Carrefour ha chiuso benissimo il 2020, con un fatturato alle stelle (+7,8%, a 78,6 miliardi di €).
In ascesa anche il risultato operativo che è al 3,1% (+ 16,4%).
L’ad Alexandre Bompard annuncia inoltre l’impegno a generare + di un miliardo di € di cash-flow all’anno con 1,5 miliardi di € di investimenti, sempre ogni anno.
Carrefour, che aveva già annunciato di voler risparmiare 2 miliardi di € entro il 2022 (le cifre di GDONews non corrispondono ma tant’è), si impegna a risparmiare altri 2,4 miliardi di € entro il 2023.
Bompard dice di aver acquisito 1,3 milioni di nuovi clienti nel 2020.
L’e-commerce , a 2,7 miliardi di €, ha avuto un incremento del 70% ed è un volano per ottenere maggior reddittività poichè i migliori clienti (= i + ricchi) di Carrefour usano entrambi i canali (fisico e online).
L’ad di Carrefour ha anche detto una cosa che piacerà molto ai fornitori : “prendiamo atto dei rincari delle materie prime e rivalorizziamo regolarmente i nostri prezzi” (al pubblico).
La Borsa francese – indice CAC – non ha accolto questi annunci con euforia : il titolo è rimasto sotto i 15 €, come dopo il tentativo di acquisizione di Couche Tard (Canada).
Bompard , nell’intervista sotto, dice che “la distribuzione alimentare soffre dello scetticismo dei mercati finanziari” ma dal febbraio 2016 il titolo Carrefour ha perso, in media, il 6,6% medio annuo mentre quello del distributore Walmart ha messo a segno un + 18% annuo (fonte : Bloomberg).
E Walmart vende prevalentemente cibo.
Gli investitori non sono stupidi, valutano appieno le capacità operative delle aziende, come dimostra, ad esempio, il “caso Ocado“, in Gran Bretagna.

I sindacati, poi, contestano all’azienda di avere due volti : uno per gli investitori (“tutto va bene”), dall’altra con i lavoratori (“tutto va male, dovete fare dei sacrifici”).
Sì perchè se, su Le Figaro, Bompard conferma che assumerà 15’000 giovani, da fonte sindacale (via Le Monde), si viene a sapere che , dal 2018, sono state mandate via 10’000 persone.
Quindi anche se l’azienda, nel 2020, ha erogato 128 milioni di € in premi “eccezionali” per il Covid , ai risparmi sui costi corrispondono dei tagli pesanti tra i lavoratori, che lasciano nell’ incertezza il personale, che, lo ricordiamo è stato all’82% in cassa integrazione e che rimane quindi molto difficile da motivare.
E poi Bompard non ha detto nulla sulla sorte degli ipermercati.
Un aggiornamento del piano di Carrefour, varato qualche tempo fa, sarebbe opportuno. Erano previste grosse riduzioni di superficie negli ipermercati ma nell’intervista sopra a Le Figaro non se ne accenna : gli ipermercati crescono, con le eventuali nuove aperture, dell’1%, ma non credo che questo dato possa rassicurare i collaboratori e gli investitori.
Ora rimane molto da fare nelle insegne e negli assortimenti dei negozi, off-line, anche perchè il grosso del business si trova lì (*), non nell’e-commerce, nei vari esperimenti tentati un pò ovunque (alcuni incomprensibili anche in Italia) o nelle varie start-up comprate recentemente.
Da un mio articolo del 2015 : ” Nonostante queste perdite spaventose e il fatto che abbia già una miriade di insegne diverse come Atacadão, Carrefour Bio, Carrefour City, Carrefour Contact, Carrefour Express, Carrefour Maxi, Carrefour Market, Carrefour Montagne, Docks, Globi, Gross Iper, Promocash, Proxi, Rast, Supeco e 8 à Huit Carrefour non ha perso il vizio di testare nuovi format, come Carrefour “eat and shop”, che suscitano perplessità negli addetti ai lavori..
Ora è la volta dell’oggetto misterioso Carrefour Urban Life: che non è un supermercato, non è un bar o un ristorante..”
Le insegne, nel 2021, sono sempre queste ma vi si è aggiunta BioC’Bon.
Sotto potete vedere l’insegna Carrefour di via Fontana a Milano che simboleggia, secondo me, una “case history” al contrario: Carrefour è forse l’unico distributore al mondo ad aver tolto il suo nome dall’insegna, generando una grande confusione nella testa dei consumatori. (l’articolo è del 2014 ma l’insegna è sempre lì, nel 2021)
Ecco la differenza con Walmart, che negli USA ha 4 nomi (dei quali 3 con il nome Walmart sull’insegna), ed è concentrata sul business, integrato con l’e-commerce.
(*) si tratta esattamente del 96,6% del fatturato
Da notare che in Francia l’e-commerce pesa ormai più del 13% del commercio e che quindi, nonostante la grande crescita del 2020, Carrefour ha un forte ritardo rispetto al suo mercato di riferimento.
Il peso dell’e-commerce di Walmart è invece pari all’11,8% del totale fatturato della “più grande impresa del mondo”. Fonti : Wikipedia USA e IGD .
Riflessione finale : il “disastro” di Carrefour inizia con la fusione con il gruppo Promodès, avvenuta nel 1999. Culture diversissime, molto distanti e troppe teste, in un enorme carrozzone.
Grazie a Aldo Maria Gay. Prima stesura : 21 febbraio, aggiornato il 28 febbraio 2021



