La crisi della distribuzione francese in Italia non si ferma:
la reddittività del gruppo del nord della Francia, appartente alla famiglia Mulliez, era scesa già nel 2008, v. “Marchi al riassetto nella Gda: quale sarà il prossimo a cambiare?” in https://www.giuseppecaprotti.it/bibliografia/.
Dal 2008 al 2013 la quota di mercato del gruppo Auchan è scesa dal 9,7% all’8,9%.
Mentre quella di Carrefour è passata dal 10,2% al 7%, v. in proposito :
1Se il Made in Italy passa dalla distribuzione
2L’involuzione del marchio Carrefour.
Ma la crisi di Auchan sta subendo un’ accelerata:
dall’annuncio dei 1100 esuberi, con tanto di presidio dei lavoratori a Montecitorio si passa alla chiusura di ipermercati nel Nord Italia.
Quali sono le cause profonde di questa discesa agli inferi?
Gli iper del gruppo non riuscirebbero a garantire la convenienza che, con l’assortimento molto ampio, è sempre stata alla base della loro offerta.
La seconda ragione è dovuta alla lunga crisi del non food che dovrebbe costituire almeno il 30% del fatturato degli iper:
secondo l’Istat nei primi tre mesi del 2015 i consumi del food sono cresciuti in Italia dell”1,2% mentre il non food a segnato un – 0,1% ( con un – 0,8% a marzo 2015 sul dato di marzo 2014).
Retailwatch, di Luigi Rubinelli, segnala che il trend si sta invertendo ma che negli ultimi 5 anni il calo di fatturato dei non alimentari è stato pari al – 9,6%
“Cuppini-GS1 Italy: nel 2015 il non food è a +0,6%
Giugno 2015. +0,6% nei primi mesi del 2015: si arresta la caduta dei consumi non alimentari, che negli ultimi 5 anni hanno totalizzato un calo del -9,6%. Il numero è risicato, certo, ma il trend è importantissimo un po’ per tutti i canali di vendita, dall’ipermercato all’on line.
RetailWatch ha voluto fare il punto su questo e su altri aspetti dei mercati del non food con Marco Cuppini, direttore dell’Ufficio Studi di GS1 Italy, anche in vista del convegno annuale, giunto alla 13a edizione, che si terrà il 29 giugno al Piccolo Teatro Grassi di Milano.
“E’ un significato importante perché arriva dopo tanti anni di segni meno –dice Cuppini. Un’inversione di tendenza che il convegno del 29 ci permetterà di entrare nelle ragioni in profondità”.
Il titolo del convegno sottolinea i nuovi trend, le nuove risposte. “Lo racconteranno- anticipa Cuppini- i protagonisti: dal despecializzato puro alla multispecializzazione, ad esempio il lavoro compiuto da Carrefour nella sua rete di ipermercati”. Un altro trend emergente è quello dell’integrazione fra l’on e l’off line: “E’ finita l’era del contrasto fra l’on e l’off line –sottolinea Cuppini-. Anzi. Come indica l’esperienza di Ikea con l’integrazione fra il fisico e il virtuale il fatturato e il brand ne guadagnano”.
Il rapporto redatto da Trade Lab per GS1 Italy indica poi un altro trend emergente: il ritorno ai centri urbani. Sempre Ikea, e lo racconterà al convegno del 29 giugno, sta studiando con attenzione questa strada, ricca di nuove opportunità, immobiliari e di retail contemporaneamente”.

E Il Sole 24 ore fa presente che la crisi degli ipermercati continua, in controtendenza rispetto ad un mercato italiano in lenta ripresa.
Esuberi e tagli a salario e diritti: i lavoratori Auchan presidiano Montecitorio

Stanno presidiando piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, nel tentativo di impedire il via libera a un piano di tagli e chiusure: 300 licenziamenti a Napoli e provincia e altri 800 nel resto d’Italia.
I lavoratori della grande distribuzione Auchan temono che il gigante d’Oltralpe voglia abbandonare l’Italia, partendo proprio dalla Campania. In questo momento sindacati e azienda si stanno infatti confrontando nell’ipermercato di Pompei, di cui si teme la chiusura.

Auchan chiude a Cesano Boscone, Cecchetti: “Evitare in tutti i modi la perdita di posti di lavoro”
“Il nostro territorio non può permettersi di perdere altri posti di lavoro!”: il vicepresidente del Consiglio regionale presenta un’interrogazione urgente. Il Sindaco: “Siamo molto preoccupati”

(mi-lorenteggio.com) Milano, 22 aprile 2015 – “Il nostro territorio non può permettersi la perdita di altri posti di lavoro. Occorre mettere in campo tutte le forze possibili per evitare la chiusura del centro commerciale Auchan di Cesano Boscone e salvaguardare gli attuali livelli occupazionali” E’ il commento del vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) alla decisione presa da Auchan di chiudere il centro commerciale di Cesano Boscone entro il 31 luglio prossimo. I motivi di tale scelta sarebbero da riscontrarsi nel canone di locazione troppo oneroso e nei risultati pesantemente negativi delle attività del colosso francese in Italia registrati negli ultimi esercizi.
Cecchetti ha quindi presentato un’interrogazione urgente nella quale ha chiesto all’assessore di intervenire affinché “la situazione non si aggravi anche delle sedi di Cinisello Balsamo e Monza” e per evitare “ulteriori conseguenze occupazionali, istituendo un apposito tavolo di confronto con l’azienda e adottando contestualmente ogni utile strumento a tutela e sostegno dei lavoratori e delle famiglie coinvolte”.
“La crisi di Auchan – ha poi aggiunto Cecchetti – deve però farci riflettere su come l’apertura incontrollata di centri commerciali negli anni scorsi abbia causato seri danni sia ai negozi presenti nei centri storici dei nostri comuni, sia agli stessi centri commerciali che ora si trovano in difficoltà a causa di un mercato saturo e della diminuzione dei consumi dovuta alla crisi economica”.
Nella giornata di oggi, il sindaco di Cesano Boscone ha incontrato il direttore del supermercato Auchan per valutare la situazione, confermando la volontà dell’Amministrazione di coinvolgere tutti i livelli istituzionali e i privati per individuare insieme una possibile via d’uscita
“Siamo molto preoccupati – sottolinea il sindaco Simone Negri – e intendiamo seguire da vicino la vicenda, percorrendo tutte le strade possibili anche a livello istituzionale per scongiurare la chiusura. Appena appresa la notizia, ci siamo attivati con la dirigenza di Auchan e con gli altri sindaci della zona per valutare il da farsi. Oggi questa realtà dà lavoro a circa 400 persone ed è diventata, negli anni, un punto di riferimento per migliaia di cesanesi”.
D’altra parte, come già per il caso E-care, le ripercussioni sociali sulla collettività sarebbero altissime.
“Ho incontrato il direttore – precisa il primo cittadino – che mi ha illustrato la situazione presentata alle organizzazioni sindacali e in queste ore vedrò altri dirigenti del gruppo. Vedremo con la proprietà se sarà possibile una mediazione, a salvaguardia prima di tutto dei lavoratori e in secondo luogo per non rischiare che un grande edificio commerciale possa diventare una cattedrale nel deserto, come è già successo in altre zone dell’asse della nuova Vigevanese. Ora però dobbiamo capire quali sono i fattori scatenanti questa situazione ed è necessario un approfondimento”.
Il sindaco ha deciso un primo percorso interno di confronto con la sua Giunta, per poi chiedere un incontro urgente con l’assessore regionale al lavoro Valentina Aprea e con i dirigenti di Arifl (Agenzia regionale per l’istruzione, la formazione e il lavoro), che seguono da vicino tutte le situazioni di crisi, interfacciandosi con il ministero competente.
V.A.
E dopo un lungo silenzio se ne occupa anche la stampa nazionale e gli esuberi, nel frattempo, sono diventati 1500 (*)…

da notare come Il Sole 24 ore di Confindustria abbia ritardato la pubblicazione della notizia fino all’8 maggio, come da prassi consolidata, v.:
Come stanno andando le “grandi marche” e la GD
Multa di 1 miliardo di € al “Cartello dello shampoo”
Coca- Cola: 1800 licenziamenti e prospettive aziendali peggiorate dal dollaro forte
p.s.: la vicenda sembra concludersi con 1’220 esodi volontari

(*) 1426 per l’esattezza
con il contributo di Enrico Rizzi, prima stesura del 22 aprile 2015


