Redatto il 21 novembre 2020, aggiornato il 5 settembre 2022
Tutto inizia – almeno per me – nel 2006 , con gli scarichi abusivi sulla strada tra Carate ed Albiate (vedi articolo sotto).
Personalmente ho preso posizione pubblicamente nel 2007, vedi Gomme e gabinetti tra le pervinche in fiore- 2007, quando ho organizzato la mostra sugli archivi degli Airoldi e dei Caprotti.
Mi sono poi “dato da fare” e , seguendo un iter politico e burocratico lungo 7 anni (2007- 2014), sono riuscito a far chiudere con due sbarre , finanziate dal sottoscritto, la strada che va da un paese all’altro.

Nelle foto sotto potete vedere una delle due barriere, oggi.

Speravo che la vicenda, dopo 14 anni, fosse terminata.
E invece no.
C’è ancora chi pensa che le campagne di Albiate e di Carate siano da considerare come una discarica abusiva .
Si tratta di un’azienda che ha voluto risparmiare gli oneri di discarica .
Ma, al di là dei singoli episodi non capisco perchè si continuino a buttare rifiuti un pò ovunque:
chi fuma una sigaretta non può terminarla e buttare il mozzicone in un cestino della spazzatura?
O chi si soffia il naso non può soffiarselo e poi buttare il fazzoletto a casa?
Il problema è generale ed è culturale.
Ne ho riparlato in questa intervista durante il primo lockdown:
“Il progetto IEO Covid free? Un esempio per le aziende e le altre fondazioni”.
Conclusione :
- quando ne parlo molti mi chiedono cosa posso fare per l’ambiente? . Risposta : basterebbe iniziare a rispettarlo, non buttando in giro cose che non gli appartengono. (nota bene che il Comune di Carate ha fatto rimuovere la discarica abusiva dopo la mia segnalazione su Il Cittadino).
- su quest’area , dopo che sarà scaduto il contratto con l’agricoltore che coltiva i campi, voglio piantare un bosco
Per capire le mie motivazioni leggi : SOS pianeta Terra. Stefano Mancuso: per contrastare il cambiamento climatico bisogna piantare alberi.
Nella realtà oggi, nel marzo 2022, sono talmente colpito dalla siccità- che assomiglia molto ad una desertificazione – che colpisce queste terre che non so più che cosa fare.
Probabilmente il mio progetto dovrà essere rivisto, con essenze (piante) più adatte al caldo e alla mancanza di acqua.
Ho già avuto un incontro in merito con il Parco Regionale della Valle del Lambro e, a breve, ne solleciterò un altro.



