Prima stesura: Giugno 2017. Aggiornato il 26 giugno 2020
Giuseppe Caprotti parla alla rivista Food dell’accordo raggiunto in famiglia nel 2017
Articolo:
Giuseppe Caprotti: “Esselunga prima di tutto”
“All’apertura del testamento di mio padre, Bernardo Caprotti, dissi che avremmo fatto di tutto per salvaguardare l’azienda. Mi pare che questa soluzione, che porta la pace in famiglia e che renderà, nel tempo, Esselunga più forte , sia il giusto proseguio di quella dichiarazione, da me resa fuori dallo studio del notaio Carlo Marchetti. L’azienda , con i suoi fornitori, prima di tutto. E’ il commento di Giuseppe Caprotti, in esclusiva per Food, sull’accordo recentemente raggiunto in famiglia in merito al riassetto del Gruppo in vista di una possibile quotazione in Borsa. Inoltre, con un Grazie a Giuliana e Marina Caprotti scritto su Facebook a commento di un articolo pubblicato sul suo sito personale, lo stesso Giuseppe Caprotti ha voluto sottolineare ulteriormente la bontà dell’accordo trovato con tutti gli eredi della dinastia Esselunga, in lite per la successione dopo la scomparsa del fondatore della storica catena di supermercati. Il figlio di Bernardo aveva anche pubblicato sul social network il dispaccio dell’Ansa che annunciava la “pace” tra i rami della famiglia e la road map del riassetto del gruppo, che dovrebbe sfociare in una quotazione in Borsa, ovviamente se ci saranno le condizioni di mercato e quando tutti i passaggi saranno perfezionati.
Gli immobili Villata torneranno in pancia a Esselunga
Quali sono i passaggi che dovrebbero portare all’eventuale quotazione? Stando a quel che si legge al momento sulla stampa (esiste un patto di riservatezza), Giuseppe e Violetta Caprotti cederanno il loro 45% complessivo di Villata Partecipazioni a Esselunga spa in contanti. L’insegna riceverà un finanziamento da 1,5 miliardi di euro organizzato da Citigroup, che ha lavorato in prima fila su questo dossier per perfezionare l’acquisizione, ma nulla si sa se sia questo l’effettivo valore che sarà riconosciuto ai due eredi o se il miliardo e mezzo comprenda pure il denaro che riceveranno anche la ex moglie Giuliana Albera e la terza figlia Marina Sylvia in cambio del 22,5% di Villata (sul 55% di cui sono proprietarie) che anche loro venderanno (il Corriere della Sera riporta che il 100% di Villata sarebbe stato valorizzato il 30% di più di quanto ipotizzato dai fondi di private equity interessati all’acquisizione dopo la scomparsa del fondatore). In ogni modo, Esselunga si ritroverà proprietaria del 67,5% dell’immobiliare di servizio (è proprietaria della gran parte dei muri dei supermercati) che anni fa era stata scorporata. Ovvero della maggioranza di blocco, utile per procedere a qualsiasi altra operazione straordinaria. Il passo successivo sarebbe la fusione tra la società operativa e la holding capogruppo Supermarket Italiani, presieduta da Piergaetano Marchetti. A quel punto, accorciata la catena di controllo, e recuperata la proprietà diretta dei muri (che fanno patrimonio tangibile ma che faranno crescere il debito netto del gruppo), la società sarebbe pronta per la quotazione, che dovrebbe permettere poi a Giuseppe e Violetta di cedere il 30% di quanto posseggono ora dell’insegna commerciale (il 70% è in mano alle altre eredi) e rinunciare fin da ora a un posto in consiglio d’amministrazione.
La lotteria del valore
Quanto può valere Esselunga quotata? Secondo il sito Affari Italiani tra 1,66 e 6,25 miliardi di euro a seconda del metodo che si utilizza per valutare l’azienda e dei competitor già quotati (Wal-Mart, Carrefour, Ovs, ecc) che vengono presi per la comparazione. Si tratta ovviamente di una forchetta di valore fin troppo ampia e solo teorica, dato che il valore di Borsa di un titolo è influenzato anche dal momento di mercato e dalla congiuntura macro prevista nel momento in cui sbarca in Borsa. Nei giorni scorsi era arrivata l’offerta da 7,5 miliardi di euro di Yida Investment , il gruppo cinese interessato ad acquisire la catena italiana. Un valore che, stando a queste analisi, sarebbe stato quindi ben remunerativo del gruppo. Ma la proprietà vuole ancora gestire, procedere col miliardo e ottocento milioni di euro di investimenti previsti, e poi magari vedere quanto il mercato valorizzerà il gruppo. Ma questa è tutta un’altra storia”.
Note:
in effetti la curiosità sul valore, anche solo della parte immobiliare (La Villata) è stata tanta.
1) prima c’è stato Dagospia:
Peccato che le affermazioni – nel titolo , sui presunti 500 milioni da me ricevuti – siano totalmente prive di fondamento.
Speravo di non dover più parlare del sottoscritto come di un “bersaglio mobile” ma si è deciso di proseguire una campagna denigratoria – corredata poi da atti persecutori nei miei confronti – che dura ormai dal lontano 2004.
Tutto ciò è ancor più fastidioso se si pensa che era inutile ed evitabile. Di seguito alcuni articoli al riguardo:
La conferenza di Luigi Rubinelli e Arlecchino servitore di due padroni (2005),
I Caprotti la guerra degli archivi e la CIA (2006)
I Caprotti e la guerra del terreno e dei gelsi ad Albiate (2007)
Il Corriere della Sera (2012)
Giuseppe Caprotti querela il giornalista Stefano Lorenzetto
Due stonature nelle vicende dei Caprotti (2006 e 2013)
Giuseppe Caprotti vittima di Stalking. Le auto danneggiate (2012)
Giuseppe Caprotti vittima di stalking. I gelsi incendiati (2012)
Come funziona Tripadvisor? (2013)
“Duel” sull’autostrada Milano – Genova (2013)
TripAdvisor può essere utilizzato per fare stalking? (2013)
Chi sarà mai l’intruso di viale Pasubio? (2013)
Sentenza della Corte d’Appello di Milano : un dettaglio significativo (2014)
Ne stalking ne molestie? (2014)
La mia querela a Stefano Lorenzetto: il “giro d’Italia” di una giustizia che non funziona (2018)
La lista non è esaustiva ma dà un’idea delle vicende spiacevoli che si sono protratte fino a pochissimo tempo fà.
Oltre agli incendi (tre), ci furono tagli di gomme, martellate sulle auto , inseguimenti (la Nissan descritta in questo pezzo mi ha pedinato ed inseguito per una giornata intera), telefonate minatorie, pestaggi di dipendenti, minacce di morte (con testa di animale morto) , minacce a parenti e dipendenti, intrusioni, furti, etc. etc.
Per la querela per diffamazione presentata da Bernardo Caprotti nei miei confronti si può leggere Tutto su mio padre ma posso anticipare che non venni querelato su quanto affermavo sulla parte gestionale di Esselunga (conti – con presunto falso in bilancio (*) – e derivati) ma su fatti attinenti la sfera personale e famigliare (comportamento di Bernardo con la madre).
Una sorta di ammissione di aver falsificato i bilanci per infangarmi.
(*) io lo accusavo di aver “imbruttito” i conti del 2003 e “abbellito quelli del 2004”, anno della mia estromissione e del suo “ritorno” in Esselunga.
Nessuna querela in merito venne deposta contro il sottoscritto.
La vicenda, riguardante gli atti persecutori , vide protagonisti, inquisiti dalla Magistratura, Bernardo Caprotti e il responsabile della sicurezza di Esselunga Massimo Opinio Cutillo.
Venne indagata e archiviata dal pm Luca Gaglio (**), che all’ultima udienza di presentò davanti alla collega Laura Marchiondelli difendendo, cosa mai vista, l’operato di Bernardo.
Luca Gaglio a sinistra
(**) stranamente incaricato sia della nostra denuncia per stalking nei confronti di Bernardo che della querela di mio padre nei miei confronti.
Che bisogno avesse Esselunga di un personaggio simile in cda non è dato di sapere…si può solo immaginare, visto che io passavo praticamente le mie giornate dai carabinieri a Milano o a Carate (MB).
2) poi una volta pubblicato, il titolo di Dagospia che mi prendeva di mira personalmente, poteva essere rimosso velocemente, come avevo chiesto.
Senza successo.
Si poteva voltare pagina, una volta per tutte.
Anche perché a vendere il 67,5% delle quote della Villata siamo stati in quattro: Giuseppe, Violetta, Giuliana e Marina Caprotti.
3) la “notizia” – di Dagospia – è stata ripresa da molti quotidiani, in una sorta di campagna stampa che non fa bene agli attuali azionisti (anche di maggioranza) e all’azienda .
E a questo punto la domanda che sorge spontanea è : cui prodest? A chi giova questa situazione?
Sotto: gomme tagliate, auto martellata, la Nissan che mi ha seguito ed inseguito per una giornata sulla A7 (Milano Genova), i gelsi incendiati, una mascella di animale con minaccia di morte, alcuni articoli e una delle tante denunce effettuate alle forze dell’ordine (di Carate, Milano, Genova, Firenze, Bruxelles, etc).
E il parallelo con il capitano Dreyfus, accusato di alto tradimento, diffamato, degradato sulla pubblica piazza e isolato dal mondo potrebbe valere se non fosse che Alfred Dreyfus venne poi riabilitato.
Io no.
p.s.: se fossi stato l’imbecille inaffidabile descritto perchè perseguitarmi per più di 15 anni?




