Redatto il 16 ottobre, aggiornato il 12 novembre 2023.
Cosa c’entra Albiate con le fragole spagnole?
Sia la Spagna che la Brianza subiscono il climate change.
Gli effetti del cambiamento climatico ad Albiate li trovate fotografati qui (2022) o più avanti in questo pezzo (2023).
Queste conseguenze sono dovute a due fattoiri: crisi idrica – manca l’acqua, anche ora, a ottobre – ed estremizzazione degli eventi atmosferici (es.: tempeste continue, con cadute di alberi).
In questo contesto è interessante raccontare un episodio che riguarda le fragole andaluse.
Il campanello d’allarme è partito nel 2022 in Francia.
Per poi proseguire nel 2023 con una campagna stampa molto forte, sia in Francia La Germania boicotterà fragole, lamponi e mirtilli spagnoli?
Ma anche in Gran Bretagna: La Spagna si preoccupa della minaccia tedesca di boicottare le “fragole della siccità”
In Italia è uscito qualche articolo: C’è una disputa sulle fragole tra Spagna e Germania – Il Post
Poca roba, anche perchè mla vicenda ci riguarda : in Spagna una potente ONG tedesca ha affrontato la coltivazione in serra in Andalusia, denunciando le estrazioni illegali di acqua che minacciano di prosciugare una delle zone umide più eccezionali dell’Europa meridionale. Chiede il boicottaggio della frutta spagnola (fragole, mirtilli, more, etc).

Le grandi aziende di distribuzione tedesche Aldi e Lidl sono state ivitate a boicottare le fragole spagnole senza – per ora – ottenere soddisfazione (esistono fonti alternative che hanno la “potenza di fuoco” del calibro della Spagna? Ne dubitiamo).
Nessuno lo dice ma i pozzi illegali esistono anche nelle nostre campagne ed un caso simile si potrebbe riproporre anche in Italia.
E allora cosa succederebbe?
Nessuno si pone il problema nè ha intenzione di affrontarlo.
La gestione dell’acqua meriterebbe la massima attenzione da parte della GDO, dei consumatori e delle autorità competenti.

Qui di seguito trovate alcuni scatti di quest’estate, l’abbattimento delle piante, decimate nel 2022, continua.
Come , purtroppo, ha continuato fino ad oggi la siccità e proseguono, ad un ritmo serrato, le tempeste che hanno abbattuto decine di piante.
Il mais, che vedete, è invece stato flagellato dalla grandine.
Poi ci sono gli allagamenti.
Sotto : tra le foto un cartello sulla possibile caduta alberi . Li abbiamo dovuti apporre dopo le continue tempeste che si sono succedute ad Albiate.
Conclusione:
in questo frangente l’amministrazione provinciale, molto cordiale, non sembra conscia dell’urgenza del problema acqua : dopo aver faticato per 10 anni per ottenere permessi e costruire il pozzo stiamo aspettando la concessione e non possiamo ancora utilizzarlo.
Usiamo acqua potabile: un costo per noi e uno spreco indicibile per la comunità.
Forse è venuto il momento di prendere coscienza che il problema del cambiamento climatico esiste e che bisogna velocizzare le pratiche.
Iil 3 luglio 2023 , infatti, il geologo che se ne è occupato ci scriveva “Ricordo ancora una volta che se anche il pozzo sarà operativo … non lo si potrà utilizzare fino a che la Provincia non avrà rilasciato la concessione alla derivazione”.
E’ passata l’estate e dopo un’attesa inutile e snervante è finalmente arrivata l’autorizzazione.
Ma la “storia” non finisce qui : Cambiamento climatico : gli eventi estremi si susseguono ad Albiate

In mancanza di procedure veloci, ci sarà sempre di più chi cercherà , come in Spagna, di aggirare le regole.
P.S.: avremmo tanto voluto progettare il nostro bosco, ad Albiate, ma siamo continuamente impegnati nella gestione dei danni causati dal climate change.
Sotto vedete l’unico grappolo d’uva prodotto dalle nostre viti quest’anno.
Credo che renda bene l’idea su cosa possa succedere ad agricoltura, cibo e quindi inflazione se non ci attrezziamo contro gli effetti del cambiamento climatico.
Ora.

E quanto avvenuto in Emilia Romagna o ancor più recentemente : ” Sono centinaia le aziende agricole della Toscana che sono state allagate dall’ondata di maltempo con ettari e ettari di terreno e vivai finiti sott’acqua, stalle, fienili e serre scoperchiate, trattori nel fango, alberi da frutto e olivi spezzati ma anche strade e vie poderali inaccessibili. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in Toscana ” non ci stupisce più di tanto.
Bisognerebbe farlo capire al nostro governo (anche se qualcosa, ultimamente, forse sta cambiando…).



