daniela Polizzi
La storia è interessante ma leggermente diversa :
- ricordo perfettamente un Esselunga già pronto a Genova che fù poi comprato dalla Coop. Aveva già sù la nostra insegna che poi cambiò. Non si tratta di quello appena aperto. Leggi e guarda le foto in “L’Esselunga diventata Coop a Genova- Le foto”.
- l’e-commerce a Genova c’era dal 2001. Poi fù tolto da Bernardo Caprotti e vi è stato ancora rimesso recentemente.
Leggi Esselunga contro Coop (anche se l’episodio che ho appena riferito è un’inedito).



