La valutazione del gruppo da parte di esperti porrà fine alle questioni ereditarie
A tre anni di distanza dalla scomparsa di Bernardo Caprotti , la sua Esselunga è più solida che mai e poggia su un patrimonio netto di oltre tre miliardi forte di flussi di cassa operativi per 733 milioni. Nonostante l’investimento nell’immobiliare Villata (964 milioni nel 2017 , il gruppo a fine anno aveva una popsizione finanziaria netta negativa per 435 milioni , cassa per 882 milioni e un capitale investito netto finanziato all’87,7% con mezzi propri. Ma non solo il 2018 è andato meglio dei concorrenti: anche il 2019 promette bene (+3% il primo semestre a 4,02 miliardi): grazie all’on-line, dove in sei mesi è cresciuta del 27% (+ 28% a 336 milioni nell’intero 2018. Nota di Giuseppe Caprotti : sono 236 milioni, bilancio Supermarkets Italiani, pagina 3); alla formula dei superstore – che secondo Nielsen – nei primi mesi del 2019 si dimostra vincente e dove Esselunga punta da tempo – e alla forte esposizione al Nord dove la crisi morde meno che altrove. Esselunga è inoltre campione per reddittività, con un’incidenza del margine operativo lordo sul fatturato all’8,8% (era l’8,2% nel 2017), 5,3 milioni di clienti (di cui il 95% con carta fedeltà), uno scontrino medio al netto dell’Iva di 40 € e la capacità di trasformare in flussi di cassa netti il 5,7% dei ricavi.
Questo peraltro essere l’ultimo bilancio della gestione di Carlo Salza , che sta per lasciare le deleghe in mano al direttore generale Sani Kahale , nonchè l’ultimo anno di contestazioni tra i soci. Nel documento che spiega l’andamento dello scorso anno e illustra quello futuro si legge infatti che l’11 gennaio il socio di maggioranza ovvero, Marina Caprotti che insieme alla madre Giuliana Albera , ha esercitato la prelazione per rilevare il 30% in mano ai figli di primo letto di Bernardo Caprotti, ovvero Giuseppe e Violetta, e che l’arbitrato che deciderà qual’è il valore del gruppo dovrebbe concludersi “verosimilmente” nella seconda metà dell’anno. Toccherà infatti al professore super partes Enrico Laghi , insieme a Gualtiero Brugger (ordinario della Bocconi indicato da Marina) e Mario Cattaneo (professore emerito della Cattolica scelto da Giuseppe e Violetta) stabilire quanto vale l’azienda, che peraltro a bilancio ha attivi per 4,2 miliardi tra immobili impianti e macchinari. Sempre nella seconda metà dell’anno, precisa il bilancio , le agenzie di rating potrebbero abbassare il giudizio sulla qualità del debito , se il quadro dovesse peggiorare o se per rilevare le quote di minoranza, Esselunga utilizzasse la leva. Fatto sta che nonostante questi positivi risultati realizzati da un organico di 23’500 dipendenti (l’età media è di 40 anni), dove l’unica cosa che non cresce è l’utile (-7,3% a 276 milioni) per colpa di più tasse e diversi standard contabili, Giuseppe e Violetta Caprotti si sono astenuti dall’approvazione del bilancio 2018, chiedendo numerose precisazioni e contestando la mancata distribuzione di un dividendo. Con un simile patrimonio , di cui 2,5 miliardi di utili portati a nuovo, i soci di minoranza ritengono ci sia spazio per remunare tutti gli azionisti. Ad ogni modo, se Esselunga ha scelto di non pagare dividendi per investire altri 2 miliardi entro il 2023, quando gli arbitri faranno la fotografia del valore del gruppo, anche le quote di Giuseppe e Violetta varranno giocoforza di più.
Non partecipavo ad un Consiglio o ad un Assemblea (di Supermarkets e/o di Esselunga) dal lontano 2010.
Pubblicato il 4 Luglio da Repubblica , aggiornato il 12 Luglio 2019 dal sottoscritto. Gli ultimi due articoli che trovi qui e qui completano il quadro.



