Redatto il 13 gennaio , aggiornato il 6 maggio 2022
Titolo originale :
Le materie prime non si stabilizzeranno nel 2022. Inquietante studio internazionale
Mentre i prezzi al consumo iniziano con ritardo a presentarsi in incremento sugli scaffali dei supermercati italiani (grazie alle durissime negoziazioni che la GDO sta conducendo con l’industria) un allarme davvero preoccupante arriva da un recente rapporto pubblicato dallo Stockholm Environment Institute e riportato da autorevoli riviste finanziarie internazionali, tra cui il Financial Times in un recente articolo.
In pratica lo studio avverte che gli aumenti dei prezzi delle materie prime, che hanno tempestato il mercato della produzione nella seconda parte del 2021, non scenderanno nel 2022 anzi, secondo lo stesso, ci aspettano decenni di estrema incertezza.
Secondo tale studio nel prossimo futuro l’agricoltura sarà uno dei settori più esposti ai cambiamenti climatici, suscettibili di rischi sia per avvenimenti riconducibili a singoli eventi meteorologici estremi, sia per possibili cambiamenti a lungo termine nei modelli climatici.
Ci si aspetta rese inferiori ed instabilità nella programmazione agricola. Qualche esempio: le rese globali della canna da zucchero potrebbero diminuire del 59% nei prossimi decenni rispetto alle rese che si ebbero nel periodo 1980-2010, mentre il caffè Arabica e il mais potrebbero diminuire rispettivamente del 45% e del 27%, secondo le stime del rapporto.
Non solo: le notizie di preoccupanti situazioni metereologiche nei momenti delle diverse produzioni agricole saranno interpretate dal mercato in forma pessimistica ed agiteranno i prezzi ancor prima delle colture. Insomma lo scenario che viene prospettato è tutt’altro che roseo ed un po’ di preoccupazione deve pervadere tutti noi, nella speranza che il quadro negativo sia eccessivo e che tutto possa torna ad una normalità che sembra oggi perduta a livello generale.
Vorremmo essere “rassicuranti” come lo è Andrea Meneghini ma:
- In Francia lo chiamano dérèglement climatique, in Italia il termine utilizzato è estremizzazione del clima. E, l’anno scorso, ha causato 2 miliardi di € di danni all’agricoltura italiana.
- Nel mondo i danni causati dall’estremizzazione del clima sono stati quantificati dagli assicuratori (non solo all’agricoltura) a 175 miliardi.
- Quarant’anni di clima estremo – in Italia – ci sono costati 72,5 miliardi. Il calcolo è stato fatto dall’European Environment Agency, per 20.735 eventi tra 1980 e il 2019. Gli effetti, anche economici, dell’estremizzazione climatica sono ormai evidenti. In Europa, solo la Germania ha un bilancio più pesante
- La situazione non migliorerà ad esempio in Russia, o , per fare un altro esempio, negli Stati Uniti. Inutile illudersi.
- Sotto trovate 3 esempi di recenti incrementi di prezzo tratti dal Financial Times sopracitato : caffè (Brasile): + 76%, patate (Belgio) : + 180% e piselli (Canada): + 85%.
- E poi c’è la la stangata della pasta: il grano, da quest’estate, è aumentato del 90%.
- Ovviamente questi sono solo alcuni esempi, ne abbiamo già parlato abbondantemente.
La conseguenza è che : la speranza di un’inflazione passeggera si allontana , anche perchè i danni quantificati dagli assicuratori sono cresciuti di 20 miliardi l’anno scorso (+ 11,45% sull’anno precedente).
L’impatto a livello globale sarà molto pesante:
Le Monde, sotto, ritiene che la crisi sanitaria, i fenomeni climatici estremi e le guerre stanno facendo precipitare gran parte del mondo in una crisi alimentare ( i picchi inflattivi più forti, seguendo l’indice mensile dei prezzi della FAO, ci sono stati – nel passato – a giugno 2008, febbraio 2011 e novembre 2021).
E’ la conferma di quanto “stava già scritto” nel 2020, ad inizio pandemia.
Ovviamente tutto ciò innescherà ulteriori migrazioni, dal “Sud del mondo”, verso i paesi più ricchi.
Le previsioni contenute nel rapporto “Migration and Climate Change” dell’IOM, parlano di 200 milioni di migranti climatici entro il 2050.
Il Covid cancellerà 52 milioni posti di lavoro nel mondo, nel 2022.

Per quanto riguarda l’impatto, a breve, sull’Italia per una volta sono d’accordo con Francesco Pugliese, ad di Conad, perchè, come lui, credo che:
“il peggio deve venire. La tempesta perfetta innescata dal boom dei prezzi arriverà a Pasqua….
Secondo le nostre stime il picco dell’inflazione arriverà a febbraio, a seguito di un cumulo di diversi fattori che stanno portando gli incrementi a livelli difficilmente governabili da parte del settore produttivo e di quello distributivo”, si legge in un articolo di Milano Finanza, che riassume il servizio tv.
“Al momento nel carrello della spesa registriamo un’inflazione del 2,4%, contro un rialzo medio dei prezzi del 3,9%– sottolinea l’Ad di Conad -. Ma questo avviene soltanto perché stiamo mettendo in atto una serie di politiche di promozione. Presto tutti gli aumenti della catena si scaricheranno sull’utente finale. E si andrà ben oltre il 5%. L’impatto non sarà facile da gestire per le famiglie italiane”.
Aggiungo che, purtroppo, lo Stato italiano non è in grado di controllare prezzi (e margini) di agricoltura, produzione e gdo. Leggi in proposito Osservatorio – francese – su prezzi e margini: per salvare l’agricoltura ci vorrebbe – più strutturato – anche in Italia.
Sui problemi che hanno causato l’inflazione leggi Food e non food : penuria ed inflazione
Sull‘inflazione occulta (sgrammature – shrinkinflation – downsizing) leggi questo articolo che riguarda Barilla e Ferrero.
E sulla possibile stagflazione leggi I consumi delle famiglie USA a dicembre sono scesi : – 0,6%
Ovviamente la guerra in Ucraina non può che peggiorare la situazione
In proposito leggi anche Il grano è un’insospettabile arma di riserva per la Russia e Guerra in Ucraina : cibo, cosa sta iniziando a mancare e perchè
Sugli effetti del cambiamento climatico nel mondo puoi leggere :
- Kenya, il clima colpisce il caffè arabica. A rischio 6 milioni di posti di lavoro.
- L’acqua non è infinita (dove si parla anche della Lombardia e di quello che sta succedendo al fiume Po)
Sotto la top ten dei prodotti che sono aumentati (ma secondo me il peggio deve ancora arrivare).




