Redatto il 22 novembre 2021 ed aggiornato l’26 maggio 2022
Premessa : l’inflazione dei prodotti alimentari tiene banco, nel mondo, almeno dall’estate 2020 (Covid : a giugno 2020 inizia a salire l’inflazione dei prodotti alimentari, cresce la fame nel mondo).
La situazione è , ovviamente, peggiorata tantissimo con la guerra in Ucraina.
Ciò detto , Marco Pedroni , presidente di Coop Italia, è stato il protagonista dell’affondo sul Corriere Economia del 22 novembre 2021.
Ha detto : “C’è chi se ne approfitta“.
Ha ragione: era successo con l’ euro, molti produttori avevano alzato i listini senza una motivazione. Sta succedendo anche ora.
Pedroni fa quindi benissimo a chiedere conto ai produttori dei rialzi dei loro prezzi.
Fa molto bene, secondo me, anche a cercare di aggregare la GDO con produzione ed agricoltura.

Dove non lo seguo è sulla vicenda della marginalità differente tra i vari comparti.
Marco Pedroni dice infatti : “Vorrei che rinunciassimo tutti a qualcosa, nel quadro di un patto che tutela le famiglie. Dall’ultima indagine di Mediobanca sui bilanci del 2020 emerge che la reddittività media dell’industria è stata del 4,7% mentre quella della grande distribuzione si colloca all’1,5%. La grande distribuzione ha da tempo margini più compressi”
Non sono d’accordo con lui su questo punto per i seguenti motivi:
- il divario tra i due settori (gd ed industria) esiste da sempre. Ed è così in tutto il mondo.
- ma soprattutto la GDO italiana non è unita (*), non ha peso politico, continua a farsi delle guerre inutili e sterili. Che abbassano i margini di tutta la filiera (GDO- produzione – agricoltura, penalizzando soprattutto quest’ultima. Tutto ciò è evidente in Noi, produttori di latte al collasso, chiediamo aiuto).
In proposito puoi leggere anche : La svolta di Conad: entra in Confcommercio per avere più rappresentanza. La competizione con Federdistribuzione.
Conclusione :
Ciò premesso , se fossi Pedroni o altri che hanno potere nella filiera, mi domanderei :
a) come posso far sì che le nuove norme sulle pratiche sleali non siano vane?
Perchè, continuando così, molti distributori (come molti produttori e/o agricoltori) rischiano l’estinzione. Può valere per i piccoli (Dal 2013 al 2020 più di 53 mila esercizi commerciali (di tutte le tipologie) hanno abbassato per sempre le serrande nella Penisola. Leggi anche DO a rischio?).
Ma anche per i grandi.
b) come posso costruire una marca? La marca fa sì che il distributore possa distinguersi da coloro i quali hanno come unica arma i prezzi. Leggi in proposito : Discount : continua la corsa della qualità e delle vendite
c) ognuno si prenda le sue responsabilità.
Personalmente mi sono preso le mie tentando, ai tempi, di arginare le pratiche sleali.
Anche perchè il motto – della GD ma anche di Confindustria – sembrava essere sempre lo stesso : “ognuno per se, Dio per tutti“.
Ma così non si va da nessuna parte, si torna all’insostenibilità del business nel lungo termine.In uno dei momenti più difficili, dopo la seconda guerra mondiale. Questa non sarà una tempesta ma uno tsunami.
P.s.: ringrazio Mario Gasbarrino, creatore di marche, per questa frase che faccio mia:
” Qualunque cretino può mettere in piedi una promozione sul prezzo; ma ci vogliono genio, fede e perseveranza per creare un brand”.
David MacKenzie Ogilvy.
E intanto i discount, che sono sempre più marca. continuano a crescere.
Leggi anche : I discount Eurospin e Lidl entrano nella top 20 delle principali società italiane e Coop : rivoluzione sullo scaffale?



